• Vi racconto oggi di un albo fotografico che mi è capitato tra le mani quasi per caso durante l’ultima gita in biblioteca con i miei due bambini. L’albo si intitola “A children’s zoo” pubblicato per la prima volta nel 1985 dalla fotografa e autrice statunitense Tana Hoban. L’autrice, che è giunta sugli scaffali delle librerie italiane solo da qualche anno a questa parte, è nota per i suoi libri in bianco e nero ad alto contrasto, che trovate pubblicati dagli editori Camelozampa e Editoriale Scienza, anche se il suo vasto catalogo rimane ancora inedito per il mercato italiano.

    Cos’è un libro fotografico? Qui il link all’articolo completo sui libri fotografici per bambini

    L’edizione che ho trovato in biblioteca è quella francese: la Francia, non a caso, è stata patria d’elezione della Hoban, che vi si è trasferita nel 1983, e che ha visto una prolifica attività di pubblicazione proprio in quegli anni, permettendo una grande diffusione del libro fotografico per bambini nel mercato editoriale francese.

    Tana Hoban, A children’s zoo

    In A children’s zoo, Tana Hoban ci porta allo zoo. Con l’aiuto di fotografie e poche parole, conosciamo così uno dopo l’altro gli inquilini di uno zoo cittadino. Per ogni animale troviamo sulla facciata di sinistra alcune informazioni (di che colore sono, una loro peculiarità fisica e l’azione che compiono) e a destra una fotografia che li ritrae all’interno di un un riquadro.

    tana hoban - a children's zoo

    Un glossario alla fine del libro permette al bambino di ripercorrere ogni animale, per sapere dove vive e cosa mangia.

    Come leggere questo libro? Ecco alcuni spunti e idee

    Partendo dal fatto che non c’è un modo giusto o sbagliato di leggere un libro, ecco alcune idee su come proporlo, a seconda dell’età e competenze dei bambini.

    Con i bambini più grandi, il gioco che preferisco in assoluto è quello di giocare ad indovinare l’animale. Vi faccio un esempio: voi date al bambino uno o più indizi (è un animale a strisce bianche e nere, oppure il suo verso è il barrito e vive in Africa e India, è un erbivoro, e così via) e il bambino deve individuare di che animale si tratta. Oppure, un altro gioco è quello di abbinare gli animali ai continenti, tenendo sotto mano una mappamondo.

    Se invece i bambini sono più piccoli, potete cercare i versi degli animali e ascoltarli in corrispondenza dell’animale. Chi sa qual’ il verso della giraffa?

    Hai già scaricato la bibliografia gratuita con i migliori libri fotografici?

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    Manuela

  • Ciao, lettrici e lettori di Tre Libri Alla Volta! Sono felice di essere di nuovo ospite di questa pagina.
    Oggi vorrei accompagnarvi alla scoperta di tre albi illustrati che hanno in comune un filo conduttore. Albi che raccontano, da punti di vista e attraverso simbologie diversi, la nascita, l’arrivo di una piccola persona nuova nella famiglia.

    Tutto cambia (Orecchio Acerbo, 2019)

    Il primo albo illustrato ha il tratto inconfondibile e il sapore da nuovo classico di Anthony Browne.
    Tutto cambia, pubblicato la prima volta nel 1990, è arrivato sui nostri scaffali nel 2019 grazie ad Orecchio Acerbo. Qui il focus è sul nuovo arrivo come metamorfosi del mondo conosciuto fino ad allora.

    Joseph Kaye si alza una mattina e nota che la sua casa, tranquilla e silenziosa, sta iniziando a trasformarsi. Suo padre quella mattina è uscito per andare a prendere sua madre, e gli ha detto che tutto stava per cambiare.

    Tutto cambia, Anthony Browne (Orecchio Acerbo, 2019)

    Sappiamo solo questo mentre osserviamo lo sconcerto di Joseph nell’osservare due orecchie da gatto spuntare al bollitore, in cucina. Poi delle ali e un becco da corvo ad una pantofola. Un naso e una bocca al lavandino del bagno. Quando il divano diventa un alligatore e la poltrona si trasforma in gorilla (elemento ricorrente negli albi di Browne), prova a cambiare aria, ma anche in cortile niente è come sembra. Le cose diventano proiezione, forse, di un lieve tumulto interiore del protagonista, del suo timore – misto a curiosità – verso l’ignoto.

    Tutto cambia, Anthony Browne (Orecchio Acerbo, 2019)

    Ogni tavola è ricca di dettagli da scoprire: le citazioni ispirate alla storia dell’arte si mescolano ad elementi naturali e a simboli legati alla generazione, alla nascita e alla maternità. Solo alla fine scopriremo cosa intendeva dire il papà, quando la luce entra da una porta socchiusa e sentiamo un vagito segnare un nuovo inizio. 

    Una perdita d’acqua (Camelozampa, 2022)

    Un fratello maggiore è protagonista anche in Una perdita d’acqua, nuova uscita per Camelozampa, a cura di Pauline Delabroy-Allard, e illustrato da Camille Jourdy, che personalmente ho adorato nel fumetto Nel paese delle Veramiglie (Arka).

    Nino stava dormendo nella sua cameretta, quando si sveglia e si alza per cercare la sua balena di peluche. In cucina si trova di fronte ad una scena difficile da decifrare. C’è dell’acqua per terra, vicino alla lavatrice, la mamma sta facendo degli strani gemiti e smorfie Il papà lo tranquillizza dicendogli che è solo una perdita d’acqua e lo riporta nel letto, insieme alla balena ritrovata.

    Una perdita d’acqua (Camelozampa, 2022)

    E senza soluzione di continuità, scivoliamo con Nino in un sogno straordinario. Un sogno che lo vede tuffarsi nell’oblò della lavatrice e finire in un coloratissimo mare, per poi seguire una luce, emergere in superficie. Nino si ritrova a partecipare ad una regata in un’onirica Venezia, deliziosamente popolata da tante fantastiche creature terrestri e marine, tra le quali vediamo spuntare anche alcuni personaggi del Paese delle Veramiglie.

    Al suo risveglio troverà la nonna ad aspettarlo in cucina, perché mamma e papà sono in ospedale: mentre dormiva è successo qualcosa di straordinario.

    Una perdita d’acqua (Camelozampa, 2022)

    Anche tra queste pagine potrete divertirvi a rintracciare tutti i simboli legati al mondo acquatico e alla fertilità, mentre Nino vive la sua avventura che riecheggia in forma inconscia il viaggio che sta facendo il suo fratellino per arrivare nel mondo.

    Ascolta, mamma (Kira Kira, 2019)

    Ha un taglio diverso Ascolta, mamma di Sachie Hattori, edito da Kira Kira. Un albo che immagina e ci fa immaginare il tempo prima della nascita. Qui la voce è quella di una bambina che racconta alla mamma i suoi ricordi della vita prenatale, ricordi da afferrare e trattenere ancora un attimo, prima che scompaiano.

    Ascolta, mamma (Kira Kira, 2019)

    In un universo misterioso e affascinante che è un po’ oceano, un po’ cielo e un po’ selva, i bimbi non ancora nati, frammenti di stelle nei loro pigiamini, devono affrontare un lungo e complicato viaggio per arrivare nella vita e raggiungere la mamma e la famiglia che hanno scelto.

    Ascolta, mamma (Kira Kira, 2019)

    Anche qui troviamo l’acqua come elemento che accompagna la transizione da un mondo all’altro. Durante una tratta in nave, i bimbi iniziano ad avere anticipazioni della complessità della vita futura.  I piccoli non ancora nati sono coraggiosi – un po’ pesci, un po’ uccelli, sanno nuotare e volare e non si perdono nella giungla e neanche nella nebbia. Fino a che arrivano al confine, e si preparano a passare una porta piena di luce, perché sanno che fuori c’è qualcuno che li aspetta.

    Un percorso emozionante e una possibile, suggestiva risposta alle domande sul “dov’ero prima di nascere”.

    Chi è Polly (Elena Poletti)?
    
    Sono una lettrice appassionata di letteratura per bambini e ragazzi, sulla quale continuo a formarmi e di cui scrivo nel mio blog Immaginarie (https://immaginarie.net/). 
    Nella vita fuori dalle pagine, ho studiato nell'ambito delle scienze sociali e lavoro nella comunicazione nel non profit. 'Da grande' vorrei cambiare (un pochino) il mondo e, alla fine, diventare una brillante vecchia eccentrica. 
    
  • Ecco una selezione di albi illustrati da leggere questa primavera! Tanti libri, tutti diversi, per alimentare curiosità e conoscenza, o per godersi una bella storia stesi sul prato.

    Prime scoperte di primavera: albi illustrati per i più piccoli

    Una margherita, una foglia, una coccinella, un bastoncino sul marciapiede, il verso di un uccello, la terra fresca e bagnata. Quanti tesori trovano i bambini in natura!

    Ecco quattro libri sulla primavera per i più piccoli. Letture che si distinguono per una struttura narrativa semplice, illustrazioni affascinanti e di qualità, in grado di stupire e accompagnare i bambini alla scoperta del mondo naturale.

    Quando leggerli? Quando preferite! Dai 18 mesi in poi li trovo adeguati, ma sappiate che l’età è un criterio soggettivo che serve ad orientarvi, non prendetelo mai come un limite!

    Libri sulla primavera per i più curiosi

    Se la primavera suscita tante domande e tante curiosità, ecco una serie di albi illustrati che fa al caso vostro: vanno bene a tutte le età, ma perfette dai 4 anni (e prima con la mediazione di un adulto). Tante informazioni e illustrazioni per poter ordinare e catalogare le meraviglie della natura.

    Albi illustrati di diverso formato, da portarsi dietro durante un gita al parco o un pic-nic in montagna, per imparare come si chiamano piante e insetti e per alimentare la curiosità e la passione nei confronti del mondo naturale.

    Storie di primavera: cinque albi illustrati da non perdere

    Chi ha voglia di ascoltare una bella storia seduto sull’erba? Magari è sabato, l’aria è tiepida e avete tutta la giornata davanti a voi insieme ai bambini. Dai libri che parlano di primavera, alla gara per il giardino cittadino più bello, fino alla vita all’interno di un alveare. 5 storie in cui la primavera è regina indiscussa.

    Libri che hanno trovato il favore e l’entusiasmo tra i bambini di 2-4 anni, ma che potete leggere quando ne avete voglia e quando i vostri bambini sono pronti!

    Libri sulla primavera per esploratori provetti

    Per i bambini più grandi che hanno voglia di avere nozioni più precise, vi consiglio questi libri. Consigliati dagli 8 anni in su, ma anche prima se letti insieme ad un adulto. Curiosità, nozioni scientifiche, illustrazioni affascinanti, esperimenti e dettagli insoliti sul mondo animale e vegetale.

    Il club dei cerca-cose: avventure ambientali per posta

    L’ultimo consiglio non è un libro, ma una proposta di attività di grande valore e qualità, che trovo perfetta da fare questa primavera. Avete mai sentito parlare del club dei cerca-cose?

    Il Club dei Cerca-cose è una casa editrice specializzata in giochi per bambini sulla natura con la missione di ispirare le bambine e i bambini a fare la differenza, prendendosi cura della Terra e degli altri, Avventura dopo Avventura.

    Se sei curioso/a, ne avevo parlato anche qui.

    Club dei cerca-cose: avventure ambientali..per posta!

    Qual’è il libro che leggerete in queste prime domeniche di sole e tepore primaverile?

  • Un libro o catalogo fotografico per l’infanzia, è un libro composto da fotografie o immagini estremamente realistiche, che ritraggono oggetti quotidiani, come animali, mezzi di trasporto, cibo, indumenti, giocattoli, elementi naturali legati al mondo del bambino. Sull’importanza del libro fotografico nello sviluppo del linguaggio e nell’educazione allo sguardo ne avevo già parlato qui.

    Il catalogo fotografico per bambini è un libro che invita lo sguardo, stimola il dialogo e l’ampliare delle conoscenze. Un supporto per meravigliarsi e mappare il proprio mondo.

    Il primo libro fotografico per bambini nasce negli anni ’30

    Il libro fotografico per bambini ha origine negli anni ’30 negli Stati Uniti. Mary Steichen Calderone pubblicò a New York “The first Picture book. Everyday things for babies“, un libro contenente immagini reali da proporre ai bambini dall’anno e mezzo in poi. Un progetto fotografico nato dall’esigenza di proporre una versione realistica degli oggetti, per consentire ai bambini di mappare il mondo nei primi anni di vita. Qui, il bambino riconosce l’oggetto di uso quotidiano e con l’aiuto di un adulto lo nomina, facendolo esistere.

    “È in questo” aggiungeva Mary Steichen, “che sta il piacere che i bambini traggono dalle immagini: a loro piace riconoscere ciò che conoscono; per loro è un piccolo trionfo personale. Ed è anche un conforto e un godimento.” (Se ti interessa, puoi leggere qui l’approfondimento sul blog di Topipittori.)

    C’è poi la fotografa Tana Hoban che dagli anni Ottanta, ha pubblicato per i piccolissimi libri in bianco e nero ottenuti con la tecnica della rayografia, divenuti famosissimi e recentemente arrivati in Italia con i titoli “Bianco e Nero” (Editoriale Scienza, 2021) e “Che cos’è?” (Camelozampa, 2021). Numerose sono le pubblicazioni di libri fotografici: Count and see, Lookbook, Is it larger, is it smaller?, Shapes shapes shapes e tanti altri, ormai reperibili solo in librerie specializzate come Spazio B**K, qui il link al loro catalogo.

    Dal 23 ottobre al 22 gennaio, lo spazio Mutty a Castiglione delle Stiviere (Mantova) ha organizzato una mostra dedicata a Tana Hoban dal titolo Guardare è un gioco.

    Anche in Italia negli anni Settanta e Ottanta si sono viste sperimentazioni interessanti relative al catalogo fotografico per l’infanzia: uno degli esempi è Cicci Coccò, realizzato all’inizio degli anni Ottanta dalla coppia Arnone-Munari. L’idea alla base era quella di creare un catalogo di immagini che avessero come soggetto il mondo bambino: curiosità, gioco, sguardi, concentrazione, la celebrazione del quotidiano. Pubblicato in un’edizione trilingue (italiano, inglese, francese), ricco di rime, cambi di prospettiva e fotografia in bianco e nero, Cicci Coccò è decisamente un libro dell’editore Corraini di grande impatto, da collezionare nella propria libreria domestica!

    Ciccì Coccò (Corraini, 2000)

    Nei primi anni 2000, una fotografa americana inizia a pubblicare cataloghi visivi cartonati: è Jill Hartley, autrice di numerosi libri destinati ai bambini. I suoi libri dai colori brillanti ed accesi, sono una celebrazione di colori, sensi e sapori e adottano prospettive tipiche del mondo bambino. Tra i suoi titoli più interessanti: Colores sabores e Red+Green (purtroppo entrambi introvabili in Italia!)

    In Francia esiste una grande tradizione di libri fotografici destinati ai bambini, in cui la sperimentazione e la ricerca di punti di vista sempre nuovi, hanno permesso la pubblicazione di proposte di qualità e dal carattere innovativo.

    Autori contemporanei come Claire Dé e François Delebecque hanno contribuito in maniera considerevole ai cataloghi fotografici per l’infanzia. Delebecque, famoso per i suoi imagier caratterizzati dalla duplicità nei linguaggi (presenza di immagini ad alto contrasto, fotografia e alette da sollevare), è uno degli autori più di rilievo per la proposta fresca e innovativa di libri destinati ai bambini più piccoli. Tra i titoli da tenere d’occhio Les animaux de la ferme e Imagier de la plage.

    Les animaux de la ferme (Delebecque, Les Grandes Personnes)

    Degno di nota, anche il lavoro di Claire Dé, artista plastica e fotografa che ama sperimentare con forme, colori e materiali. Dal 2005 ad oggi ha pubblicato numerosi libri fotografici, caratterizzati da una ricerca e uno sguardo unici sul mondo dell’infanzia. Da non perdere Compte sur tes doigts, Qui suis-je? e Ouvre les yeux.

    Qui suis-je? (Claire Dè, Les Grandes Personnes)

    In Italia, il libro fotografico ha fatto fatica ad affermarsi e per molti anni, le uniche proposte accessibili sugli scaffali di librerie e biblioteche sono state alcune proposte promosse dall’associazione Nati per Leggere come i libri delle facce. Da menzionare e degni di approfondimento futuro, anche i libri foto-illustrati, in cui la fotografia si accosta all’illustrazione, che si sono affermati grazie ad autrici come Marianna Balducci.

    Tra le proposte attuali, molto interessante il lavoro della coppia Carminati-Tappari con le pubblicazioni A fior di pelle e Ninna Nò, in cui le foto di Massimiliano Tappari, accompagnano le parole in rima della poetessa Chiara Carminati.

    A fior di pelle (Lapis, 2018)

    Se in A fior di pelle troviamo inquadrature di dettagli del corpo di un bambino, e una dolce filastrocca dedicata alle diverse parti del corpo, in Ninna Nò, gli oggetti della vita quotidiana sembrano animarsi, oggetti che il bambino già conosce, in una curiosa ricerca di volti all’interno di oggetti come zuccheriere, patate e spremiagrumi.

    In ultimo, una recente uscita per Il Castoro, sono I cestini delle stagioni e I cestini dei tesori di Chiara Arcari e Andrea Nastasi (2021). In entrambe le pubblicazioni, la fotografia su fondo bianco permette al bambino dall’anno in poi di nominare e mappare il mondo, acquisendo nuovo vocabolario legato agli oggetti della casa, alle stagioni, al tempo.

  • Quelli come noi non piangono (Achtste groepers huilen niet è il titolo in lingua originale) è un romanzo scritto da Jacques Vriens, uno dei migliori autori nederlandesi per bambini e ragazzi, arrivato in Italia nel 2021, grazie alla casa editrice milanese Albe, con la traduzione di Valentina Freschi.

    Un romanzo uscito in Olanda nel 1999 e che ha riscosso un enorme successo, tanto da essere stato tradotto in molte lingue e diventato anche un film (la versione italiana ha come titolo Quelli di terza media non piangono (2012), lo trovate su Prime Video).

    Una storia che affronta un argomento difficile, quello della malattiala leucemia, vissuto e raccontato attraverso gli occhi di una ragazzina di undici anni. Una storia vera che si intreccia al vissuto dell’autore: Jacques Vriens è stato insegnante di scuola, e questo libro è dedicato ad una sua alunna, Anke, morta di leucemia durante i suoi anni di insegnamento. A dieci anni dalla morte della ragazza, ha pubblicato questo libro, per celebrare la sua memoria attraverso la protagonista Akkie.

    Un romanzo scorrevole, pensato per un pubblico di lettori dai 10 anni in su, capace di affrontare un tema complesso come quello della malattia, senza mancare di empatia e umorismo.

    Quelli come noi non piangono: la trama

    Akkie è una ragazza di 11 anni, brillante e sportiva, che frequenta la classe ottava, l’ultima classe di primaria in Olanda. Ama il calcio, le piace andare a scuola e ha molti amici. È piena di energie ed è sempre presente quando i suoi amici hanno bisogno di lei. Akkie sembra non avere paura di niente. Un giorno però, crolla a scuola. Tutti sono preoccupati. Che le è successo? I suoi genitori la portano in ospedale, dove scoprono che Akkie è malata di leucemia e che ha bisogno di cure immediate.

    Akkie è costretta improvvisamente a rivedere i suoi progetti come la recita di fine anno e il torneo di calcio tra scuole – e così anche i suoi compagni: l’eterno nemico Joep, l’affascinante Laurens, l’amica del cuore Elise, il piccolo Sven, che si stringono attorno a lei e la accompagnano nel corso della sua malattia.

    “Cara Akkie,
    guarisci in fretta
    torna alla svelta,
    magari in bicicletta,
    perchè niente
    senza di te
    è divertente.”
    – dalla tua migliore amica Elise

    Il cancro. Nella sua testa Akkie pensava che fosse una cosa che capita solo ai grandi, come al marito della maestra Ina. Il mondo pare capovolgersi e la bambina, si ritrova a cambiare vita in pochissimo tempo, in equilibrio tra una profonda vulnerabilità e una grande voglia di vivere e lottare.

    Quelli come noi non piangono: lo stile

    Con grande empatia, Jacques Vriens accompagna la protagonista, i suoi genitori e gli amici lungo un cammino di consapevolezza, mostrandoci la dura lotta contro la malattia, fino al suo triste epilogo.

    Akkie in questo percorso rimane fedele a sè stessa: continua a sognare di partecipare alla gita scolastica (e ci andrà!), il torneo di calcio e la recita di fine anno. Attraverso le pagine, assistiamo ad una progressiva presa di coscienza della situazione da parte della protagonista, che è capace di conservare il suo entusiasmo e la sua voglia di tornare alla normalità.

    I personaggi di questo libro sono autentici, genuini: bambini e bambine che si ritrovano a fare i conti con qualcosa più grande di loro, qualcosa per cui è difficile trovare le parole e scegliere le emozioni.

    Una storia suddivisa in 17 capitoli, con uno stile di scrittura scorrevole e senza fronzoli, grazie anche alla traduzione di Valentina Freschi, che rende questo romanzo una lettura coinvolgente che lascia spazio alla riflessione.

    Una storia che parla dell’importanza di vivere il momento e di trovare insieme la forza e il coraggio di accettare anche l’inevitabile.

    Se siete curiosi e volete acquistare il romanzo, lo trovate qui.

    Buona lettura!

  • “Ogni parola che non conosci è un calcio in più che avrai nella vita” – don Milani

    Quante parole conoscono i ragazzi di oggi?

    Maurizio Parodi, dirigente in quiescenza e autore del libro “Non ho parole – Analfabetismo funzionale e analfabetismo pedagogico” afferma che si assiste sempre più ad una perdita di parole. Le parole non “attecchiscono” e si hanno così poche parole per esprimere le proprie idee, le proprie emozioni, che così sfuggono, disconosciute giacché innominate.

    I giovani sono di poche parole nel senso che non ne conoscono molte e ne usano ancora meno.

    Se mancano le parole significa che non ci sono state esperienze significative, input culturali e soprattutto non c’è stata lettura a sufficienza, lettura di qualità, capace di aprire occhi e orecchie.

    C’è chi si difende dicendo che leggere lo si fa tutti i giorni, ad esempio quando leggiamo un testo sullo schermo del nostro cellulare. Ma è così davvero? E’ la stessa cosa leggere un risultato di Google rispetto alla pagina stampata di un libro? Che ne pensate?

    La lettura di libri, riviste e giornali può sicuramente aumentare la conoscenza lessicale e la comprensione di un testo, ma non solo. Uno dei modi migliori per conoscere più parole e avere una proprietà di linguaggio più ampia, nasce dall’abitudine all’ascolto a partire dalla lettura ad alta voce, strumento fondamentale nel creare un terreno fertile per l’apprendimento di nuove parole e concetti.

    “La parola è la chiave fatata che apre ogni porta” – don Milani

    Lettura ad alta voce: non solo parole

    Se vogliamo crescere bambini e ragazzi “di tante parole” la lettura ad alta voce è una tappa importante in questo percorso.

    Quando si parla di benefici concreti della lettura, occorre tenere presente che quando un genitore legge a suo figlio, lo dovrebbe fare per il puro gusto della lettura e dello stare insieme, non certo perchè spera che il suo bambino un domani impari a leggere precocemente..

    Tuttavia, gli esperti hanno individuato benefici appartenenti a tre categorie principali:

    1) cognitivi
    2) linguistici ed emotivi
    3) relazionali

    Dal punto di vista cognitivo, la lettura ad alta voce ha effetti sulla memoria, sulla capacità di attenzione e di problem-solving. A livello linguistico, già si è detto come la lettura ad alta voce sia in grado di ampliare il vocabolario, aiutare ad una maggiore comprensione del testo e far crescere le future abilità di lettura. Dal punto di vista emotivo e relazionale, il leggere insieme, fa rafforzare le competenze relazionali e di empatia, aiutando a costruire legami di fiducia e di ascolto.

    Leggere albi illustrati: tra quotidianità e prime scoperte del mondo

    Kvêta Pacovská, artista e illustratrice di origine ceca e medaglia internazionale Hans Christian Andersen (1992 ) diceva che l’albo illustrato è la prima galleria d’arte che il bambino visita. Una galleria d’arte, in cui testo e immagini di un libro, integrano e rafforzano le esperienze dal vero.

    Fin dai primi mesi di vita, la lettura condivisa rappresenta una valida impalcatura per sostenere il bambino nell’acquisire la capacità di controllo e gestione dei suoi impulsi e di regolazione emotiva. E nel famoso saggio Leggimi forte di Rita Valentino Merletti e Bruno Tognolini passano in rassegna tutti gli aspetti positivi della lettura ad alta voce. Se non lo avete ancora letto, lo trovate qui.

    La lettura ad alta voce dovrebbe diventare una pratica quotidiana, fatta senza forzature, in un momento rilassante e raccolto. Pensate al logo di Nati Per Leggere: una mamma con in braccio il suo bambino e un libro aperto. Io amo leggere perché amo te, sembra dirci.

    Bellissima e degna di essere menzionata, anche la filastrocca di Nati Per Leggere composta dal poeta Bruno Tognolini:

    Leggimi subito, leggimi forte

    Dimmi ogni nome che apre le porte

    Chiama ogni cosa, così il mondo viene

    Leggimi tutto, leggimi bene

    Dimmi la rosa, dammi la rima

    leggimi in prosa, leggimi prima.

    Leggere è un gran bel modo di crescere

    Leggere è un gran bel modo di crescere scrive Cristina Petit nel libro taccuino “Tutti i libri che abbiamo letto insieme”:

    “Si cresce leggendo. Leggendo si cresce. […] 

    I libri aiutano a diluire le emozioni così forti e improvvise e amplificano le loro ottime intuizioni sul mondo. La lettura fornisce nei piccolissimi l’attivazione del pensiero analogico e la vita comincia ad avere un ordine perché la storia nella sua massima finzione, fa emergere le qualità narrative della propria esistenza e improvvisamente il mondo è più comprensibile e amabile[…] 

    Un libro fin da piccoli ci allena alla pazienza perché la storia non arriva tutto e subito. Io regalo il tempo alle parole e loro dentro di me diventano qualcosa di molto più maestoso perché sono noccioli di grande lentezza”.

    Sempre in questo testo Cristina Petit afferma poco dopo:

    La pratica della lettura condivisa fin da piccoli è il modo più efficace per apprendere ed amare i libri e la lettura. Tutti i bambini hanno bisogno di storie e di un genitore che trasformi le parole che legge in carezze, coccole, risate.”

    Leggere a scuola: accesso alla lettura e democrazia cognitiva

    Prima ancora di apprendere tecnicamente a leggere, i bambini imparano a leggere ascoltando, si preparano cioè con specifiche tappe a sviluppare un’altra abilità più complessa e articolata che è quella della lettura autonoma. Ma questa è un’altra storia.

    Anche se la famiglia è la prima culla della lettura, un altro spazio privilegiato è la scuola.

    Federico Batini nel suo libro “Leggimi ancora. lettura ad alta voce e life skills” (Giunti Scuola, 2018) scrive che: “non è realistico pensare che i progetti di promozione della lettura rivolti ai genitori, per quanto importanti, risolvano il problema dell’enorme differenza in termini di accesso ad esperienze di lettura  per i bambini. Spesso a questi progetti, inoltre, partecipano prevalentemente genitori che hanno già a cuore il tema approfondendo, se possibile, le differenze“.

    E ancora:
    Le scuole rappresentano l’unico ambiente dove è possibile raggiungere tutti, cercando di attenuare gli effetti negativi che si associano alle condizioni di svantaggio. Dell’abitudine della lettura deve farsi carico il sistema di istruzione dedicando un tempo adeguato.

    Federico Batini parla da sempre di lettura ad alta voce come concetto di democrazia cognitiva, in grado di rispondere alle differenze sociali che alcuni bambini si portano sulle spalle.

    Ecco perché è importante leggere a scuola ogni giorno. 

    Gli insegnanti appaiono quindi come donatori di storie, a loro il compito di scegliere bei libri e belle storie e regalare lettura libera e non volta alla verifica di abilità.

    Nella mia esperienza di maestra posso dire che la sensazione che ho è che le maestre sono troppo impegnate a riempire quaderni e poco a riempire i cuori. 

    Concludo, con una citazione di Plutarco, che diceva che “gli studenti non sono vasi da riempire ma fiaccole da accendere”.

    Un modo per accendere le scintille è leggere tante belle storie. 

    Chi è Simona Tondo?
    Sono insegnante nella scuola primaria a Lizzanello, provincia di Lecce e mamma di due gemelline di 7 anni.
    Laureata in Scienze Pedagogiche e Scienze della Formazione Primaria. Da circa 10 anni mi occupo di letteratura per l'infanzia e promozione della lettura a scuola e fuori dalla scuola. Ho frequentato corsi con Nati per Leggere, AIB, Hamelin, Artebambini e Accademia Drosselmeier. 
  • Stiamo passeggiando nel bosco e all’improvviso vediamo davanti a noi delle impronte. Questa notte ha piovuto e il terreno è fangoso. Le impronte attraversano il sentiero da una parte all’altra, per poi perdersi nel fitto del sottobosco e confondersi tra le foglie.

    Pensiamo subito ad un cinghiale o a un cervo. E se fosse un lupo?

    A tutti noi sarà capitato di scovare delle impronte nel terreno durante una passeggiata nel bosco o sulla neve. A volte, essere in grado di riconoscere l’impronta di un animale può fare un’enorme differenza! Ti è mai capitato?

    Impronta di scoiattolo. Foto presa dal sito http://www.studioforest.it

    Il libro che vi presento è un albo illustrato edito da Nomos, dedicato all’affascinante mondo delle orme, rigorosamente a grandezza naturale! Una lettura che abbraccia una fascia d’età molto ampia, che è in grado di generare curiosità e desiderio di conoscenza del mondo animale.

    Orme: impronte di animali a grandezza naturale, di John Townsend

    Orme: impronte di animali a grandezza naturale è un albo divulgativo pubblicato nel 2019 dalla casa editrice Nomos, e arrivato già alla seconda ristampa per il grande successo ottenuto. Scritto e illustrato da John Townsend, con la consulenza di esperti naturalisti, Orme è un libro che accende passione e curiosità verso il mondo animale, per bambini e adulti di tutte le età.

    Quando scorgiamo nel terreno l’impronta di un animale, mettiamo in moto i nostri sensi, ritroviamo abilità perdute e affiniamo il nostro processo deduttivo, al fine di comprendere quale animale si cela dietro ogni traccia: Orme è un albo illustrato che affianca l’esperienza dal vero, in cui il bambino può realmente mettersi alla prova, facendo supposizioni sulle orme degli animali che ha trovato durante una camminata all’aperto, facendo paragoni e raccogliendo informazioni sul mondo animale vicino e lontano.

    Orma di gorilla (Nomos, 2019)

    Per ogni animale scopriamo il suo nome collettivo, dove abita (grazie ad un mappamondo che mostra in quali continenti è diffusa la specie), la sua orma a grandezza naturale e le sue dimensioni comparate a quelle di un uomo.

    Che cosa sono le orme?

    Le impronte sono la forma delle zampe impressa sul terreno da un animale durante le sue fasi di spostamento e svolgimento delle attività. Se scorgiamo impronte singole, allora parliamo di orme, se le impronte invece sono organizzate insieme e vanno in una determinata direzione, si chiamano piste. Lo sapevi?

    Il segno lasciato dalla zampa di un animale è dato dall’appoggio del suo “piede” e dal suo modo di camminare: ci sono animali che appoggiano la pianta del piede e tutte e cinque le dita, altri che appoggiano solo le unghie del piede e altri ancora che appoggiano solo il cuscinetto plantare e le quattro dita.

    Ricci, daini, volpi…ma anche alligatori, gorilla ed elefanti!

    Pagina dopo pagina, scopriamo come il riccio, che dorme durante il giorno per procurarsi il cibo durante la notte, è dotato di una zampa posteriore leggermente più grande rispetto a quella anteriore. Facciamo la conoscenza del coniglio selvatico, diffuso perlopiù in Europa e caratterizzato da dita lunghe e palmate, per favorire la stabilità mentre salta: le sue zampe posteriori sono lunghe circa 6 cm!

    Orma di coniglio selvatico (Nomos, 2019)

    Ci emozioniamo per gli zoccoli della giraffa (lunghi circa 30cm) e rimaniamo impressionati dalle grandi mani del gorilla, così simili alle nostre…ma in grande scala! Quest’ultimi, diffusi tra le montagne dell’Africa centrale, sono oggi una specie in via d’estinzione e rappresentano le più grandi scimmie del pianeta.

    Nell’ultima pagina, le orme di un elefante africano e del suo cucciolo: ci meravigliamo nello scoprire che l’altezza di un elefante alla spalla è sempre il doppio della circonferenza della sua zampa e non possiamo che restare senza fiato davanti all’immensità della zampa posteriore di un elefante africano a grandezza naturale!

    Orma di elefante (Nomos, 2019)

    Dal toporagno al gorilla, dal pipistrello alla giraffa, Orme è una guida naturalistica insolita per conoscere la bellezza e la diversità del regno animale, a partire dalle impronte!

    Consigliato a bambini e adulti curiosi!

  • Ciao, lettrici e lettori di Trelibriallavolta! Anche questo mese ho il grande piacere di essere ospite del blog e questa volta vi propongo un giretto tra le pagine che hanno come filo conduttore il lavoro di Sydney Smith, illustratore canadese che negli ultimi anni è arrivato anche tra gli scaffali delle nostre librerie con le sue opere inondate – a mio vedere – di luce e bellezza.

    Un autore capace di dare voce alle piccole cose spesso inascoltate, come i fiori spontanei nati ai bordi della strada, o lo sguardo di un bambino che scruta il mare all’orizzonte.

    Sydney Smith, illustratore originario della Nuova Scozia, vive e lavora a Toronto, in Canada. Molti suoi libri illustrati hanno vinto riconoscimenti importanti, tra cui per ben due volte nel 2015 e nel 2017 il premio assegnato dal New York Times al miglior albo illustrato e, nel 2018, la Kate Greenaway Medal per “Town is by the Sea”. Ha ricevuto il Premio Andersen per il Miglior Albo Senza Parole con Fiori di città (Pulce edizioni). Con Piccolo in città (Orecchio Acerbo, 2020), ha vinto la Greenaway Medal 2021 compiendo il passaggio dalla professione d’illustratore a quella di autore unico.

    1) Piccolo in città di Sydney Smith (Orecchio Acerbo, 2020)

    Piccolo in città, uscito in Italia con Orecchio Acerbo nel 2020, ci trasporta nell’atmosfera di un inverno urbano. Attraverso una serie di tavole dal taglio squisitamente fotografico, quasi cinematografico, seguiamo l’itinerario di un bambino (ma potrebbe anche essere una bambina) tutto imbacuccato con uno zainetto in spalla attraverso una grande città, probabilmente Toronto.

    Piccolo in Città (Orecchio Acerbo 2021)

    Il piccolo protagonista viaggia da solo in autobus, con l’aria pensierosa. Scende ad una fermata, cammina nel traffico, poi segue un percorso che conosce. Ha un obiettivo, ma lo scopriamo lentamente. Le immagini sono potenti, a tratti tengono da sole la scena, come in un silent book. Le parole iniziamo ad udirle dopo alcune pagine.

    Io so che vuol dire essere piccoli in città.

    Nel caos della metropoli iniziamo a sentire questa piccola voce: la gente non ti vede, i rumori possono spaventarti, tutto è gigantesco e chiassoso e potresti non sapere cosa fare, dice. Ad un tratto capiamo che quello che stiamo ascoltando è un monologo interiore, o se vogliamo un dialogo silenzioso e intenso rivolto a qualcuno.

    Ma io ti conosco. Ce la farai. Se vuoi, posso darti qualche consiglio.

    E capiamo che il nostro protagonista è piccolo ma sa dove sta andando, conosce i luoghi del quartiere. Ogni tanto lo vediamo attaccare ad un palo un cartello, per la ricerca del suo gatto scomparso. Nel frattempo ha iniziato a nevicare, e da grigia la città inizia a colorarsi di bianco. Avvertiamo quasi sulla pelle il vento, i fiocchi di neve, le sensazioni pungenti di questo pomeriggio che si fa lentamente buio, le sagome degli alberi, i contorni sfumati dei grattacieli. Il nostro viaggiatore torna verso casa. Fuori dalla porta lo aspetta un abbraccio, e forse (ci viene suggerito ma non mostrato), dietro quella porta, una sorpresa che lo riempirà di gioia.

    2) Fiori di città di JonArno Lawson, Sydney Smith (Pulce Edizioni, 2020)

    Fiori di città (Pulce Edizioni, 2020)

    Fiori di città, ideato dal poeta JonArno Lawson e illustrato da Sydney Smith è un albo senza parole ci porta a fare una passeggiata tra le strade di Toronto seguendo una bambina dal cappuccio rosso che va a fare commissioni con il papà, in una gradevole mattinata di primavera.

    Lo scenario urbano nel quale la coppia si muove è tratteggiato in bianco e nero; nelle prime pagine, l’unica macchia di colore è la giacchetta rossa della bimba.
    Padre e figlia camminano per mano e attraversano vari paesaggi e quartieri. Il padre fa la spesa, parla al telefono, con il fare sicuro e spedito dei grandi distratti che però sanno dove andare. La figlia, con il suo sguardo bambino, rallenta il passo, si distacca e ritorna, osserva una miriade di particolari. Ed iniziano a comparire macchioline di colore: sono i fiori di città, quelli che spuntano tra le crepe del marciapiedi o dei muri, quelli che crescono inosservati, nel tran tran cittadino. La bambina li nota e inizia a raccoglierli.

    Man mano, altri elementi del paesaggio iniziano a colorarsi, quelli su cui si posa il suo sguardo, sensibile al respiro e al movimento costante della città. E poi il suo sguardo inizia a trasformare ciò che vede, attraverso piccolissimi gesti.

    La bellezza di questo albo mi ha lasciato senza fiato. Una bellezza e una meraviglia che sono ovunque – non “nonostante” o “persino” in città, ma proprio nella città. Parte integrante di questa meraviglia è il silenzio, l’assenza di testo che invita ad un’esperienza ancora più immersiva.

    3) Io parlo come un fiume di Jordan Scott e Sidney Smith (Orecchio Acerbo, 2021)

    Io parlo come un fiume è un albo illustrato approdato di recente nelle nostre librerie, nato dalla collaborazione con Jordan Scott, in cui Smith si fa interprete delicato e intenso del vissuto di un bambino con la balbuzie.

    Io parlo come un fiume (Orecchio Acerbo, 2021)

    In Io parlo come un fiume, la luce accarezza la cameretta e i giocattoli del piccolo protagonista, che come ogni mattina, si alza e inizia una nuova giornata nella quale dovrà fare i conti con la fatica di vivere immerso in un mondo di parole e suoni che conosce, che sono vivi e tridimensionali nella sua mente, ma gli rimangono intrappolati in bocca.

    La scuola è il luogo dove il suo disagio si esprime al massimo: questa, poi, è una mattina “no”. Bloccato e spaventato, il nostro protagonista si sente sopraffatto dalle parole che sente nella gola, sulla lingua, che non riescono ad uscire, in soggezione di fronte allo sguardo del maestro, e soprattutto dei compagni.

    Ad allentare la morsa di questa tensione, arriva il padre, all’uscita da scuola. Finalmente un adulto con il quale il bambino può condividere un confortevole silenzio e un abbraccio che sa ricomporre i suoi pezzi. Il padre lo porta al fiume, e a quel fiume paragona il figlio, che finalmente trova una forma, un elemento nel quale riconoscersi. Il fiume che è via via gorgogliante, tumultuoso, calmo diventa il luogo, fisico e mentale, capace di restituirgli un senso di sé integro, completo.

    4) La mia città sul mare di Joanne Schwartz e Sidney Smith (Pulce Edizioni, 2020)

    Ne La mia città sul mare (Town is by the sea nell’edizione originale) Smith presta il suo sguardo e la sua arte al racconto di un’esperienza collettiva ben precisa, quella delle città minerarie del Canada.

    Attraverso i testi di Joanne Schwartz e le vibranti illustrazioni di Sydney Smith visitiamo la cittadina di Cape Breton negli anni ’50. La vediamo attraverso lo sguardo di un bambino che vive di fronte all’oceano e in simbiosi con un mondo naturale vibrante di vita. Il suo sguardo, però, si posa spesso sulle onde sapendo che suo padre, mentre fuori il sole investe di luce la casa, il campo giochi, le strade nelle quali il bambino gioca, è sottoterra, nelle miniere di carbone. Un’attività dalla quale dipende il benessere della sua città, che accompagna e segna profondamente la vita – una vita di lavoro duro, faticoso, pericoloso – di tantissime persone.

    In una lenta e continua tensione tra sopra e sotto, tra l’immenso spazio delle colline verdi che si affacciano sull’oceano e le gallerie sotterranee dove sappiamo che si trova il papà, seguiamo il bambino in una lunga giornata estiva. Alle pagine che riverberano della luce del mare e dei campi si alternano, in netto contrasto, doppie pagine quasi completamente nere, nelle quali vediamo il papà e i suoi colleghi trivellare, piazzare gli esplosivi e allontanarsi.

    Ad un certo punto, vediamo la galleria vuota. Ma l’ombra del papà compare sulla porta: un’altra giornata di lavoro è finita, ed è rientrato, sano e salvo. La famiglia condivide la cena e qualche momento di relax, tutti accoccolati sulla panchina nel portico, a guardare il mare. Quel mare a cui le loro vite sono inestricabilmente legate, che incarna in sé la bellezza imponente della natura e il conforto che ne deriva, e al contempo la potenza della natura e i rischi insiti in un lavoro come quello dei minatori.

    Di notte, il bambino ascolta i rumori del mare e pensa al padre, ai tunnel sotterranei che, in un giorno non lontano, anche lui dovrà percorrere, come gli uomini della sua famiglia prima di lui.

    Ho incontrato questo illustratore per la prima volta tra le pagine di Piccolo in città, e da allora l’ho cercato e ritrovato con piacere altrove, e ogni volta è stata una scoperta. Il suo tratto è al contempo riconoscibile e versatile, a denotare una grande capacità di adottare voci, toni, modalità di narrazione pur mantenendo una propria intensità e vividezza di fondo. Vi piace il suo stile? Quali sono le vostre illustratrici e i vostri illustratori del cuore?

    Lawson, J., Smith, S. (2020). Fiori di città. Pulce edizioni

    Schwartz, J., Smith, S. (2017). Town is by the sea. Walker Books (ed.italiana La mia città sul mare, Pulce edizioni).

    Scott, J., Smith, S. (2021). Io parlo come un fiume. Orecchio acerbo editore.

    Smith, S. (2020). Piccolo in città. Orecchio acerbo editore.

    Chi è Polly (Elena Poletti)?
    Sono una lettrice appassionata di letteratura per bambini e ragazzi, sulla quale continuo a formarmi e di cui scrivo nel mio blog Immaginarie (https://immaginarie.net/). Nella vita fuori dalle pagine, ho studiato nell'ambito delle scienze sociali e lavoro nella comunicazione nel non profit. 'Da grande' vorrei cambiare (un pochino) il mondo e, alla fine, diventare una brillante vecchia eccentrica.
  • Perchè è importante crescere bambini consapevoli e rispettosi dell’ambiente?

    1. Perché da piccoli si impara più facilmente: meglio iniziare da bambini con le buone abitudini e i buoni stili di vita e di consumo;
    2. Perché contribuisce a formare l’uomo o la donna che saranno da grandi
    3. Perché il futuro del pianeta è nelle nostre, ma soprattutto nelle loro mani!

    Cosa vuol dire crescere bambini consapevoli e rispettosi dell’ambiente?

    Crescere bambini consapevoli e rispettosi dell’ambiente è fondamentale per preservare il futuro del nostro Pianeta. Ma diventare più consapevoli o rispettare l’ambiente non sono abilità che si imparano meccanicamente.

    Ecosaggezza

    Lo sviluppo di una sensibilità ecologica nasce da un’altra parte: dall’immersione nella natura, dalla conoscenza e dalla connessione con l’ambiente naturale. Amando la natura e sentendosene parte, sarà più facile preservarla e compiere azioni che la tutelino. Solo grazie ad un’ecosaggezza (così la definisce Rosa Tiziano Bruno nel suo saggio “Educare al pensiero ecologico“) è possibile prendersi cura del Pianeta.

    C’è una casa editrice che ha fatto propria questa missione, ispirando i bambini a fare la differenza e a prendersi cura della Terra e degli altri, Avventura dopo Avventura. E’ il club dei Cerca-cose!

    Club dei Cerca-cose: avventure per posta

    Il Club dei Cerca-cose: giochi per bambini sulla natura per un mondo più sostenibile

    Il Club dei Cerca-cose è una casa editrice specializzata in giochi per bambini sulla natura con la missione di ispirare le bambine e i bambini a fare la differenza, prendendosi cura della Terra e degli altri, Avventura dopo Avventura. Il progetto è nato da un’idea di Anna Delle Noci, Roberta Cagnetta e Alessandra Macchitella.

    Foto tratta dal sito de Il Club dei Cerca-cose

    Il Club dei Cerca-cose si ispira all’Agenda 2030 dell’ONU che aiuta le bambine e i bambini a sviluppare pensiero critico, consapevolezza e competenze chiave per il loro futuro. L’Agenda individua 17 obiettivi di sviluppo sostenibile per migliorare entro il 2030 la vita del pianeta e dei suoi abitanti.

    Chi sono i Cerca-cose?

    Foto dal sito de Il Club dei Cerca-cose

    I Cerca-cose siete voi, siamo tutti noi! Un Cerca-cose è chiunque decida di prendersi cura dell’ambiente e che abbia voglia di svolgere la missione! Nessun cerca-cose è troppo piccolo per fare la differenza!

    Avventure per posta: come si gioca?

    Sul sito web www.ilclubdeicercacose.com potete acquistare le Avventure (singolarmente o in pacchetto). Dopo pochi giorni, arriverà per posta una bella busta di carta con il kit completo per realizzare le missioni, composto da: il giornale dei Cerca-cose, il taccuino e la busta delle missioni, la mappa con gli adesivi, il distintivo termoadesivo e…un oggetto misterioso.

    Le missioni si possono compiere da soli, ma per alcuni passaggi l’aiuto di un adulto può essere necessario!

    Foto tratta dal sito de Il Club dei Cerca-cose
    Le missioni disponibili ad oggi sono 3:

    Avventura n. 1 Salviamo gli alberi: per scoprire perché gli alberi sono fondamentali per salvaguardare la biodiversità, che cosa è l’attivismo ambientale e la storia della donna-farfalla che ha vissuto su una sequoia. Per imparare come sono fatti gli alberi, come riconoscerli dalle foglie, a costruire una casetta per gli uccelli, e altro ancora!

    Avventura n.2 Alla ricerca dei fiori perduti: per scoprire perché i fiori selvatici sono fondamentali per salvaguardare la biodiversità, che cosa sono i community garden e da chi sono stati creati. Per imparare a prendersi cura di un’aiuola, a dare un nome alle piante, a far ritornare le farfalle e le api nelle città, e altro ancora!

    Avventura n.3: Nuova vita all’orto: per scoprire come fare un orto dagli scarti, che cosa sono le banche di semi e la storia della scienziata che lotta per salvare i semi. Per imparare passo passo la cura e la preparazione di un orto, che sia quella di un giardino o di un vaso sul balcone, a riconoscere gli alimenti equo-solidali, a costruire rifugi per gli insetti giardinieri, e altro ancora!

    Il Club dei Cerca-cose: un progetto eco-friendly

    • ecologico: stampa su carta certificata riciclata con inchiostro ecologico, non contiene oggetti o involucri di plastica usa e getta;
    • inclusivo: per bambine e bambini senza stereotipi. Non c’è il kit rosa per bambine e celeste per bambini;
    • made in Puglia: ideazione, progettazione e stampa in Puglia;
    • durevole: una volta completate, le Avventure daranno vita all’archivio segreto dei Cerca-cose.

  • I libri fotografici per bambini sono una proposta di lettura di qualità che può essere fatta ai bambini sin dai primi anni di vita. Un libro o catalogo fotografico per l’infanzia, è un libro composto da fotografie o immagini estremamente realistiche, che ritraggono oggetti quotidiani, come animali, mezzi di trasporto, cibo, indumenti, giocattoli, elementi naturali legati al mondo del bambino.

    E’ stato studiato come l’osservazione di immagini reali aiuti i bambini a sviluppare un pensiero simbolico.

    Il catalogo fotografico per bambini è un libro che invita lo sguardo, stimola il dialogo e l’ampliare delle conoscenze. Un supporto per meravigliarsi e mappare il proprio mondo.

    Leggi anche: Libri fotografici per bambini: dall’osservazione allo sviluppo del linguaggio

    Ecco una selezione dei migliori libri fotografici per bambini

    Due piccoli orsi di Ylla

    Due piccoli orsi, edito da Orecchio Acerbo,raccoglie una serie di scatti in bianco e nero realizzata negli anni Cinquanta dall’avventurosa fotografa Ylla (1911-1955), attenta osservatrice del mondo animale nella sua alterità. Dalle fotografie nasce una storia di crescita e scoperta, dove i piccoli orsi si confrontano con le regole e sperimentano l’avventura, la separazione dalla madre, l’incontro con altre creature.

    Il mio asinello Benjamin e io di Hans Limmer e Lennart Osbeck

    Il mio asinello Benjamin e io di Hans Limmer e Lennart Osbeck (Terre di Mezzo, 2022) è un libro fotografico con immagini tenere e commoventi, che raccontano una storia vera, quella di Susi, il suo papà e un asinello smarrito. Benjamin – così viene chiamato l’asinello, diventa il compagno di giochi preferito: la bimba se ne prende cura in ogni momento, fanno il bagno, corrono, giocano, esplorano.

    La storia di un’amicizia tra cuccioli che, anche grazie a questo legame speciale, crescono, con tutto ciò che questo significa: andare verso spazi nuovi, separarsi, ritrovare – insieme – la strada di casa. In dialogo con il paesaggio fuori e le emozioni dentro.

    Quattro passi di Chiara Carminati e Massimiliano Tappari

    Quattro passi di Chiara Carminati e Massimiliano Tappari (Lapis, 2022) è un viaggio lento attraverso luoghi vicini e abituali, ma non per questo privi di fascino, soprattutto agli occhi dei bambini piccoli, così attenti ai dettagli che noi adulti diamo per scontati: lampioni, alberi, insegne… Ed è proprio grazie al ritmo rilassato della passeggiata che gli occhi riescono a notare somiglianze e differenze tra gli elementi del paesaggio urbano. Stimolati a osservare con sguardo curioso, i bambini scoprono che ogni cosa del mondo non è mai solo se stessa, ma ne richiama un’altra.

    Let’s find Momo! e Let’s find Momo outdoors! di Andrew Knapp

    Let’s find Momo! e Let’s find Momo outdoors! di Andrew Knapp sono tra i libri fotografici per bambini più belli che si possano trovare. Due libri che si basano sul meccanismo del cerca-trova: Momo e Boo si nascondono ovunque! In giardino, in cucina, nella libreria…riesci a trovarli?

    La fourmi et le paresseux. Histoires de la forêt lointaine di Ianna Andréadis

    Il titolo tradotto di questo libro fotografico ricco di vita è: La formica e il bradipo: storie della foresta lontana. Lontano da qui, la foresta tropicale del Costa Rica brulica di vita: alza la testa, solleva lo sguardo! Potrai vedere un bradipo appeso a un albero, un tucano dal becco multicolore, un quetzal color smeraldo, un’iguana, ma anche radici, liane, insetti..un mondo intero da scoprire!

    Leggi anche: Come si legge un libro fotografico?

    Veau, vache, cochon…di Nicolette Humbert

    Veau, vache, cochon (Vitello, mucca, maiale) dell’autrice francese Nicolette Humbert, è un libro fotografico senza parole sugli animali della fattoria. Su ogni facciata, una foto ad alta risoluzione di mucche, cavalli, maiali, capre, con dettagli e prospettive interessanti, che rendono questo libro unico e originale.

    Il cestino delle stagioni di Chiara Arienti e Andrea Nastasi

    I cestini delle stagioni di Chiara Armenti e Andrea Nastasi è una recente pubblicazione della casa editrice Il Castoro. Un cestino per ogni stagione, per ripercorrere le esperienze vissute tutto l’anno e acquisire le prime parole legate alle stagioni, alla natura, al tempo. Le fotografie, accattivanti e realistiche, suscitano curiosità e fanno venire voglia di riprodurre il cestino a casa!

    Les animaux de la ferme di François Delebecque

    Les animaux de la ferme (Gli animali della fattoria) di François Delebecque: un libro fotografico di grande formato e divertente da leggere insieme o da soli. Dotato di alette da sollevare, immagini ad alto contrasto (con le sagome nere degli animali sullo sfondo bianco) e fotografie degli animali nel loro ambiente naturale. Uno dei libri più belli sulla fattoria!

    Zack le maniaque di Odile Bailloeul

    Benvenuti nel mondo in miniatura e antropormofo dei topolini di Odile Bailloeul con Zack le maniaque! Un mondo di fantasia realizzato in tessuto, ambientato in contesti reali e fotografato da Claire Curt. Lui è Zack, un topolino che non ama sporcarsi o bagnarsi sotto la pioggia. Non sopporta le cose fuori posto e i cappelli che gli danno fastidio, ma quando la mamma fa la torta di cioccolato…beh tutto cambia!

    Automne, Printemps di Marc Pouyet

    Automne e Printemps o Autunno e Primavera: due albi cartonati fotografici che sono una celebrazione della natura nelle diverse stagioni. Entrambi, mostrano dettagli del mondo naturale (un fiore, una foglia, un sasso) legati alla stagione e presentano composizioni che invitano a scoprire forme, colori e tesori. Un imagier per i piccoli e i loro genitori.

    Giallo, rosso, blu di Tana Hoban

    Giallo, Rosso, Blu di Tana Hoban (il titolo originale è Red, Blue, Yellow shoe) uscito nell’edizione italiana nel 2021 per i tipi di Camelozampa. Un libro fotografico in cui vengono rappresentati oggetti, elementi naturali, e animali vicini al vissuto del bambino, attraverso fotografie nitide che creano una sensazione quasi di tipo tattile che stimola il bambino a toccare ed esplorare l’albo.

    Leggi anche: Tana Hoban e la fotografia nei libri per bambini

    Ciccì Coccò di Enzo Arnone e Bruno Munari

    Cicci Cocco copertina Munari Arnone per Corraini
    Cicci Coccò (Corraini)

    Ciccì Coccò è un bellissimo albo fotografico in bianco e nero realizzato dalla coppia Enzo Arnone-Bruno Munari e pubblicato da Corraini. Uno sguardo veritiero e spontaneo sull’infanzia, una celebrazione del quotidiano in una raccolta di fotografia scattate alla fine degli anni Settanta, che ritraggono bambini in momenti di gioco e scoperta.

    Gioco il mondo di Elisa Mazzoli e Tatiana Gambetta

    Gioco il mondo di Elisa Mazzoli, con le foto di Tatiana Gambetta, è una pubblicazione che con spontaneità e leggerezza mostra momenti di quotidianità e di gioco, là dove il quotidiano è anche il punto di partenza per la scoperta del mondo. Un breve testo accompagna le foto, rendendo la lettura piacevole, insieme o da soli!

    Se ancora non l’hai fatto, scarica la bibliografia dedicata ai libri fotografici!

  • I libri fotografici per bambini hanno iniziato ad entrare nel mercato editoriale italiano da pochi anni. Il loro ingresso è stato sicuramente facilitato dal lavoro della Bologna Children’s Book Fair, che ha aperto le porte al libro fotografico nel mercato italiano.

    Già molto popolari in Francia e nei paesi nord-europei, i libri fotografici destinati alla prima infanzia, hanno acquisito crescente popolarità per via dell’idea che “l’esposizione di bambini e bambine alle fotografie sia relazionata allo sviluppo cognitivo, affettivo, linguistico, con un ruolo determinante nello sviluppo dell’empatia“, come scrive Francesca Romana Grasso nel suo saggio “Primi libri per leggere il mondo. Pedagogia e letteratura per una comunità educante” (Ed. Bibliografica, 2020).

    l libri fotografici e con immagini reali, accompagnano il bambino nello sviluppo di un pensiero simbolico, in cui l’immagine è una forma di rappresentazione mentale.

    Ma che cos’è un libro fotografico?

    Un libro o catalogo fotografico per l’infanzia, è un libro composto da fotografie o immagini estremamente realistiche, che ritraggono oggetti quotidiani, come animali, mezzi di trasporto, cibo, indumenti, giocattoli, elementi naturali legati al mondo del bambino.

    Il libro fotografico per bambini viene offerta ai bambini come strumento per mappare il mondo (non conoscerlo, per quello c’è l’esperienza diretta!) attraverso immagini reali.

    Dov’è Momo? (Topipittori, 2021)

    Molto spesso nelle proposte di lettura destinate ai piccolissimi, le immagini sono falsate rispetto al loro aspetto reale e alterate da colori che non descrivono le qualità originali dell’oggetto, rendendo il riconoscimento da parte dei bambini difficile o scollegato dalla realtà.

    Come orientarsi allora nel mondo dei libri fotografici per bambini?

    Clicca qui per scaricare la bibliografia dedicata ai libri fotografici

    Libri fotografici e l’educazione dello sguardo

    I cataloghi fotografici sono libri che invitano lo sguardo a posarsi sulle immagini, chiamando in campo tutte le conoscenze del mondo che ha il bambino. In questo senso, la lettura è capacità visuale e figurativa, non solo competenza alfabetica.

    E’ in questo, che sta il piacere che i bambini traggono dalle immagini: a loro piace riconoscere ciò che conoscono; per loro è un piccolo trionfo personale
    (Mary Steichen Calderone)

    La scoperta di un elemento del quotidiano all’interno di un libro genera stupore e curiosità nel bambino. Le immagini realistiche all’interno di un libro fotografico, stimolano lo sguardo alla ricerca di dettagli, similitudini, oggetti nuovi e conosciuti nel mondo reale. Come nel libro “Des gouts et des couleurs. Histoires de fruits et des légumes” di Ianna Andréadis dove le fotografie realistiche di frutta e verdura sul banco del mercato, attirano lo sguardo e permettono di creare nessi e collegamenti con l’esperienza diretta del bambino.

    Des gouts et des couleurs. Histoire de fruits et de légumes (Ianna Andréadis, Les Grande Personnes, 2021)

    Come si legge un libro fotografico?

    Un libro fotografico si presenta generalmente come un libro senza parole, o con pochissimo testo. L’assenza di parole è spesso un aspetto che mette in difficoltà i genitori, perchè richiede la mediazione della storia da parte dell’adulto. Ma non lasciatevi spaventare!

    Il miglior modo di leggere un libro fotografico è quello di iniziare a parlare insieme di quello che si sta osservando, facendo attenzione ai dettagli, nominando gli oggetti familiari, scoprendo parole nuove, e facendo riferimento alla propria esperienza quotidiana.

    Dov’è Momo? (Topipittori, 2021)

    Prendete ad esempio l’illustrazione qui sopra di Dov’è Momo? albo cartonato di successo arrivato in Italia con Topipittori nel 2021. Il fotografo Andrew Knapp nei suoi libri (da non perdere anche Let’s find Momo outdoors – edizione disponibile solo in lingua inglese ma che trovate qui) racconta le avventure di Momo, affettuoso border collie, compagno di giochi e di vita del fotografo.

    Un libro che invita i bambini e gli adulti ad osservare e a non dare per scontato l’atto del vedere. La pagina di sinistra mostra tre oggetti più Momo, invitando il lettore a trovarli nella pagina di destra. Immaginando di proporlo ad un bambino di due o tre anni, Dov’è Momo? offre innumerevoli modalità di lettura: si può fare a gara a chi trova prima gli oggetti nell’ambiente, si possono nominare le cose che si vedono, perdersi tra i dettagli che si conoscono, ampliare il vocabolario (in una o più lingue!) e dare l’opportunità ai bambini di fare domande. Un libro che permette la lettura autonoma da parte e allena lo sguardo.

    In qualsiasi maniera venga letto, il libro fotografico offre una grande opportunità di dialogo tra adulti e bambini.

    A che età si può proporre un libro fotografico?

    I libri fotografici sono proposte estremamente versatili che possono essere offerte ai bambini a partire dai pochi mesi di vita. Intorno ai 15 mesi, il bambino è capace di riconoscere una sedia disegnata e mostrare quella reale presente nella stanza. Allo stesso modo davanti alla foto di un ciuccio, può scegliere di pronunciare la parola, oppure andare alla ricerca del suo ciuccio. Questi passaggi, segnano l’inizio della presa di coscienza tra il mondo rappresentato e quello reale, quello che Jean Piaget chiamava “costruzione del reale“.

    Libri fotografici: sviluppo del linguaggio e bilinguismo

    Da uno a tre anni, il vocabolario dei bambini passa da 10 a 300 parole circa. I cataloghi fotografici svolgono un ottimo lavoro di rinforzo linguistico e apprendimento di nuove parole. Le fotografie sostengono lo sviluppo linguistico, perchè contengono immagini reali con oggetti ed elementi calati in contesti precisi, creando occasioni uniche per nominare, ripetere e fare collegamenti.

    Que s’est-il passé? (Nicolette Humbert, La Joie de Lire, 2014)

    I libri fotografici sono inoltre un supporto davvero valido per famiglie bilingue o plurilingue: l’assenza (quasi sempre) di testo offre l’opportunità di leggere in qualsiasi lingua, permettendo di utilizzare questi libri come incredibile strumento di scoperta e consolidamento di una seconda o terza lingua.

    Se non hai ancora scaricato la bibliografia dedicata ai libri fotografici, puoi farlo cliccando QUI.

    Fammi sapere cosa ne pensi, o se hai altri titoli da aggiungere. Puoi farlo lasciando un commento qui sotto!

  • E’ uscito a gennaio in libreria un libro finora inedito in Italia: si tratta di Ellen e il leone (Ellen’s lion è il titolo nell’edizione originale) di Crockett Johnson, pubblicato per la prima volta negli Stati Uniti nel 1959, e ora tradotto da Sara Saorin e pubblicato da Camelozampa (2022) per la collana I Peli di Gatto.

    Vi ricordate di Harold e la matita viola? Ecco, Ellen e il leone è un libro scritto dallo stesso autore e in effetti la somiglianza tra Harold e Ellen è piuttosto evidente, così come lo sono i colori utilizzati: qui non c’è il viola, ma ricorrente e tratto distintivo dell’autore, è l’uso di una palette di pochi colori (il nero, il giallo-arancio e il grigio), con le figure contornate dalla famosa linea nera.

    Ellen e il leone è un libro a capitoli dedicato a tutti i lettori che hanno amato Harold e ora cercano storie più articolate, come lettura ad alta voce o prima lettura autonoma, grazie al carattere ad alta leggibilità (che contraddistingue tutta la collana) e i capitoli brevi.

    Ellen e il leone, Camelozampa (2022)

    Ellen e il leone è una raccolta di 12 racconti brevi, che vedono come protagonisti una bambina piena di immaginazione e il suo animale di pezza. Ellen e il suo leone ci accolgono nei loro momenti di gioco e dialogo e nelle loro avventure immaginarie all’interno della cameretta della bambina.

    Come quando fanno un viaggio in treno in Arabia passando per la Groenlandia, o quando Ellen gioca alla dottoressa e intima al suo caro animale di pezza, che è giunto il momento di smettere di fumare! O come quando Ellen chiede al leone se ha già pensato a cosa farà da grande, o quando lo porta a scalare una montagna altissima, la cui vetta corrisponde alla testiera della poltrona del salotto.

    Ellen si sedette sul poggiapiedi e osservò pensierosa il leone, steso a terra a pancia in giù.
    «Ogni volta che noi due facciamo conversazione, parlo sempre io, vero?» gli disse.
    Il leone rimase in silenzio.
    «Non ti lascio mai dire una parola» disse Ellen.
    Il leone non disse una parola.
    «Il mio problema è che parlo troppo» continuò Ellen. «Immagino di non essere stata molto educata. Ti chiedo scusa».
    «Oh, non ti preoccupare, Ellen» disse il leone.
    Ellen balzò in piedi e cominciò a fare i salti di gioia. «Hai parlato!» esclamò. «Hai detto qualcosa!»

    Ellen e il leone: tra immaginazione e realtà

    In Ellen e il leone, i dialoghi sono scanditi dalla fervida immaginazione di Ellen e dalla lucida razionalità del suo amico di pezza. Le conversazioni sono leggere ma profonde, giocose ma al tempo stesso serissime.

    Una raccolta di racconti dal sapore passato e a tratti nostalgico, in cui siamo testimoni di come il gioco e l’immaginazione siano senza tempo, così come il tono umoristico di Crockett Johnson, che a distanza di oltre sessant’anni appare più attuale che mai.

    Ellen e il leone ricorderà, ai bambini più grandi e agli adulti, i giochi dell’infanzia, quando si giocava a far finta che, pretendendo che un qualcosa (un oggetto, un peluche, un divano…) fosse in realtà qualcos’altro (una spada, un dottore, una montagna da attraversare).

    Un gioco simbolico, come quello di Ellen e il suo leone di pezza, in cui l’animale senza vita, si anima, grazie alla fantasia della bambina, che lo fa parlare, camminare, ragionare, scalare montagne e far deragliare i vagoni di un treno.

    Se ti è piaciuto, lo puoi trovare qui.

  • Jan Ormerod, è stata un’autrice e illustratrice australiana (1946-2013) che nei suoi libri ha saputo rappresentare l’infanzia, la quotidianità e le relazioni familiari con uno sguardo fresco e ricco di semplicità. Ispirata dall’osservazione dei suoi figli, la Ormerod, dopo aver vinto nel 1982 il prestigioso premio inglese Mother Goose Award con il suo albo di debutto Sunshine, ha continuato a scrivere per bambini, arrivando a pubblicare più di 50 titoli nel corso della sua carriera.

    Raccontare la quotidianità nei libri per bambini

    In Messy Baby (1985), Sleeping (1985) e Mum’s home (1987) la sua capacità di rappresentare il mondo bambino con essenzialità e verità, utilizzando linee pulite e colori chiari, l’ha resa osservatrice d’onore ed interprete di tutti quei momenti quotidiani che si vivono quando arriva un bambino nella vita di una mamma e di un papà: il disordine, la stanchezza, i giochi, la merenda, le prime scoperte, lo stare insieme.

    Con illustrazioni su fondo bianco e giusto un accenno di testo, sono libri ben realizzati che mostrano routine genuine e familiari, momenti che qualsiasi mamma o papà ha conosciuto. Un ottimo punto di partenza anche per nominare oggetti, azioni, e parlare di cosa si fa insieme, in qualsiasi lingua.

    La quotidianità nei libri per bambini: Mum’s home

    In Mum’s home si diventa spettatori di uno spaccato di quotidianità e vita reale: una mamma incinta è stesa sul pavimento, le mani sul pancione e gli occhi chiusi ci suggeriscono che vorrebbe riposare, o almeno chiudere gli occhi per un po’. Accanto a lei, un gatto nero e il suo bambino curiosano in un cestino di vimini. L’idillio dura poco e la mamma sempre dalla sua posizione supina intrattiene il suo bambino chiedendogli cosa ha trovato nel cestino. I vestiti, dei fazzoletti e qualche mandarino rotolano fuori dalla cesta, sotto lo sguardo bonario della mamma.

    Illustrazione tratta da Mum’s Home di Jan Ormerod

    La quotidianità nei libri per bambini: Sleeping

    Sleeping è una narrazione per immagini calda e accogliente che mostra con spontaneità un momento di relazione tra un papà e il suo bambino. Quasi un libro senza parole: il testo si limita ai verbi che descrivono le azioni che compie il bambino protagonista, intento a svegliare il suo papà.

    Peeping – Climbing up – Pulling his nose – Cuddling

    Cosa ne dite? Secondo voi è riuscito a svegliarlo?

    Illustrazione tratta da Sleeping di Jan Ormerod

    La quotidianità nei libri per bambini: Messy baby

    Messy baby racconta attraverso immagini realistiche, la routine di un papà e del suo bambino intenti a riordinare. Ma come tutti coloro che hanno avuto a che fare con bambini piccoli ben sanno, se c’è qualcuno che mette a posto, c’è qualcun’altro che mette in disordine…

    Dad says ‘Soft toys in the box’

    He says ‘Books on the shelf’

    Illustrazione tratta da Messy baby di Jan Ormerod

    E solo nell’ultima pagina che il papà si accorge che nel frattempo tutto è di nuovo in disordine. “Never mind, let’s start again” dice il papà.

    La quotidianità secondo Jan Ormerod

    I libri della Ormerod, pubblicati in edizione flessibile da Walker Books nella seconda metà degli anni ‘80 (e pubblicati nel 1985 in Italia da Lito Roberto Terrazzi, Firenze) sono ormai sono introvabili, se non in biblioteca o in qualche mercatino dell’usato.

    Vi lascio con una curiosità: nei libri di Jan Ormerod, c’è spesso un gatto che partecipa alla scena o che se ne sta sullo sfondo, un omaggio dell’autrice al suo amore per i gatti!

  • In questi giorni è uscito in libreria Spettacolo a sorpresa, il nuovo albo illustrato di Attilio Cassinelli, in arte Attilio, pubblicato da Lapis (2022).

    Un autore, Attilio, che attraverso le generazioni ha disegnato e raccontato storie, e che negli ultimi anni, grazie anche al ruolo della figlia Alessandra e di editori come Lapis, ha visto un rilancio artistico di grande successo, che ha portato a riconoscimenti importanti come l’assegnazione del Premio Nati per Leggere 2020 per la sezione 6-18 mesi con l’albo cartonato “Primo” e numerose pubblicazioni all’interno delle collane “le minifiabe” e “le ministorie” di Attilio sempre per Lapis.

    Illustratore, poeta, narratore per immagini, oggi Attilio ha quasi 99 anni e nella sua vita ha creato tantissimo e ancora continua a farlo: grafiche, disegni, racconti, collane, album, giochi in scatola. 

    Attilio ha il grande merito di aver valorizzato la comunicazione visiva rivolta ai bambini più piccoli grazie alla sua singolare capacità di sintesi. E in effetti i personaggi di Attilio sono facilmente riconoscibili: il suo stile geometrico ed essenziale, unito ad un tratto nero spesso e un uso di tinte piatte, raccontano i suoi personaggi con caratteri espressivi e ben definiti.

    Qui il link all’intervista insieme alla figlia Alessandra, realizzata da Marcella Cossu in occasione della Mostra alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea sulla vita e le opere di Attilio, tenutasi nel 2020. Questo invece il catalogo della mostra.

    Spettacolo a sorpresa, Attilio (Lapis, 2022)

    Attilio è sempre stato sensibile alle tematiche ambientali, e il suo impegno è passato anche attraverso le pagine dei suoi libri destinati ai più piccoli.

    Spettacolo a sorpresa è una lettura in rima destinata a bambini di qualsiasi età, che fa riflettere sulla realtà degli animali selvatici cresciuti in cattività e impiegati negli spettacoli del circo. Una riflessione che arriva alla fine della storia, e che è in grado di far sorgere domande spontanee nei bambini e momenti di confronto e dialogo.

    Spettacolo a sorpresa: la trama

    “E’ arrivato il circo Banti
    con leoni ed elefanti
    con pagliacci e trapezisti
    e moltissimi altri artisti”

    Si apre così Spettacolo a sorpresa: qui Attilio come se fosse un direttore di circo ci presenta uno dopo l’altro gli artisti, che sembrano entrare in scena ed esibirsi dopo un roboante rullo di tamburi e un giro di applausi da parte del pubblico.

    Facciamo la conoscenza della bella Alice la famosa domatrice, ci sono poi Bobi e Rolando, l’equilibrista Maria Teresa, Mustafà il gran giocoliere, il trapezista impavido…

    …Ma ecco che in scena entrano anche un cavallo, un leone, una giraffa e un elefante. Ma come? Cosa ci fanno questi animali sotto il tendone di un circo?

    Le cose, impariamo presto, non sono quelle che sembrano, e l’autore ci offre un punto di vista nuovo sulla realtà del circo: come un abile burattinaio, Attilio, ci svela che in realtà gli animali non sono veritieri, ma costumi indossati dagli artisti del circo.

    “Ma c’è il trucco in tutto questo
    e a svelarlo si fa presto
    nel leone guarda qua:
    c’era il nostro Mustafà”

    La storia si chiude con un monito serissimo: gli animali devono stare nel cielo, in terra o nel mare, non nel circo certamente per far ridere la gente!

    Spettacolo a sorpresa: lo stile inconfondibile di Attilio

    Spettacolo a sorpresa è un libro suggerito dall’editore per una lettura dai 3 anni in su.

    E’ un libro che indubbiamente abbraccia fasce d’età diverse, ma che trovo adatto anche prima dei tre anni: le illustrazioni facilmente riconoscibili (la palla, il tamburo, gli animali…) e il testo in rima, lo rendono una bella lettura anche per bambini di due anni particolarmente abituati a leggere e ad ascoltare storie. (Testato su mia figlia duenne che l’ha apprezzato parecchio per la presenza di animali ed elementi a lei familiari).

    Il libro si apre con risguardi rosso vivo, come a ricordare il tendone di un sipario. Sulla doppia pagina che apre e chiude la storia, troviamo il palcoscenico stilizzato di un circo, con bandierine colorate, palle e tamburi. Il direttore del circo ci dà il suo benvenuto e ci invita a metterci comodi, così come Attilio prepara i suoi lettori alla storia.

    Lo sfondo è sempre bianco, confermando lo stile inconfondibile di Attilio, in uno scenario su cui si stagliano illustrazioni geometriche e figure stilizzate, aspetto che lo rendono un libro adatto anche per i bambini più piccoli.

    Sulla facciata di sinistra troviamo sempre un testo in rima che introduce il personaggio in scena in quel momento, mentre su quella di destra, un’illustrazione a tutta pagina, in cui l’artista del circo pare quasi essere illuminato da un fascio di luce, aspetto che ci viene suggerito per la sua forma tonda che pone in evidenza il soggetto, mettendo in ombra tutto il resto.

    Il testo, scritto in stampato maiuscolo, è composto da quartine a rime baciata, ricche di musicalità e facilmente orecchiabili, che donano un ritmo incalzante alla storia e mantengono il lettore attento pagina dopo pagina.

    Una scelta vincente quella della rima: sul potere della rima nella prima infanzia sono stati condotti diversi studi, tutti concordi nell’affermare che la rima favorisce lo sviluppo di competenze fonetiche e predispone ad una maggiore facilità nella lettura quando si inizia la scuola. (Se volete approfondire vi rimando al libro di Mem Fox “Reading Magic”, che trovate qui.

    Un libro che consiglio per:

    1. Bambini prima dei tre anni: nonostante non siano ancora in grado di comprendere a livello cognitivo la storia, si abituano al suono della lingua e alla sua musicalità, acquisendo nuovo lessico;
    2. Esercitarsi a nominare gli oggetti che si conoscono e come occasione di dialogo in famiglia;
    3. Riflettere insieme ai bambini più grandi, a scuola o in famiglia, sulla realtà del circo e degli animali tenuti in cattività;
    4. Bambini più grandi, di 5 o 6 anni: per il piacere di una prima lettura autonoma (grazie al carattere stampato maiuscolo del testo)

  • Come parlare ai bambini di rispetto dell’ambiente? Ecco una serie di libri ecologisti per mostrare ai bambini come la differenza può essere fatta ogni giorno, e che le scelte di tutti, anche dei piccoli, hanno un impatto enorme sulla salute del Pianeta.

    Libri ecologisti: tre proposte di lettura per bambini per riflettere su temi come il riciclo, la plastica e l’impatto dell’uomo sul Pianeta

    Libri ecologisti per i più piccoli: Il Riciclo, Lorna Freytag (Lapis, 2021)

    Il riciclo di Lorna Freytag, pubblicato da Lapis (2021) è un’ottima lettura ecologista per iniziare a parlare ai più piccoli di consumo consapevole e impatto ambientale.

    Pensato per bambini dai due anni in poi, è un libro cartonato di piccole dimensioni, che accosta illustrazioni giocose e colorate al testo breve e conciso, perfetto per i più piccoli. Un libro ecologista per cominciare a parlare dell’importanza del riciclo e ai diversi modi di riutilizzare e riciclare gli oggetti.

    Il riciclo Lapis Edizioni
    Il riciclo di Lorna Freytag, Lapis (2021)

    Cosa accade quando gettiamo un rifiuto nella spazzatura? Lo sapevi che al posto di buttare un oggetto lo possiamo aggiustare oppure regalare a chi ne ha bisogno?

    Un libro che fa nascere tante domande e curiosità, perchè non è mai troppo presto per iniziare a prendersi cura del pianeta.

    Della stessa autrice, oltre a Il Riciclo potete trovare in libreria anche Gli Oceani (2021) e Rainforest (disponibile al link in lingua originale, non ancora tradotto in Italia).

    Libri ecologisti sull’impatto della plastica: La protesta, Eduarda Lima (Franco Cosimo Panini, 2020)

    La protesta, albo di debutto dell’illustratrice portoghese Eduarda Lima, pubblicato da Franco Cosimo Panini (2020) è un libro sull’impatto distruttivo della plastica sulla Terra.

    Lo scenario che si apre è drammatico. Gli uccelli non cantano più, le galline non fanno più le uova, le mucche hanno smesso di fare il latte. Anche i lupi non ululano più, e i bambini per protesta hanno smesso di giocare. Una protesta silenziosa avvolge la Terra.

    La protesta di Eduarda Lima, Franco Cosimo Panini (2020)

    Il motivo? L’invasione della plastica che inquina e uccide la vita. Tutti gli animali gridano silenziosamente per chiedere un mondo di vita e biodiversità.

    Quale futuro per tutti gli esseri viventi?

    Un albo di grande impatto visivo, in cui le illustrazioni predominano rispetto al testo. Un libro pensato per bambini dai quattro o cinque anni in su, che fa riflettere sulle azioni quotidiane di ognuno di noi e sull’impatto che queste hanno sull’ambiente.

    La protesta è un albo illustrato perfetto per riflettere sui temi del riciclo, plastica, consumo consapevole e rispetto dell’ambiente. Consigliato!

    Libri ecologisti sul rispetto degli animali: La libertà del polpo, Maile Meloy e Felicita Sala (Terre di Mezzo, 2021)

    La libertà del polpo, scritto da Maile Meloy e illustrato da Felicita Sala (Premio Andersen 2020 come Miglior Illustratrice) è una recente pubblicazione di Terre di Mezzo, casa editrice che si distingue per la grande qualità delle sue proposte.

    Un libro che fa riflettere e sensibilizza grandi e bambini sull’impatto che le nostre scelte hanno sul Pianeta.

    E’ la storia di un polpo che vive felice nella sua grotta sottomarina. Un giorno viene catturato e portato in cattività, in un grande acquario cittadino, insieme a tristi squali grigi e a stelle marine intontite.

    La libertà del Polpo di M. Meloy, F. Sala, Terre di Mezzo (2021)

    Tutto scorre monotono, nella vasca non ci sono onde come nell’Oceano…ma Polpo con l’ingegno (i polpi sono dotati di grande intelligenza, avete visto su Netflix il documentario premio Oscar “Il mio amico in fondo al mare”?) riesce a fuggire e a tornare nel suo habitat naturale, ritrovando la strada di casa.

    Una favola ecologista a lieto fine in grado di sensibilizzare grandi e bambini sul tema degli animali cresciuti in cattività, e su quanto le azioni dell’essere umano possano essere dannose per il mondo animale.

    La libertà del polpo è una lettura che consiglio per tutte le età, ma che trovo particolarmente indicata dai tre o quattro anni in su.

    Se ti sono piaciuti questi libri, che ne dici di andare a sfogliarli nella tua libreria vicino a casa? Ad ogni modo, se vuoi sostenere il mio lavoro sul blog, puoi anche acquistarli cliccando sui link affiliati.

    Il riciclo, Lorna Freytag (Lapis, 2021)

    La protesta, Eduarda Lima (Franco Cosimo Panini, 2020)

    La libertà del Polpo, M. Meloy, F. Sala (Terre di Mezzo, 2021)

  • Negli ultimi tempi si è sentito molto parlare di graphic novel. Ma che cos’è una graphic novel esattamente? E da che libri cominciare? Quando iniziare a proporre ai bambini una graphic novel?

    Prime graphic novel: ecco le migliori graphic novel da cui cominciare

    Graphic novel è il termine inglese con cui si designa il romanzo a fumetti. Ha numerose somiglianze con il fumetto come l’uso di sequenze per raccontare una storia, ma è un formato che si distingue principalmente per essere dotato di una trama più complessa ed essere una storia autoconclusiva.

    Prime graphic novel: libri che mescolano in maniera nuova fumetto e narrativa

    Le graphic novel da qualche anno hanno iniziato a popolare sempre di più gli scaffali di librerie e biblioteche, grazie a proposte fresche e di qualità come quelle della casa editrice Sinnos. La vera novità portata da Sinnos sono le graphic novel rivolte ai primi lettori, a partire (indicativamente) dai 6 anni in su. Prime graphic novel in grado di mescolare in maniera nuova fumetto e narrativa, avvicinando i bambini alla lettura.

    Graphic novel dai 6 anni in su: 3 titoli dal catalogo di Sinnos

    Ecco tre proposte della Collana “Graphic Prima” dedicata ai lettori dai 6 anni in su.

    Sgrunt! Di Daniele Movarelli e Alice Coppini (Sinnos, 2021)

    Copertina di Sgrunt! Sinnos 2021

    Sgrunt! è una graphic novel che parla di amicizia e coraggio e che mostra che le apparenze spesso ingannano. Una storia coinvolgente e ben scritta, illustrata dalla vorticosa Alice Coppini.

    Sgrunt (con un nome che richiama un grugnito) è un tipo burbero e taciturno, si sa poco sul suo conto. Si dice sia stato un pirata, abituato a vivere tra le onde e il mare in burrasca. Ma da quando è andato in pensione, vive a Monte Quiete: un paesino di 345 anime in cui pare non capitare mai nulla.

    C’è poi Giustino, piccolo abitante di Monte Quiete, campione di matematica e cintura nera di frazioni. Non c’è bisogno di dirlo: i due diventano amici e quando Giustino è in pericolo, Sgrunt lo difende. Come quella volta in cui il cowboy Peldiferro inizia a sparare al supermercato e Sgrunt con una sciabolata allontana i proiettili o come quando lo aiuta a difendersi da una banda di tre ragazzi che seminano il panico tra i bambini del paese.

    Un piano quasi perfetto di Silvia Baroncelli (Sinnos, 2021)

    Copertina di “Un piano (quasi) perfetto” Sinnos 2021

    Un libro che sembra un computer e si legge girandolo in orizzontale. Entriamo così nel computer della famiglia Zampetti: mamma, papà, Costanza e il piccolo Cosimo, lo usano per fare ricerche, scrivere, leggere notizie, chattare, ascoltare musica e…vedere i nonni in videochiamata.

    I nonni abitano in una città lontana e l’unico modo per restare connessi è fare frequenti videochiamate. Suona così attuale vero?

    Cosimo ha deciso che vuole ricevere un abbraccio vero da parte dei nonni, e quando il suo compleanno si avvicina prova ad organizzare un viaggio in incognito per andarli a trovare, ma la sera prima del suo compleanno arriva in men che non si dica e lui si sente triste…

    La sorpresa al mattino sarà grande e l’allegria di un abbraccio lascerà spazio alla malinconia.

    Fuga in punta di piedi, di Daniela Palumbo e Francesca Carabelli, Sinnos 2021)

    Le avventure più strane capitano sempre per caso. E qui l’avventura comincia con lo smarrimento della scarpa preferita di Adele. E senza la scarpa, Adele e Alfio non possono partire per la montagna: iniziano una ricerca nella città semi deserta d’estate. Una ricerca disperata e surreale, che stravolge la vita della coppia, facendo scoprire loro situazioni nuove e incontri inaspettati.

    Come quando decidono di cercare la scarpa in Chiesa, ma quando entrano la messa è iniziata e loro vi prendono parte, suscitando l’empatia dei fedeli nel raccontare loro la storia della scarpa “in fuga”. O come quando cercano la scarpa in una discoteca: luogo agitato, perfetto per una scarpa in fuga.

    Una ricerca sempre più assurda, una lettura estremamente divertente da leggere, accompagnata da illustrazioni capaci di catturare qualsiasi lettore.

  • Il Panettone (o Tony’s bread come da titolo originale), è un libro per bambini scritto da Anthony “Tomie” De Paola, autore e illustratore americano di origini italo-irlandesi, uscito per la prima volta nel 1989 e pubblicato in Italia da Edizioni Elle nel 1993.

    Tomie De Paola, autore della famosa Strega Nona, fu finalista per la Caldecott Medal nel 1975 e premiato con il Children’s Literature Legacy Award nel 2011 per il suo contributo nella letteratura per l’infanzia. E’ scomparso nel 2020, vi lascio il link all’articolo del New York Times che celebra la

    sua vita.

    Il panettone, Tomie de Paola (1993)

    Illustrazione tratta da “Il panettone” di Tomie de Paola

    Toni sogna di diventare il più famoso panettiere d’Italia. Nel suo forno di provincia sforna pane in quantità, un pane semplice e buono che piace a tutti gli abitanti del paese. Toni ha anche una figlia Serafina, che non vuole far maritare con nessuno, pensando che nessuno sia all’altezza della cara figliola.

    Un giorno in città arriva Angelo, gentiluomo milanese, che si innamora della fanciulla e che con l’aiuto delle tre pettegole zie Clorinda, Clotilde, Caterina (tre vecchine vestite di nero che ricordano le nonne del sud Italia – non a casa De Paola aveva i nonni calabresi) riuscirà a chiedere la sua mano.

    Oltre a questo, si propone di aiutare il fornaio Toni a realizzare il suo sogno di aprire la panettiera più famosa d’Italia.

    Lo porta così a Milano in piazza Duomo, e lì ben presto Toni si convince che forse il suo pane non è poi così speciale. Da l’ l’idea di fare qualcosa di nuovo: con una pasta ricca e leggera, piena di uvetta e canditi, messa a levitare in vasi da fiori…dà vita al Pan de Toni, che è un successo e a Milano ne chiedono sempre di più. Fu così che da quel giorno quel pane speciale prende il nome di Panettone, in onore del suo creatore.

  • Chi lo ha detto che un libro per essere natalizio debba per forza mostrare paesaggi innevati o alberi di natale? Che poi cosa cerchiamo in un libro “natalizio”? Un’atmosfera, un ricordo dell’infanzia, un’emozione lontana?

    Wake Up Mr. B non parla di Natale, anzi probabilmente è ambientato in estate, ma la sua storia è in grado di trascinare in un passato lontano e nostalgico fatto di giochi, fantasia, travestimenti tra le quattro mura domestiche, momenti che inevitabilmente associamo al periodo delle feste, in cui il tempo per stare in famiglia è più dilatato e lascia spazio al possibile. Un albo che per certi versi mi ha ricordato “Tre piccoli pirati” di Helen Oxenbury, per la sua capacità di rappresentare il gioco simbolico e il giocare “a far finta che”.

    Wake up Mr. B di Penny Dale, Walker Books London, 1988

    Illustrazione di “Wake Up Mr.B”

    Rosie si sveglia presto. Prova a svegliare suo, fratello, poi il papà, ma nulla, tutti continuano a dormire. Forse è domenica mattina e nessuno ha intenzione di svegliarsi presto.

    She went to find Mr. B”

    “Wake up Mr. B” she said

    Mr. B, il cane di casa, la segue curiosa senza esitare nemmeno per un istante e da quel momento inizia il gioco e la complicità tra il cagnone e la bambina: ora sono marinai (con tanto di retino da pesca e stivali di gomma), ora leggono insieme nella confusione della cameretta, ora sono su una barca a vela per navigare intorno al mondo.

    wake up mr.b
    Illustrazione tratta da “Wake Up Mr. B”

    Abbracci, risate e qualche sbadiglio (e un croccantino per Mr. B) fino a che i due non si abbandonano al sonno. Chi ha o ha avuto un cane non potrà non intenerirsi davanti allo sguardo fedele e complice del cagnone per la sua compagna di giochi.

    Un albo dal sapore familiare, casalingo e dai tempi lenti, come quelle domeniche mattina da bambini in cui ci si alza presto ed è ancora tutto possibile.

    Illustrazione tratta da “Wake Up Mr. B”
  • Ecco una selezione di letture natalizie pronte a tenervi compagnia durante le feste!

    Una carrellata di proposte di libri da leggere a Natale: classici, albi illustrati, libri di Natale per i più piccoli, letture dal sapore nordeuropeo.

    Libri classici dal sapore natalizio

    Piccole Donne: pubblicato per la prima volta nel 1868 da Louisa May Alcott. La storia senza tempo delle sorelle March – Jo, Meg, Beth, Amy. Un romanzo appassionante in cui si esplorano e si intrecciano temi come l’amore e la morte, la guerra, il conflitto tra le ambizioni personali e le responsabilità familiari. (E se proprio ve ne innamorate, non perdetevi il film del 1994 con Winona Ryder e Susan Sarandon!)

    Canto di Natale – A Christmas Carol: narra della conversione del vecchio e tirchio Ebenezer Scrooge, visitato nella notte di Natale da tre spiriti (il Natale del passato, del presente e del futuro), preceduti da un’ammonizione dello spettro del defunto amico e collega Jacob Marley. Un classico senza tempo, uscito dalla penna di Dickens nel 1843 e che da sempre continua ad ad entusiasmare piccoli e grandi lettori.

    Il sarto di Gloucester: nella città di Gloucester, un sarto poverissimo con il viso incavato e vestito di stracci, cuce sete preziose per i ricchi gentiluomini. Ma cosa succede se si ammala e non può finire in tempo il panciotto per il sindaco della città? Decine di topolini verranno in suo aiuto e lo aiuteranno a compiere il miracolo! Una lettura piccina dal sapore di fiaba.

    Libri di Natale per i più piccoli

    Filarello: Natale si avvicina, è tempo di preparare l’albero. Bob scende in cantina a prendere le decorazioni. Ops…! quante ragnatele, ce ne sono di tutte le forme. C’è un ospite inaspettato, un vero artista della tessitura: è il ragno Filarello. I due fanno amicizia e salgono in casa per decorare insieme l’albero. Palline, lucette: c’è tutto e un pezzo dopo l’altro l’albero è pronto; manca solo la stella in cima. Bob la tira fuori dalla scatola, ma… accidenti, si è rotta. Bob è tristissimo. Che peccato, e adesso come si fa? 

    Pimpa e la sorpresa di Natale: un albo illustrato che racconta il primo incontro tra Pimpa e Olivia Paperina. Fra le due nasce subito una grande amicizia e Pimpa si prende cura di lei come una sorella maggiore: le insegna a lavarsi e a vestirsi, le dice che cosa è buono e che cosa è cattivo, la aiuta a dare un nome alle cose e agli animali mostrandole gli aspetti più belli dell’inverno che lascia spazio alla primavera.

    Buongiorno Babbo Natale: è Natale e Babbo Natale bussa alle porte dei piccoli per distribuire i doni tanto attesi, ma alcuni regali sono già finiti… Un uccellino vorrebbe una casa delle bambole e Babbo Natale ne crea una con il proprio berretto. Nella letterina della giraffa c’è, invece, un vestito da supereroe: con che cosa sostituirlo? Con il vestito di Babbo Natale! 

    Albi illustrati da leggere a Natale

    Buon Natale, MOG!: in casa della gatta Mog accadono cose molto strane… La casa si riempie di gente, tutti sembrano indaffarati, e un albero gigante si appresta ad entrare in salotto! Mog, impaurita e indispettita, si rifugia sul tetto e non ha intenzione di scendere, neanche durante una tempesta di neve. Ma quando si avvicina la festa più bella dell’anno, le paure scompaiono.

    Paddington and the Christmas surprise: l’orso immigrato dal darkest Peru, con il suo vecchio cappello, la sua valigia ammaccata e il panino con la marmellata, è diventato un’icona della letteratura per i bambini inglesi. In questa avventura natalizia, Paddington e la sua famiglia vivranno il magico spirito del Natale e faranno la conoscenza di Babbo Natale…

    Una storia al giorno con Peter Rabbit. Il Natale sta arrivando!: Peter Rabbit non vede l’ora che arrivi Natale, è così emozionato! Ci sono alberi da decorare, dolcetti da cucinare e regali da inventare e confezionare. Un libro che è un calendario dell’Avvento fatto di storie e magia.

    Albi illustrati natalizi con orsi protagonisti

    Buon Natale, Orso!: Orso e Topolino passano insieme la vigilia di Natale, ma all’Orso non piacciono i regali, solo i sottaceti! Il topolino riuscirà però a fargli cambiare idea e i due passeranno insieme una bellissima serata. Un albo illustrato divertente e affascinante!

    Piccola Orsa non vuole dormire: è una storia che accade all’inizio dell’inverno e ha per protagonisti una mamma e la sua piccola. Orsetta non ne vuole sapere di andare a dormire: ha appena nevicato, l’emozione è tanta, ma il letargo è vicino. Mamma Orsa acconsente ad un’ultima rotolata nella neve. Un libro dolcissimo da leggere prima di dormire.

    L’Orso: una notte, un orso polare grande e grosso entra nella camera di Tilly. Ha zanne spaventose, lunghi artigli, ma Tilly pensa sia la creatura più coccolosa del mondo. I genitori non le credono, ma tra i due nasce un bel rapporto di amicizia, fino a che…

    Letture natalizie dal sapore nord-europeo

    La volpe e il Tomte: nella fattoria innevata e immersa nel silenzio c’è il Tomte, gnomo guardiano e protettore della fattoria. Quando una volpe affamata si avvicina al pollaio, il Tomte con fermezza e dolcezza la invita a cenare con lui una zuppa d’avena, calda e abbondante. Un meraviglioso racconto natalizio, scritto negli anni Sessanta da Astrid Lindgren.

    Il pacchetto rosso: in un paese di montagna, un misterioso pacchetto rosso, di cui nessuno conosce il contenuto, gira come dono di Natale di mano in mano, e a poco a poco cambia la vita dei suoi abitanti. Una lettura sul potere della gentilezza e della condivisione.

    Mentre tutti dormono: mentre tutti dormono, lo gnomo guardiano della fattoria si prende cura degli animali assonnati. Li veglia, e con dolci parole in rima, li rassicura sul fatto che l’inverno presto finirà. Un racconto caldo, accogliente, dal sapore di fiaba.

  • Che cos’è un libro di qualità? Perchè è così importante offrire buoni libri ai bambini che si avvicinano alla lettura in autonomia?

    L’incontro con un buon libro, capace di stupire, meravigliare, divertire, fare riflettere, un libro con cui passare il tempo, è un ingrediente davvero importante per far sbocciare l’amore per la lettura. Come ogni storia d’amore, quella della lettura, è una relazione che va coltivata con cura e costanza, ma un libro ben scritto può fare un’enorme differenza!

    Quando cerchiamo prime letture per bambini che iniziano a leggere, è importante sapere scegliere e farsi consigliare libri di qualità.

    Immaginiamo per un momento che ci venisse offerto un libro che a noi proprio non piace: che ricordo avremo di quell’esperienza? Sicuramente non avremo voglia di ripeterla. Lo stesso accade con un bambino. L’incontro con un libro che lo entusiasma è il giusto modo per farlo tornare davanti allo scaffale per cercare le stesse emozioni in un nuovo libro.

    Perchè si chiamano prime letture?

    Le prime letture sono libri pensati per i bambini che stanno imparando a leggere, oppure leggono da poco. Ma attenzione, non sono solo libri per bambini di 6 anni. Negli ultimi tempi, sono tante le case editrici che hanno progettato collane con testi scritti usando font ad alta leggibilità che prevedono lettere più distanziate, periodi frammentati, illustrazioni accanto al testo permettono anche a chi è dislessico o ha difficoltà di lettura, di leggere con più facilità e meno frustrazione.

    Le prime letture possono inoltre essere proposte ai bambini, anche prima dei 6 anni. Se c’è l’abitudine di leggere insieme ad alta voce, allora perchè non iniziare a leggere narrativa da prima? Magari preferendo libri piccini per cominciare, libri a capitoli, letti ad alta voce da un adulto volenteroso. Ecco che così una Lotta combinaguai o un Cane Puzzone, diventano ottime occasioni di lettura insieme, anche per bambini di 4 o 5 anni.

    Prime letture per bambini che iniziano a leggere: ecco le migliori collane

    • Collana Superbaba: è la collana di Babalibri dedicata ai primi lettori, con testi sia in stampato maiuscolo che stampato minuscolo, per andare incontro alle esigenze di lettura di tutti quei bambini che stanno imparando a leggere in autonomia. Storie belle da leggere e per nulla banali, che suscitano divertimento, ma anche riflessioni e grandi domande.

    Da non perdere: Il colibrì che salvo l’Amazzonia, Piccolo Pittore, E domani?, Una giornata con Bris, Cara Bertilla al centro della Terra

    • Sinnos: le prime letture di questa casa editrice sono tra le migliori che ho trovato nel mercato editoriale. I testi sono pubblicati con il font Leggimi, carattere ad Alta Leggibilità disegnato e progettato nel 2006 da Sinnos, utilizzando accorgimenti che riducono al minimo la confusione che deriva dalla lettura di lettere speculari o dalla forma simile, evitando assottigliamenti, legature e presentando un’adeguata spaziatura nel testo, con l’obiettivo di facilitare la lettura. Un catalogo ricco di proposte coinvolgenti e belle da leggere! Degno di nota, la presenza di graphic novel per i più piccoli.

    Da non perdere: L’uomo lupo in città, Sorprese al museo, Solo una storia e poi a letto! Un piano (quasi) perfetto!

    • Biancoenero: casa editrice con proposte fresche e innovative da tenere d’occhio, qui il link al loro catalogo! Il carattere ad alta leggibilità Biancoenero® è diventato un cavallo di battaglia per la collana di prime letture. Disegnata dal graphic designer Umberto Mischi, con la collaborazione di psicologi e docenti, per realizzarla si è lavorato sulle singole lettere, cercando di evitare che le lettere simili come p-r e m-w si possano confondere. Testo non giustificato, carta color crema e paragrafi spezzati. Libri in copertina flessibile, mai più lunghi di 50 pagine e storie illustrate estremamente divertenti e buffe, per rendere indimenticabili le prime letture.

    Da non perdere: Il grande Gin, I supereroi e lo sciopero della Minestrina, L’inaugurazione del Poseidon, La rapina del secolo

    • Fatatrac e la collana Gli Sbaglianò: letture pensate per bambini da 6 a 9 anni, qui il link al catalogo. I testi di questa collana offrono ai bambini la possibilità di incontrare e familiarizzare con suoni e sillabe, che quando si inizia a leggere e scrivere possono sembrare un po’ ostiche. Come in Settembre in campeggio, che gioca sulle parole che contengono i suoni -mp e -mb o L’ammiraglio Virgilio la cui storia riprende in maniera ripetitiva il suono -gl.

    Da non perdere: L’ammiraglio Virgilio, Oh! Ho visto un gatto e Tutti in Trattoria

    • Il Barbagianni: se dico Il Barbagianni dico…Il grande Nate! Libri stampati con l’easy reading font, che avvicinano i più piccoli al genere del mistero e dell’investigazione! Anche qui, testi non giustificati in stampato minuscolo, uniti ad illustrazioni a colori e bianco e nero, che rendono la lettura scorrevole e piacevole. Il Grande Nate è stato anche premiato con il premio Orbil 2021 per il Miglior Libro di Narrativa 6-10 anni, il premio insignito dall’Associazione delle Librerie Indipendenti Ragazzi. Non potete non leggerlo! Qui tutti i libri della serie.

    Da non perdere: Il Grande Nate e la chiave scomparsa, Il Grande Nate e la falsa pista

    • Gallucci e la collana Lilliput: una collana pensata per i piccoli lettori dai 5 anni in su, firmata da autori d’eccellenza come Susanna Mattiangeli, Silvia Vecchini, Chiara Carminati e Simona Mulazzani. Storie illustrate in stampato maiuscolo per avvicinare alla lettura e familiarizzare con il testo scritto. Questi in foto sono quelli che più vi consiglio!

    Da non perdere: Puzza e verdura, Il calzino a righe, Se io fossi un uccellino

    • Emme Edizioni – prime letture: questa collana mi ricorda un po’ i libri che prendevo in prestito nella biblioteca di classe alle scuole elementari. Storie brevi, ben scritte, accompagnate da immagini, adatte dai 6 anni in su, firmate da autori come Nicoletta Costa e Stefano Bordiglioni. Sul sito trovate il catalogo con le pubblicazioni più recenti, ma nelle biblioteche si trovano ancora le vecchie collane dei primi anni 2000 (che sono le mie preferite!).

    Da non perdere: Rocco e la magia della foresta nera, Un lecca lecca per re Camillo

    Quali sono le prime letture che consiglieresti ad un bambino che sta iniziando a leggere? Se hai altri titoli da consigliare o hai voglia di aggiungere qualcosa, lascia un commento qui sotto!

  • Manca meno di un mese a Natale, è il momento giusto per iniziare a cercare un bel libro da leggere sotto le feste. Ecco 5 proposte di lettura da cui prendere spunto!

    Un’avvventura di Natale, di Davide Morosinotto, ill. Fabio Visintin (Einaudi, 2020)

    Anche se era quasi Natale, a Trapani pareva di stare in primavera: il cielo era azzurrissimo e il mare calmo a parte qualche ricamo di spuma. Un liutello lungo e stretto veleggiava diritto verso i moli e al timone si vedeva lo zio Toto con i capelli bianchi arricciati dal vento”.

    Un’avventura di Natale è una storia dal sapore di altri tempi che mi ha affascinato per la sua ambientazione. In questo romanzo non troviamo i riferimenti al Natale a cui siamo abituati dalla tradizione letteraria e cinematografica contemporanea. La storia infatti si svolge nella Sicilia del 1600. Il protagonista è Nicola detto Cola, giovanotto pigro ed egoista a cui viene affidato dallo zio il compito di consegnare al principe di Palermo, un preziosissimo presepe di corallo.

    Un tragitto lungo e pieno di insidie quello da Trapani a Palermo, in sella al suo fedele asino Palinuro tra briganti, inseguimenti e furti. L’amicizia con Lilla, il coraggio che salva il brigante Tonno dalla forca, ma anche la fatica per recuperare le statuine rubate del presepe…

    Un viaggio a piedi, ma sopratutto un viaggio di formazione, perchè quando Cola arriva a Palermo ci arriva diverso, cambiato. Se prima non credeva in nulla, nemmeno in sè stesso, ora inizia a capire cosa significa avere fiducia negli altri. E nel Natale.

    Allumette, di Tomi Ungerer (Camelozampa, 2019)

    È la vigilia di Natale. La piccola Allumette, eroina della storia e chiaro omaggio alla piccola fiammiferaia di Andersen, è stanca, affamata, mezza congelata nei suoi stracci. Le vetrine dei negozi sono colme di ogni meraviglia, le strade piene di gente alle prese con gli ultimi acquisti, ma nessuno vuole comprare i suoi fiammiferi. Il suo destino sembra segnato.

    A mezzanotte, ormai stremata, Allumette esprime un desiderio. Ed ecco, dal cielo cominciano a piovere torte, salsicce, giocattoli e ogni ben di Dio! Ce n’è per tutti e Allumette è pronta a condividere: la piccola fiammiferaia fonderà un’organizzazione per aiutare i poveri di tutto il mondo.

    Quella di Allumette è una storia nata nel 1965, quando appare in una prima versione per la rivista inglese Queen. Riadattato e ampliato, il manoscritto viene rifiutato dall’editore americano Harper, che ritiene il testo non adatto ai bambini. Solo nel 1974 verrà finalmente pubblicato. In foto trovate l’edizione uscita nel 2019 con Camelozampa e la traduzione di Sara Saorin. Imperdibile!

    Orme nella neve, di Beatrice Masini, ill. Angelo Ruta (Einaudi Ragazzi, 2018)

    “Il bosco gocciolava, c’era un silenzio pieno. Ogni tanto il nonno si fermava e mi faceva notare una cosa: un arbusto con le bacche bianche e uno con le bacche rosse, un fossile addormentato dietro una roccia, un albero grandissimo, che aveva la sua età.

    – “Non avevo mai guardato con interesse le cacche degli animali”
    – “Sono come le orme – ha detto lui. Se le osservi capisci le loro abitudini, dove vanno, quando sono passati”.

    Orme nella neve, di Beatrice Masini è un’avventura intima e miracolosa, com’è possibile solo a Natale, di un bambino e del suo nonno.

    La mamma e il papà devono partire per trascorrere le vacanze di Natale ai Caraibi e per il bambino protagonista non c’è niente di più noioso che passare le feste in città, in compagnia del nonno materno, così taciturno. Ma le cose prendono una piega inaspettata e il nonno decide di fare ritorno nella sua casa in collina, un posto magico, circondata da un fitto bosco ai piedi delle montagne. Tra neve, passeggiate e silenzi, il rapporto tra l’anziano e il bambino diventerà profondo e ricco.

    Una passeggiata delicata alla scoperta di un mondo così lontano dalla città, ma capace di risvegliare sensazioni nuove: la vista di un tasso, la conoscenza degli alberi, l’incontro ravvicinato con una volpe.

    Canto di Natale, di Charles Dickens (Rizzoli, 2020)

    Canto di Natale (A Christmas Carol, in Prose. Being a Ghost-Story of Christmas nell’edizione originale inglese) è uno di quei classici che puntualmente vengono riproposti ogni anno tra le letture natalizie. Pubblicato per la prima volta nel 1843, è considerato uno dei libri più celebri dell’autore, e qui ve ne parlo presentandovi questa bellissima edizione da collezione uscita per Rizzoli (2020).

    Il romanzo è uno degli esempi di critica di Dickens alla società ed è anche una delle più famose e commoventi storie sul Natale nel mondo. Narra della conversione del vecchio e tirchio Ebenezer Scrooge, visitato nella notte di Natale da tre spiriti (il Natale del passato, del presente e del futuro), preceduti da un’ammonizione dello spettro del defunto amico e collega Jacob Marley.

    Il testo, con la traduzione di Beatrice Masini, è accompagnato dalle illustrazioni di Iacopo Bruno, che impreziosiscono e donano un’aura di mistero e magia alla nota storia. Il testo in questa edizione si alterna tra un’impaginazione classica e la distribuzione su due colonne, pensata per rendere la lettura più fluida e scorrevole (ultimamente molte pubblicazioni seguono questo stile). Personalmente consiglio questa edizione ad un lettore avanzato o adulto, per i ragazzi trovo di gran lunga più facile da seguire la storia con l’impaginazione classica.

    L’incredibile storia di Lavinia, di Bianca Pitzorno (Einaudi, 2014)

    La piccola fiammiferaia Lavinia, indimenticabile personaggio della letteratura per l’infanzia uscì per la prima volta nel 1985. Una storia ispirata al personaggio della piccola fiammiferaia dei fratelli Andersen, è stata insignita del Premio Andersen come miglior libro 6/9 anni nel 1986.

    Un Natale freddissimo a Milano, ai giorni nostri. Lavinia, sette anni, è una piccola fiammiferaia sola al mondo che, sta per morire di fame e di freddo. Ma a salvarla arriva in taxi una fata che le regala un anello magico, grazie al quale la bambina risolve alla grande tutti i suoi problemi di sopravvivenza: ruotandolo intorno al dito in senso orario, è in grado di trasformare ciò che si sta guardando in escrementi, per poi farlo ritornare al suo aspetto originale ruotandolo in senso opposto. Lavinia, dopo una iniziale frustrazione, accetta il dono e comprende che, se usato con astuzia, può esserle molto utile e risolvere tutti i suoi problemi.

    Che aspettate? Fate un giro in biblioteca e buona lettura!

  • Esplorare la natura è un’esperienza fondamentale per tutti, grandi e bambini. Odorare, toccare, osservare, afferrare: tutte azioni che svolgiamo spontaneamente senza che nessuno ce lo debba insegnare o mostrare per forza.

    Buonanotte bosco di Karen Jameson e Marc Boutavant per Terre di Mezzo, è una pubblicazione uscita questo autunno che ha saputo cogliere alla perfezione la poesia silenziosa della natura che cambia, resa attraverso la preziosa traduzione di Chiara Carminati e le illustrazioni del francese Boutavant. Un albo che offre ai suoi lettori un paesaggio variopinto pieno di colori e dettagli a forma di foglia, albero, ghianda, castagna e che fa venire voglia di trovarci anche noi nel mezzo di una foresta autunnale. Una storia dalla narrazione ritmata ma pacata, quasi una ninna nanna, che accompagna e invita tutti – animali e bambini – ad abbandonarsi al sonno, ciascuno nel suo caldo rifugio.

    Una bambina e il suo cane nero mentre passeggiano nel bosco incontrano alcuni animali che si stanno preparando ad un lungo riposo. Ad ogni animale che incontrano, la protagonista regala parole dolci e un invito a rientrare nella propria tana. La notte è vicina, il giorno sta per finire, torna nella tua tana calda e sicura, ricorda a ciascuno degli animali.

    «Torna a casa, Soffice Coda.
    Salti, volteggi e fai scorribande
    Per rifornire la tana di ghiande
    Vedi però che la notte è vicina:
    mettiti al caldo fin quando è mattina.

    Torna a casa, Becco Robusto.
    Da un tronco all’altro al volo ti affretti
    Trivelli il legno a caccia di insetti
    ma quando il giorno sta per finire
    l’ultimo volo ti porta a dormire».

    Un albo illustrato ideale per prepararsi la sera ad un lungo e profondo sonno. Ma anche una lettura per conoscere meglio gli animali del bosco, giocando ad indovinare chi sono Naso Velluto e Passi Leggeri.

    Se siete curiosi, qui trovate l’intervista all’illustratore con le bozze della copertina di questo libro!

    Chi è Anna Gottardi?
    Mi chiamo Anna, ho quasi 31 anni e sono insegnante in una scuola dell'infanzia modenese. Sono anche mamma di una bimba di due anni e da diverso tempo sono appassionata di letteratura per bambini e ragazzi, che amo proporre all'interno dei miei progetti scolastici.

  • Di recente mi sono imbattuta nella serie di libri di Peter Newell dedicati al personaggio di Polly, usciti in Italia nel 2003 per Orecchio Acerbo. Una collana di libri umoristici e irriverenti, nati dal genio di Peter Newell come fumetti dedicati al divertimento domenicale dei bambini americani.

    In pochissime pagine vengono narrate le avventure di Polly – una bambina di inizio ‘900 fuori dalle righe, dispettosa e a tratti grottesca. La serie, realizzata tra il 1900 e il 1910 porta il titolo originale di The Naps of Polly Sleepyhead, reso in italiano con I pisolini di Polly.

    Debutta nel 1905 come striscia della domenica sul New York Herald e narra di Polly e dei suoi pisolini da incubo: la bambina disturba o danneggia cose o animali, e durante i suoi sonnellini prendono vita strane avventure, come in Polly e la bambola prepotente, dove la bambola prende il posto di Polly e la trascina con la forza a giocare, a mangiare le more e inavvertitamente la fa cadere…

    Newell, scrittore e artista americano (1862-1924) iniziò a lavorare da giovanissimo in un piccolo studio fotografico a Jacksonville, dove ritoccava con matite a pastello i foto-ritratti. Proveniente da una famiglia dedita all’agricoltura, Newell non mostrò mai inclinazioni particolari per il lavoro manuale e nel 1883 si trasferì a New York per seguire gli studi d’arte. Nell’arco della sua carriera ha lavorato per importanti testate come il New York Graphic e Harper’s Bazaar, diventando in pochi anni uno dei più grandi nomi del periodismo umoristico e dell’illustrazione.

    Nell’edizione italiana, la scelta interessante di pubblicarli in un piccolo formato quadrato di venti pagine per 11×11,5 centimetri. Tra i titoli che vi consiglio di cercare ci sono Polly e la macchina fotografica, Polly gioca alla mamma e Polly e la scatola magica.

    Illustrazione tratta da Polly gioca a fare la mamma
    Illustrazione tratta da Polly e la bambola prepotente

    Se siete curiosi di conoscere le illustrazioni e le riproduzioni digitali delle bellissime opere originali di Peter Newell, le trovate a libero accesso, nella collezione di Risorse Open di MLOL cliccando qui.

  • Chi è il lettore? E’ solo colui che sa leggere? Quanti tipi di lettori esistono? E ancora, un bambino molto piccolo può essere considerato un lettore a tutti gli effetti?

    Questa riflessione nasce da un anneddoto che mi è stato riferito. Ora ve lo racconto.

    Un signore e una signora entrano in libreria e chiedono aiuto alla libraia per un libro da regalare al loro nipotino di 15 mesi.

    “Che cosa piace leggere a questo bimbo?” – la domanda della libraia.

    …Ma signora, mica legge, ha solo 15 mesi!” la risposta incredula dei due signori.

    Questa risposta mi ha fatto pensare: quali sono le aspettative di un adulto che offre un libro a un bambino piccolo? Perchè l’adulto propone un libro al bambino pur non considerandolo un lettore? Che tipo di esperienza vuole offrire al bambino mettendogli un libro tra le mani?

    E’ probabile a questo punto che l’adulto sia cosciente degli effetti positivi che derivano dall’esposizione alla lettura sin dall’infanzia. E forse è anche un adulto a cui venivano lette fiabe e favole da bambino, e che quindi vorrebbe fare lo stesso con le generazioni di figli o nipoti, perchè riconosce un valore aggiunto nel leggere insieme.

    Ma allora…perchè non considerare come lettore competente il bambino piccolo?

    E se esistessero tanti modi di leggere?

    Il lettore non è solo chi sa leggere. La lettura nella primissima infanzia è un qualcosa di corporale, che va ben oltre il processo di decifrare simboli e lettere che formano frasi di senso compiuto. Il libro è dotato di una ricchezza e di una pluralità di linguaggi che vanno oltre le parole.

    Il bambino piccolo legge con i sensi. Legge con la vista quando osserva le prime illustrazioni, i contorni delle prime figure che gli mostriamo sulla pagina bianca; legge con il gusto quando inizia a fare esperienza del libro a partire dalle sue qualità fisiche mettendoselo in bocca; legge attraverso l’udito quando la sua attenzione viene catturata dalla nostra voce ritmata e sillabata. La lettura comincia proprio dall’ascolto.

    Ora ditemi, cosa avreste risposto ai due nonni in libreria?

    (P.S Che poi se leggere fosse una prerogativa di chi leggere lo sa fare per davvero, come ci spiegheremmo intere sezioni delle biblioteche pubbliche e delle librerie specializzate, dedicate proprio ai bambini da 0 a 6 anni?)

  • Sono arrivate le prime giornate di freddo. Ora di sorseggiare di nuovo cioccolate bollenti e di rispolverare i giochi in scatola, certo. Ma è anche un tempo nel quale si possono fare belle passeggiate e giocare all’aperto, quando il meteo non è apocalittico, almeno. Vestiti “a cipolla”, scarpe che non soffrano troppo l’incontro con il fango, e via. Perché gironzolare nella natura (che sia un parchetto urbano o un grande spazio aperto) fa sempre bene alla mente e al corpo. Oggi vi propongo, una carrellata di albi che celebrano la bellezza dell’esplorazione e del vivere all’aperto, nelle loro tante sfaccettature.

    Iniziamo con un classico dal fascino senza tempo. Tutti a spasso, dell’autrice e illustratrice britannica Shirley Hughes, è arrivato sui nostri scaffali grazie a Pulce edizioni un paio d’anni fa, anche se è stato pubblicato originariamente negli anni ’80. Un albo illustrato che ci accompagna in un appassionato viaggio – quasi liberatorio visto con la lente del mondo post- pandemia – attraverso le stagioni, per finire con l’inverno e il periodo natalizio. Tra le sue pagine gioiose, i suoi versi e le sue tavole a volo d’uccello, un vero piacere per gli occhi, troviamo bambini intenti a scoprire tutte le trasformazioni della natura. Tutti i mesi dell’anno sono perfetti per esplorare il mondo fuori casa. Quattro stagioni, un quartiere brulicante di vita e di relazioni calde, dei bambini fortunati perché viene loro permesso di “andare a spasso”, di sperimentare il gioco libero all’aperto. Il fango, l’acqua, il vento, sono elementi amici da scoprire. E insieme alle stagioni, alla natura che cambia, vengono i riti, i momenti speciali del calendario, illustrati con tutta la magia del tratto inconfondibile di Shirley Hughes.

    9788832186369 Tutti a spasso. Ediz. a colori - Shirley Hughes,E. Mazzoli

    Del diritto al gioco all’aperto, ma anche di rabbia e incomprensione tra mondo bambino e adulto parla La buca dell’autrice svedese Emma AdBåge, edito in Italia da Camelozampa (2020). Un albo delizioso e provocatorio. Nel giardino della scuola c’è una grande buca un po’ fangosa, sorprendente regalo di un precedente cantiere. I bambini la chiamano La Buca. E la vivono intensamente, inventandosi mille giochi che chi lavora in educazione chiamerebbe destrutturati. Arrampicandosi sulle radici di un albero abbattuto, scivolando, correndo, scavando, raccogliendo rami e sassi. Tutte attività irregolari e sospette agli occhi di un piccolo ma preoccupato manipolo di insegnanti che li osservano dai bordi del magico cratere. Gli adulti vedono la buca come una minaccia alla sicurezza collettiva e fanno di tutto per impedire ai bambini di giocarvi dentro.

    La buca - Emma AdBåge - Camelozampa

    Sono pagine scanzonate, lucidissime, liberatorie quelle de La buca, rese vive dallo stile realisticamente fumettoso, ricco di dettagli esilaranti. Pagine che mettono in evidenza, da una parte, quella fissazione per la sicurezza che ci accompagna sempre più in questi anni. Un atteggiamento che rischia di contaminare sempre di più anche le vite dei bambini contemporanei. Dall’altra parte, da queste tavole emerge – e viene implicitamente denunciata – una visione piatta e miope dell’infanzia; quella di chi vorrebbe che i bambini fossero, appunto, sempre prevedibili e controllabili. Che non uscissero dalle righe, dagli schemi dei manuali e dai recinti superattrezzati costruiti per loro. Come se il potere dell’immaginazione, la capacità di vedere e toccare e divertirsi con ciò che non c’è o di trasfigurare il reale non fosse la sostanza stessa di cui è fatta l’infanzia. Come se il rischio (relativo), la sperimentazione, lo sporcarsi non fossero ingredienti importanti nell’avventura di crescere.

    E di avventure guidate dal potere dell’immaginazione ne troviamo a bizzeffe nel capolavoro di Sven Nordqvist Passeggiata col cane, portato in Italia lo scorso anno sempre da Camelozampa (2020). Tutti durante i lockdown dell’ultimo anno e mezzo avrebbero voluto avere un cane da portare a fare pipì. Ma questo, fidatevi, batte ogni aspettativa! Passeggiata col cane è un silent book al quale sta a pennello la definizione di “senza parole”: perchè lascia senza fiato e perchè è difficile descriverlo, rendergli giustizia, lasciando al lettore il completamento di senso della storia.
    Rientra nella categoria degli albi “brulicanti” con le sue grandi, spettacolari tavole che ricreano ognuna una sorta di mondo parallelo, ricchissime di dettagli infiniti, di vita, di pura meraviglia.

    Un piccolo umano (una bambina, ma potrebbe essere anche un maschietto, tratti e abbigliamento lo lasciano decidere a noi), nelle prime tavole saluta la nonna e si avvia a portare a spasso un esuberante cagnone. Da una stazione in stile vittoriano inizia un viaggio mirabolante (e spesso faticoso) in una serie di universi incantati, che noi vediamo dall’alto, in grandi tavole panoramiche nelle quali si fondono scenari naturali e architetture fantastiche e sfrenate.

    Ogni tappa della passeggiata ci porta in un ambiente diverso, e anche ciò che può sembrare familiare a prima vista – un parco, un salotto, uno zoo – si trasfigura in una miriade di particolari totalmente surreali che sovvertono, a tratti, l’idea che abbiamo di quei luoghi. Cagnone e bambina si immergono negli ambienti e si mescolano agli altri personaggi, curiosi e perfettamente a loro agio. Fanno quello che farebbero un cane e una bambina durante un pomeriggio fuori: mangiano un gelato (tutti e due), il cane insegue un uccello in un lago, si ferma ad annusare naso contro naso le creature più bizzarre, galoppa trascinandosi dietro la bambina, si rinfresca in un ruscello per socializzare con delle rane, gira in tondo in un prato con un gruppo di amici estemporanei, eccetera. Un libro nel quale perdersi e poi perdersi ancora. Di recente è uscito in Italia un altro albo dello stesso autore, Dov’è mia sorella?. Anche questo decisamente degno di essere scoperto.

    Visto che ci avviciniamo all’inverno, ecco due bellissimi albi che hanno come co-protagonista la neve, ormai sempre più rara nelle nostre città e forse, per questo, ancora più magica: La prima neve di Bomi Park, edito da Lupoguido (2018) e Peter nella neve di Ezra Jack Keats, pubblicato in Italia da Terre di Mezzo (2019).


    Il primo si gioca tutto sui toni del bianco, del grigio e del nero con alcuni dettagli in rosso. Onirico e assolutamente incantevole, ci porta a seguire una bimba che si risveglia di notte, scoprendo che nevica. In silenzio la piccola protagonista esce di casa e comincia a giocare con la neve, seguita da un minuscolo cucciolo di cane. I due piccolissimi si avventurano nel mondo ovattato al di là del giardino di casa, facendo rotolare una palla di neve. Attraversano una città e un bosco, sotto la luna e i fiocchi di neve, fino ad arrivare ad una radura dove sono arrivati, da luoghi vicini e lontani, tanti altri bambini con le loro palle giganti di neve.


    Peter nella neve è un grande classico dell’illustrazione, pubblicato per la prima volta negli Stati Uniti nel 1962. All’epoca fu un’opera innovativa sia per la scelta di avere per protagonista un bimbo afroamericano, sia per l’adozione di una varietà di tecniche, tra cui il collage, nelle sue tavole. Anche in questo caso seguiamo un bimbo nella sua scoperta della neve e di tutte le entusiasmanti possibilità che una giornata nella neve può offrire: dalle impronte ai pupazzi, dagli “angeli nella neve” alle discese lungo cui ruzzolare spericolati. Se l’avventura della bimba de La prima neve si svolge in un’atmosfera onirica, Peter è un bambino reale degli anni ’60 che gode di una libertà sconosciuta alla maggior parte dei bambini della nostra società contemporanea. Lo scenario nel quale si muove è urbano, ma la neve lo trasfigura in una paesaggio incantato, dall’enorme potenziale in termini di gioco e scoperta. E Peter può esplorarlo in piena autonomia. 

    Concludiamo questa carrellata con un tocco di magia e con una guida molto speciale. Si chiama Hazel ed è la protagonista del nuovo albo illustrato di Phoebe Wahl. Little Witch Hazel. A year in the forest, edizione Tundra (Penguin Random House) raccoglie quattro racconti, uno per ogni stagione, ambientati nella Mosswood forest – un nome dal sapore, appunto, di muschio, legno e bosco.

    Little Witch Hazel- Phoebe Wahl - Tundra books

    Hazel è una piccola strega, ci dice l’autrice, anche se a noi potrebbe ricordare una gnoma. Non la vediamo usare strumenti magici, né compiere incantesimi. Intuiamo che è una guaritrice, che si prende cura con grande dedizione ed energia degli animali e delle creature del bosco. Per ogni stagione ci viene raccontato un episodio della sua vita quotidiana. Ciò che è affascinante di questo libro illustrato è, prima di tutto, l’atmosfera nella quale le storie vengono dipanate. Tavole dai colori terrosi ci accompagnano ad immergerci nell’esperienza visiva del bosco, nella sua bellezza intensa, cangiante, ipnotica. Hazel si muove con sicurezza nell’ambiente naturale. Da una parte, conosce il bosco come le sue tasche, dall’altra è ancora capace di provare meraviglia di fronte alle sue tante sfaccettature, piccola rispetto all’immensità e alle forze della natura. Il piccolo mondo ricreato da Wahl con dovizia di squisiti particolari, è una comunità vivace e attiva, che comprende uno gnomo che gestisce l’ufficio postale, una goblin calzolaia, animaletti di ogni genere, folletti e fatine e questo tessuto sociale è tenuto insieme da un forte collante. Si intuisce che ciò che muove Hazel nel profondo e che dà significato alla sua vita quotidiana è proprio il suo stare nel tessuto comunitario del bosco, occuparsi degli altri usando le sue capacità, il saper fare e la sua conoscenza della natura.

    E a voi quali libri fanno venire immediatamente voglia di respirare aria fresca e vagabondare nei prati o tra i boschi?

    Emma AdBåge, La buca. Camelozampa, 2020

    Shirley Hughes, Tutti a spasso. Pulce edizioni, 2019

    Ezra Jack Keats, Peter nella neve. Terre di mezzo editore, 2019

    Sven Nordqvist, Passeggiata col cane. Camelozampa, 2020

    Bomi Park, La prima neve. Lupoguido, 2018

    Phoebe Wahl, Little Witch Hazel. A year in the forest. Tundra (Penguin Random House), 2021

    Chi è Polly (Elena Poletti)?
    Sono una lettrice appassionata di letteratura per bambini e ragazzi, sulla quale continuo a formarmi e di cui scrivo nel mio blog Immaginarie (https://immaginarie.net/). Nella vita fuori dalle pagine, ho studiato nell'ambito delle scienze sociali e lavoro nella comunicazione nel non profit. 'Da grande' vorrei cambiare (un pochino) il mondo e, alla fine, diventare una brillante vecchia eccentrica.

  • “Le storie ispirate alla terra ci hanno aiutato nel tempo a sopravvivere, a trasmettere informazioni, a educare, a formare le coscienze. La dimensione narrativa legata alla Natura racchiude in sé il significato dell’essere al mondo, che a propria volta è profondamente legato alla sfera sensoriale, al percepire attraverso i sensi.” (Educare al pensiero ecologico, Topipittori , 2020)

    “Camminare, guardare il cielo stellato, ascoltare il rumore del mare, osservare piante, paesaggi, animali e fenomeni naturali sono azioni di cui i narratori fanno esperienza e che poi ritroviamo nelle storie sotto forma di parole e immagini”.

    Diversi mesi fa mi sono imbattuta in un saggio di Topipittori dal titolo Educare al pensiero ecologico. Ammetto che prima di prenderlo in mano, lo avevo visto tante volte sugli scaffali della libreria, e quella dicitura “pensiero ecologico” mi aveva sempre un po’ incuriosito. Non sapendo bene cosa aspettarmi ho iniziato a leggerlo. E’ stata una lettura appassionante e suggestiva, che vi invito a fare.

    Il saggio, della sociologa Rosa Tiziana Bruno, ha come punto di partenza una criticità: numerosi studi evidenziano come bambini e adolescenti stiano vivendo in una condizione di distacco dall’ambiente naturale, un deficit da contatto con la natura. Non da ora naturalmente. L’uomo con il passare dei secoli, si è sempre più allontanato dalla natura, ad esempio da quando ha iniziato ad abbandonare la campagna per vivere in un ambiente urbano. Quali siano le cause di questa disconnessione con il mondo naturale non si sa con certezza. La tecnologia? Sì, ma non solo quella.

    Con una serie di analisi interessanti e dati alla mano, l’autrice giunge a una tesi centrale: viviamo in un momento storico in cui la necessità di preservare il nostro pianeta è più forte che mai. Se vogliamo creare un pianeta sostenibile è necessario che i bambini sviluppino quella che l’autrice definisce ecosaggezza ovvero l’intima consapevolezza della connessione che ci lega a tutti i viventi. Solo in questo modo, quando gli esseri umani si sentiranno intimamente legati al proprio pianeta, potranno prendersene cura sul serio.

    L’autrice propone quindi l’albo illustrato come strumento di partenza per prepararsi a gustare l’incontro con la Natura e per suscitare riflessioni in bambini e ragazzi, suggerendo spunti di attività, testimonianze e letture svolte con classi della scuola dell’infanzia e scuola primaria.

    E parlando di rapporto con la natura, ci sono due albi illustrati molto significativi in questo senso: Gita notturna di Marie Dorléans (Gallucci, 2019) e Alba di Daniel Fehr e Elena Rotondo (Orecchio Acerbo, 2021). Entrambi narrano un’esperienza simile: quella dello svegliarsi quando ancora è notte, per ammirare e osservare l’arrivo del nuovo giorno. Due albi diversi tra loro dal punto di vista dell’illustrazione e della narrazione, ma molto simili nel mettere in scena la bellezza della condivisione di un momento nella natura per imparare a sentirsi parte di un tutto.

    Gita notturna (Gallucci, 2019)

    Dal titolo originale francese Nous avons un rendez-vous (letteralmente abbiamo un appuntamento), la storia è ambientata di notte, una notte d’estate, dove le strade del paesello deserto continuano ad emanare la calura del giorno. Una famiglia si sveglia durante la notte. Due bambini, fratello e sorella, si vestono senza fiatare nella camera buia, illuminati dalla luce fioca delle abat-jour. Attraversano i campi, si addentrano nel fitto del bosco.

    “C’è un’aria che sa di pioggia, un profumo di muschio misto a un odore rassicurante di corteccia”

    Al loro passaggio, gli animali selvatici li osservano incuriositi, da lontano. Sopra uomini e animali, un firmamento di stelle. E in tutto questo spettacolo offerto dalla natura, mamma e papà mostrano ai loro bambini che la fatica di alzarsi presto e di salire ripidi sentieri, per arrivare all’appuntamento ( questa è la parola che viene ripresa più volte nel corso del testo e dal titolo originale francese), vale la pena mille e mille volte.

    Gita Notturna (Gallucci, 2019)

    Allo stesso modo, Alba di Daniel Fehr e Elena Rotondo, è capace di evocare attraverso le sue tavole la vicinanza con la natura. Un bambino e il suo papà attraversano il quartiere silenzioso, colmo di quel silenzio e immobilità che solo la notte sa dare. Anche qui come in Gita notturna, la luce è un elemento centrale: quella fioca della soglia di casa, quella dei lampioni, quella fumosa della torcia.

    “Non mi sveglio mai a quest’ora. A quest’ora normalmente dormo. Oggi no. Oggi sono sveglio. Papà mi da i miei vestiti tiepidi. Scendo le scale e infilo giacca e scarponcini. Ora usciamo.”

    In poche tavole il paesaggio cambia e il quartiere abitato lascia spazio alla foresta. C’è un pontile di legno da attraversare, e un torrente che ora scorre lento ora più impetuoso. Il papà cammina davanti con un bastone in mano, non dice una parola. Il bosco si anima, i tronchi sembrano volti, gli animali selvatici li osservano dall’alto o da un cespuglio, in un interessante gioco di prospettive che mostra il punto di vista degli animali o si focalizza su piccoli dettagli.

    La narrazione avviene in prima persona, seguendo i pensieri e i timori del bambino, e l’essenzialità del testo lascia spazio all’immagine che arricchisce e colma di significato. Dopo una lunga passeggiata, arriva finalmente lo svelamento: padre e bambino, ognugno per conto suo, vengono sorpresi dalla luce dell’alba che illumina dove prima era buio.

    “Non mi sono accorto di quando la luce ha iniziato a cambiare. Il nero è diventato grigio. Il grigio è diventato rosso e blu. E giallo. Ora è luminoso. Ora è verde. Ora è caldo. La foresta canta”

    E forse è proprio questo il significato più profondo di ecosaggezza, in cui il contatto ravvicinato con la Natura è capace di mostrare all’uomo, come egli è parte di una grande comunità da custodire e preservare, che vede intimamente connessi mondo naturale, animale ed esseri umani.

    Per concludere, come scrive Rosa Tiziano Bruno nel suo saggio “l’educazione al pensiero ecologico ha bisogno della letteratura, perché leggere buone storie è il modo privilegiato per confrontarsi con le proprie emozioni e riuscire a comprendere quelle altrui, per imparare i sentimenti, per avviare riflessione sull’esistenza. Incoraggiare le passeggiate nel bosco, o predicare l’altruismo, risulterà inefficace fino a quando ci considereremo separati gli uni dagli altri, incapaci di riconoscerci membri di una medesima grande comunità.”


    Cosa può fare la scuola per la Natura e per un mondo sostenibile? E cosa la Natura può fare per la scuola?

    Aspetto le vostre riflessioni nei commenti!

  • Ormai l’autunno è iniziato già da un po’, e in questi giorni piovosi e grigi, la coperta di lana e la tazza di tè fumante sono ufficialmente entrati a far parte del kit di soppravvivenza dei pomeriggi in casa. Uno degli albi illustrati che più mi piace sfogliare in questo periodo (ma non solo perchè è ambientato in autunno!) è questo: Autunno di Susanne Rotraut Berner per Topipittori, 2018.

    Un libro brulicante (poi vi spiego cosa vuol dire) di grande formato, che racconta uno spaccato di vita cittadina, pieno di attività, persone, bambini, animali, giochi e stranezze, in cui il tempo scorre, ora piano, ora veloce.

    Scritto e illustrato dalla grande illustratrice tedesca Rotraut Berner, vincitrice dell’Hans Christian Andersen Award 2016, è un libro che sorprende per la sua ricchezza e per gli spunti che offre.

    I libri delle stagioni – Autunno

    Autunno è forse l’albo illustrato che preferisco tra “I libri delle stagioni” di Susanne Rotraut Berner. Ogni volta che lo sfoglio, mi perdo a fantasticare e ad immaginare le infinite storie che avvengono a Wimmlingen, piccola città di fantasia. Ci sono case, strade, oche, volpi, vecchi amici, coppie che si amano, bambini che giocano e animali che scappano e vengono ritrovati.

    E’ arrivato l’autunno e alla sagra del paese, tutti si incontrano per fare festa.

    Al Centro Culturale c’è un esposizione di zucche e la più bella riceverà un premio.

    I bambini sono emozionati per la sfilata delle lanterne.

    Quante cose accadono in questa cittadina! L’autrice ci prende per mano e ci conduce alla scoperta di un piccolo grande universo ricco di particolari e dettagli, in cui lo sguardo si perde e si sposta, spinto da un’incessante curiosità. E credo sia proprio questa la potenzialità e la bellezza di questo albo illustrato: un libro senza parole ma che di parole ne fa nascere tante. Un libro che è un’occasione di conversazione, dialogo, confronto tra il piccolo lettore e l’adulto, un libro per allenare lo sguardo e aguzzare la vista ai più piccoli particolari. Una storia che è tante storie, capace di arricchire e far nascere domande. Un libro che può essere letto da bambini di qualsiasi lingua, perchè il linguaggio delle figure è universale.

    Accade anche che il piccolo lettore venga indotto ad anticipare un evento che invece prenderà tutt’altra piega, da una parte sconfessando le aspettative ma dall’altra sorprendendo per la qualità dell’esito narrativo. Scoprire nuovi dettagli a ogni lettura potrebbe anche innescare riflessioni sulla propria capacità percettiva. Perché non ho notato quello scoiattolo, quell’auto, quel gesto prima? I lettori sono costantemente incoraggiati a mettere in discussione le proprie impressioni e le precedenti ipotesi riguardo a un wimmelbuch perché c’è semplicemente troppo da considerare a riguardo. Proprio come le osservazioni e le speculazioni primarie, anche tali riflessioni critiche possono servire da semi narrativi per nuove storie (analisi tratta ed adattata dal blog di Topipittori).

    E parlando di nuove storie, ultimamente mi sono soffermata a riflettere sull’importanza di raccontare storie: tutti raccontiamo storie, è un bisogno antichissimo di ogni essere umano. Come per gli adulti, anche per i bambini narrare dà ordine e senso alla realtà e al tempo della nostra vita. Quando raccontiamo di noi stessi (cosa abbiamo fatto, come abbiamo trascorso la giornata) stiamo costruendo una storia. Lo stesso fa il bambino: quando racconta, sta rappresentando il mondo mettendo in sequenza ciò che compiono i personaggi, in un certo luogo e tempo.

    Autunno è certamente un libro dove le storie da raccontare non mancano.

    Ma cos’è esattamente un libro brulicante? Chiamato anche wimmelbuch, in tedesco, indica un libro ricco di moltissime figure e pochissime parole e scritte nascoste tra le immagini disegnate.

    Buona lettura a tutti!

    Manuela

  • Siamo a settembre e nelle librerie e sul web iniziano a fioccare le proposte di lettura che riguardano la scuola: libri per affrontare serenamente il primo giorno di asilo, libri su bambini che non vogliono andare a scuola, libri da leggere per il passaggio dalla materna alla primaria e libri che offono conforto a mamme e papà, malinconici nel vedere crescere il proprio pargolo.

    Non amo i libri a tema, trovo che spesso i libri pensati e realizzati dichiaratamente con un intento “tematico” lascino troppo poco spazio al non detto, e che contengano poco o niente, di quell’aura di mistero e domande che un buon libro di qualità è capace di suscitare nei piccoli e grandi lettori.

    Attenzione, non ci trovo nulla di male in una lettura che affronta un argomento in particolare, come quello della scuola, ma trovo che spesso i libri a tema rimangano un po’ piatti, facendo perdere la possibilità al lettore di scoprire orizzonti più ampi e boschi di significati più profondi. Ma di questo parleremo meglio un’altra volta.

    Fatta questa premessa, vi vorrei parlare quindi di “Che cos’è la scuola?”, uscito a settembre 2021 per Terre di Mezzo, scritto e illustrato da Luca Tortolini e Marco Somà.

    E nel caso ve lo stiate chiedeno, no, non è un libro a tema.

    Che cos’è la scuola?, Luca Tortolini e Marco Somà

    “A tutte le bambine e a tutti i bambini che vanno a scuola e che cominciano a prendersi cura del mondo”. 

    Si apre così questo albo, con una dedica preziosa e ricca di buoni auspici, a tutti i bambini che vanno a scuola. Che la inizino per la prima volta, o che invece proseguano un percorso già cominciato, questo albo, impreziosito dalle illustrazioni raffinate di Marco Somà, è un libro per tutti, adulti compresi, perchè le parole che leggiamo sono un monito per l’umanità.

    Un invito, quello dell’autore Luca Tortolini (già autore de “Il Catalogo dei Giorni”) insieme a Somà, di spronare gli adulti a ricercare la bellezza, a ritrovare la capacità di meravigliarsi e di aprirsi verso le idee e verso gli altri, così come avviene a scuola, luogo di apertura e scambio per eccellenza.

    “La scuola è uno spazio aperto anche quando è al chiuso”

    Un albo illustrato dalla struttura circolare, con un incipit potente, si apre e si chiude con la stessa frase. Con questo gioco di parole, che Somà rappresenta come una portone aperto in un giardino, entriamo all’interno della storia.

    La scuola è una e tante cose: è un edificio, è un gruppo di bambini, sono i maestri, le idee, la storia, la poesia, la matematica, la musica. E’ un luogo in cui tutto si mescola e s’intreccia per costruire il saper essere e il saper vivere. E’ anche un luogo di scambio, dove ci si scambia proprio tutto: le gomme, gli astucci, ma anche le idee e i sorrisi.

    Una scuola lontana da stereotipi

    Che cos’è la scuola” è un albo che parla di scuola, ma lo fa senza dettare regole, imporre canoni o semplificare dicendo che dobbiamo ascoltare la maestra. Le parole scelte sono parole gentili, che ammaliano, invitano e includono.

    Si menzionano i buoni e i cattivi maestri, quelli che hanno pazienza e quelli che un po’ meno, ma che hanno il compito di insegnare ai bambini cos’è la bellezza e mostrare loro la grande forza dell’immaginazione. Si dice anche che i maestri debbano mostrare cosa significa sbagliare: perchè “più si sbaglia, più si impara“.

    Si parla di bambini che a scuola provano sentimenti diversi: c’è chi è contento, chi è impaurito, chi è pieno di rabbia o è triste, lasciando la libertà ai bambini di sentirsi tristi o felici, bisognosi di conforto oppure no.

    Tortolini narra di una scuola aperta, autentica, libera, in cui tutti, bambini e maestri, convivono, ognuno con le proprie caratteristiche e qualità.

    Ma cosa accaderebbe se la scuola scomparisse? Probabilmente i bambini dovrebbero immaginarsela, e la costruirebbero nel migliore dei modi, e Somà ce lo mostra, con un omaggio ad Harold e al suo pennarello viola.

    In alcune scuole oltre alle idee si piantano anche gli alberi e si cura il giardino: qui l’invito a bambini e grandi a custodire la natura e ad amarla, partendo dalla scuola, luogo in cui far germogliare sensibilità e conoscenza.

    Il testo, ricco di suggestioni, è aperto e luminoso, e scorre leggero accanto alle illustrazioni di Marco Somà, dolcissime, capaci di catturare lo sguardo, già a partire dai risguardi e dalla copertina. Una lettura che vi consiglio fortemente per la sua forza e bellezza, e per le riflessioni interiori che suscita.

    Buona lettura!

    Tre Libri Alla Volta

  • Da qualche settimana a questa parte, piccoli e grandi lettori sono passati in libreria chiedendomi di poter sfogliare l’ultimo albo illustrato di Beatrice Alemagna.

    Manco per sogno” (dal titolo originale francese Même pas en rêve – per la casa editrice parigina école des loisirs) è il suo ultimo lavoro, tanto atteso dal pubblico e uscito in Italia con Topipittori (2021) grazie alla traduzione di Lisa Topi. Un libro pubblicato a pochi giorni dall’inizio del nuovo anno scolastico, che parla di scuola e di nuovi inizi, ma che di tematico non ha proprio nulla, confermando ancora una volta la freschezza e l’originalità del segno dell’autrice.

    Una storia che si ispira all’esperienza personale di Beatrice con la figlia più piccola, e che ha preso forma in questo albo illustrato, dedicato a bambini e genitori che si trovano a dover affrontare l’inizio di un nuovo percorso scolastico.

    Manco per sogno! (Topipittori, 2021)

    Manco per sogno, Beatrice Alemagna (Topipittori, 2021)

    Pasqualina: tre anni, due ali pelose e le idee molto chiare: niente scuola. Mai. Manco per sogno. Così si apre il nuovo straordinario albo di Beatrice Alemagna dedicato a tutti i piccoli che si apprestano ad affrontare il primo giorno di scuola. Con acutezza e umorismo Beatrice, a sorpresa, ribalta la situazione. Sarà Pasqualina a dover prendersi cura dei suoi genitori diventati piccolissimi e timorosi dell’avventura scolastica che li aspetta. In questo modo si troverà a trascorrere il primo giorno di scuola dimenticando capricci e paure, e vivendo tutte le grandi novità della strana giornata.

    Pasqualina è la protagonista di questa storia. Curiosa, la scelta di raffigurarla come un pipistrello: in un’ intervista rilasciata all’editore francese école des loisirs, Beatrice racconta infatti di come la scelta del pipistrello sia stata ben precisa: “è un animale ambiguo, portatore di una doppia anima, è simpatico, buffo, ma odioso e difficile allo stesso tempo, si pensa di conoscerlo, ma ha una forte personalità..”, un po’ come Pasqualina, che incarna i modi di fare e le caratteristiche tipiche dell’infanzia.

    Uno dei passaggi che mi ha colpito maggiormente e che stravolge la storia rendendola assolutamente imprevedibile da quel momento in poi, è quando Pasqualina arriva ad urlare talmente forte da far rimpicciolire i genitori. Mi ha ricordato per certi versi, seppur al contrario, il pinguino che va in mille pezzi dopo l’urlo della mamma in “Urlo di mamma” di Jutta Richter). Questo momento di rottura e di cambiamento che non ti aspetti, trovo sia stata una scelta geniale da parte dell’Alemagna, capace di rappresentare in maniera inaspettata, la rottura di un equilibrio.

    Ed è forse il rovesciamento dei ruoli che rende questa storia geniale, ben riuscita e lontana dall’essere un libro a tema sulla scuola: i timori di Pasqualina per il nuovo inizio, si trasformano in una buffa avventura in cui deve badare a mamma e papà che la accompagnano nel suo primo giorno a scuola. I genitori, però, ben presto si rivelano complicati da gestire, comportandosi esattamente come bambini.

    Emerge allora un altro tema su cui riflettere: quello della scuola come spazio in cui è bello stare da soli, lontano dalla famiglia, uno spazio in cui scoprire chi siamo, un momento necessario di libertà e indipendenza dalla famiglia per poter crescere.

    Un albo più narrativo rispetto alle pubblicazioni precedenti, ma che anche questa volta ha saputo conquistare i piccoli e grandi lettori.

    Una storia deliziosa e sapiente, che con la tenerezza e il sorriso centra i sentimenti e le contraddizioni dell’infanzia, età di grandi scoperte e cambiamenti. Consigliato e dedicato a tutti i grandi e bambini di 3,4,5 anni che iniziano un nuovo percorso.

    Per chi parla francese: qui il link al video con l‘intervista a Beatrice Alemagna!

    Buona lettura!

    Tre Libri Alla Volta

  • Girando tra gli scaffali della mia libreria di fiducia – nella sezione dedicata ai lettori più piccoli, mi sono imbattuta in alcuni albi cartonati dell’autrice e illustratrice tedesca Susanne Strasser (la stessa autrice de “La torta in cielo” e “Balena vengo anch’io!), tra cui “Chi dorme nel lettone?” uscito a settembre 2021 per Terre di Mezzo.

    Ad attirare la mia attenzione il formato e la copertina, lucida e dai colori brillanti seppure dai toni freddi, in un formato cartonato rettangolare dagli angoli smussati, che mi ha subito fatto venire voglia di iniziare a leggere la storia all’interno.

    Sull’importanza che riveste la copertina in un libro, ci sarebbe tanto da dire: soglia o confine, a seconda dei punti di vista, è ciò che spinge i bambini (e anche gli adulti!) a scegliere un libro, e per questo la disposizione a scaffale per copertina è sempre una buona idea, un richiamo forte, magnetico, che dice al bambino “vieni a leggermi”.

    Chi dorme nel lettone?

    Sei animali dormono in un grande letto matrimoniale: una volpe, un riccio, un asino, un pellicano, un coccodrillo e una foca. Ma ecco che uno ad uno iniziano a svegliarsi, come farebbe un bambino nel cuore della notte. C’è chi deve fare pipì, chi lavarsi i denti, chi ha sete e chi ha prurito alle orecchie. Ognuno trova una buona scusa per alzarsi e..saltare fuori dal letto! Uno ad uno li vediamo sparire oltre una porta aperta. Ma dove stanno andando tutti, il lettore lo scoprirà solo alla fine del libro.

    Dormire come un ghiro ed essere svegli come un grillo

    Illustrazione tratta da “Chi dorme nel lettone?” – S. Strasser (Terre di Mezzo, 2021)

    In questo albo, colpisce l’uso della similitudine che apre il testo (dormire come ghiri – essere svegli come un grillo), una formula su cui si regge l’intera narrazione e che viene ripresa pagina dopo pagina.

    La similitudine, per definizione, è una figura retorica fondata sulla somiglianza logica o fantastica di due eventi o successioni di pensiero e che consiste nel confrontare due identità, in una delle quali si individuano proprietà somiglianti e paragonabili a quelle dell’altra, facendo uso di avverbi quali: come, simile a, sembra, assomiglia, così come (a differenza della metafora che non si serve di questi ultimi).

    Trovo molto bello esporre i piccoli lettori ad un linguaggio ricco, e come in questo caso, avvicinarli alla bellezza della lingua, attraverso l’ascolto di figure retoriche capaci di stimolare la complessità del pensiero e il potere dell’immaginazione.

    Oltre alla similitudine, è presente anche l’uso di suoni onomatopeici, sempre apprezzati dai bambini, e che contribuiscono a rendere la lettura musicale e giocosa.

    Illustrazione tratta da “Chi dorme nel lettone?” – S. Strasser (Terre di Mezzo, 2021)

    Via via che si prosegue con la lettura, la storia diventa sempre più esagerata grazie all’uso della ripetizione: i periodi ripetuti, infatti, offrono al piccolo lettore una sensazione di sicurezza e soddisfazione nel riuscire a prevedere cosa sta per accadere.

    Uno dopo l’altro tutti gli animali escono di scena, scanditi dalla frase “Porta aperta porta chiusa”, in una sorta di formula rituale, che dà ritmo e movimento al trambusto notturno della camera da letto.

    Illustrazione tratta da “Chi dorme nel lettone?” – S. Strasser (Terre di Mezzo, 2021)

    Non c’è bisogno di spiegarvi dove sono andati a finire tutti gli animali.

    Il finale non ve lo svelo perchè c’è l’effetto sorpresa!

    Una lettura che ho apprezzato per la sua ricchezza – pur nella sua semplicità, un libro per la buonanotte da leggere insieme, prima di addormentarsi nel…lettone, oppure no.

    Buona lettura!

    Tre Libri Alla Volta

  • Benvenuta Giada su Tre Libri Alla Volta, grazie per aver accettato l’intervista!

    Ci racconti qualcosa di te?

    Sono Giada ho quasi 27 anni, e vengo da Cervia una cittadina della riviera romagnola in provincia di Ravenna, dove tutt’ora vivo. Sono cresciuta facendo torte di terra nella mia casetta di legno in giardino, mi piacciono le cose accoglienti, le piante, un buon film italiano, i gatti e ad oggi sto cercando di affermarmi nel mondo dell’illustrazione. 

    Quando hai deciso di dedicarti all’illustrazione? Ci parli del tuo percorso di studi?

    Sin da piccola, grazie anche alle passioni dei miei genitori, adoro “fare”, dedicarmi alle cose manuali. E ho avuto la fortuna di essere sempre stata sostenuta dalle persone più care nel perseguire questa strada. Ho frequentato il Liceo Artistico di Ravenna. Dopo le superiori, mi sono iscritta a Grafica d’Arte all’Accademia di Belle Arti di Urbino, dove ho scoperto che ciò che mi interessava approfondire, a livello artistico, era l’illustrazione. Ho poi deciso di iscrivermi all’ISIA (Istituto Superiore per le Industrie Artistiche), dove c’è una specialistica in illustrazione in cui insegnano grandi professionisti del settore, che sono stati per me immensa fonte di ispirazione, e grazie ai quali ho trovato conferma di voler far parte di questo mondo. 

    Chi sono gli autori o le correnti che più ti ispirano? Come descriveresti il tuo stile?

    Illustrazione Giada Franceschelli – Collettivo Rotondo

    Difficile dirlo. Mi piacciono tantissime cose, molte delle quali sono diverse tra loro e diverse da ciò che faccio. Al giorno d’oggi possiamo avere un occhio sul mondo, per questo è facile che si creino contaminazioni. Alcuni degli illustratori che ammiro e che non possono mancare sul mio scaffale, sono Beatrice Alemagna, Valerio Vidali, Andrea Antinori, Laurent Moreau, Isabelle  Arsenault, Phoebe Wahl, Richard Scarry, e tanti altri (e sicuramente molti dei miei colleghi e compagni di studi – bravissimi!). Non saprei in che modo definire il mio stile, mi sento un pò mutevole, mi piace fare più cose con più tecniche.

    Mannaggia, piove! per Pulcivolanti è il tuo primo albo illustrato pubblicato nel 2020: ci racconti qualche anneddoto divertente sulla realizzazione di questo albo?

    Tavola illustrata di “Mannaggia Piove” e Gatto Merlino

    Questo albo nasce come progetto tesi, per cui lascio immaginare gli alti e bassi che stanno alla base dell’idea del libro. Più che aneddoti divertenti ci sono stati grandi pianti! Scherzi a parte, una cosa che non tutti sanno è che il gatto che ho inserito nella storia, compagno di avventure della protagonista, nascosto in quasi tutte le aperture, ha le caratteristiche di Merlino, il mio gatto. Infatti, come accade nella realtà, quando lo si scova, non apprezza molto venir disturbato. Volevo mettere un elemento a me familiare che creasse un rimando al salotto di casa e un gioco ulteriore da fare.  

    Nel tuo portfolio, emerge la tua partecipazione a numerosi festival e mostre: quanto è importante per un illustratore emergente farsi un “curriculum” in questo senso?

    Illustrazione Giada Franceschelli
    Illustrazione Giada Franceschelli – Collettivo Rotondo

    Credo che partecipare a iniziative di questo calibro sia un ottimo modo di conciliare studio, lavoro, nuovi progetti, e sopratutto l’opportunità di far crescere il portfolio e aumentare la propria visibilità. Spesso ai concorsi, seguono le mostre con le esposizioni delle opere partecipanti, e ciò permette di promuovere il proprio lavoro. Durante i miei studi all’ISIA, il fatto di partecipare a festival e concorsi dava crediti formativi, quindi sicuramente anche da un punto di vista accademico si è incentivati!

    Da poco sono usciti gli illustratori selezionati per la Bologna’s Children Book Fair e tu ne fai parte insieme a Luca Tellurio del collettivo Rotondo. Siete tra gli 8 illustratori italiani sui 77 selezionati. Congratulazioni! Cosa rappresenta per te questo approdo alla Fiera di Bologna? Sei emozionata?

    Grazie mille per le congratulazioni! Sono molto emozionata e ancora non realizzo bene questa cosa. Forse accadrà quando sarò di persona alla Bologna Children’s Book Fair (BCBF) e vedrò il nostro lavoro in mostra, sperando che si possa andare (questa intervista è stata realizzata prima di scoprire che la BCBF si sarebbe tenuta online per l’edizione 2021!). É un traguardo molto importante per chi fa parte del mondo dell’illustrazione, la Fiera di Bologna è davvero un evento centrale. L’abbiamo sempre frequentata come spettatori, fantasticando e chiedendoci se un giorno ne avremmo fatto parte! Ci rende orgogliosi sapere di essere stati selezionati e ci sprona a credere ancora di più nel nostro lavoro. Poi la gioia è pure doppia, perché condivisa!  

    A proposito di Rotondo, ci racconti brevemente come nasce?

    Illustrazione Giada Franceschelli – Collettivo Rotondo

    Rotondo nasce insieme a Luca, nell’autunno 2019, al termine del nostro percorso di studi. Con Luca eravamo già abituati a lavorare insieme e a condividere la scrivania. In occasione di un concorso di illustrazione, ci siamo messi a ragionare insieme e a dar vita ad un lavoro a quattro mani. Questa prova ha dato frutti positivi sin da subito. Abbiamo scoperto le potenzialità del lavoro in collettivo (ed anche le sue complicanze ovviamente) e ci siamo accorti che unendo i nostri linguaggi individuali si veniva a creare un nuovo approccio, un modo nuovo di vedere e rappresentare le cose, che ci ha incuriosito e stimolato,e che abbiamo deciso di approfondire. Rotondo, in realtà, si chiama così da pochi mesi, a partire dall’esigenza di avere un nome unico che rappresentasse il nostro progetto.  

    Com’è la vita di un’illustratrice? Tre consigli per gli aspiranti illustratori che ti leggono

    Ancora non sono illustratrice a tempo pieno, sono in una fase in cui alcune cose sono in lavorazione e in cambiamento. Reputo il mondo dell’illustrazione un luogo magico. La mia esperienza è molto breve perché sono “attiva” dal 2019. Partendo quindi dal fatto che mi sento acerba per dare consigli, come per tutto, in questo lavoro serve equilibrio, perché potendolo portare avanti da casa, il rischio concreto è quello di alienarsi o ad esempio di non riuscire a separare lavoro e vita privata. A volte ci sono frustrazioni e momenti di crisi, ma le soddisfazioni superano i problemi. I consigli che darei, forse banali e applicabili a tanti ambiti, sono prima di  tutto di essere appassionati in quello che si fa, studiare, coltivare l’interesse, aggiornarsi, perseverare ed essere costanti…e di sfruttare i mezzi come i social media per mostrare quello che si fa e creare “rete”.  

    Ultima domanda: qual’ il tuo libro sul comodino?

    Ad oggi sul comodino c’è Figure di R. Falcinelli e il libro “Cuore” di E. De  Amicis, che mi accompagna dai tempi delle elementari.

    Grazie Giada per il tempo che hai dedicato ai lettori di Tre Libri Alla Volta. Un grande in bocca al lupo per il tuo lavoro! Sono certa sentiremo ancora parlare di te.

    Tre Libri Alla Volta

  • Mannaggia, piove! è il primo albo illustrato di Giada Franceschelli, pubblicato nel 2020 per i tipi di Pulci Volanti, piccola casa editrice indipendente nata nel 2017, che realizza libri innovativi per contenuto, formato e interazione.

    L’autrice, Giada Franceschelli, illustratrice emergente e da poco selezionata tra gli illustratori vincitori della Bologna Children’s Book Fair con il duo creativo Rotondo, si è diplomata all’ISIA di Urbino in grafica delle immagini – indirizzo illustrazione, proprio con questo albo, che bel traguardo! Sono sicura sentiremo ancora parlare del suo lavoro in futuro.

    Mannaggia, piove! è un albo illustrato che parla di noia, gioco, immaginazione e che mi ha subito colpito per la sua freschezza e originalità, e per le immagini mentali e i rimandi all’infanzia che offre durante la lettura.

    Fuori piove. Oggi è proprio un brutto giorno, e adesso che faccio?

    La storia si apre con una domanda: e adesso che faccio? Un invito a giocare, ad immaginare insieme, o ad annoiarsi in due, che la bambina protagonista – seduta sul tappeto della sua camera, le ginocchia raccolte e lo sguardo contrariato- , sembra porre al lettore.

    La bambina di questo albo, non ci sta. Non vuole sottomettersi alla noia, e non ha intenzione di restare chiusa in casa tutto il pomeriggio. Si inventa un gioco. Inizia ad immaginare. E ci invita a farlo insieme a lei:

    Cerca qualcosa di pesante.

    Ora catturane una con quattro gambe.

    Dopo scova una bestia feroce.

    mannaggia piove pagina

    Poi prendi una cosa colorata e morbida.

    Infine ti serve qualcosa di molto grande…

    La protagonista si fa largo in una foresta, tra alberi dalle strane forme e colori. Cammina decisa in una caverna oscura dove incontra una bestia feroce, esplora aride catene montuose e fluttua nella vastità dell’universo. E’ temeraria, curiosa, e con tanta voglia di esplorare, che sia il fondo del mare, o il deserto con un lama al guinzaglio, o nella sua cameretta, sotto un’enorme coperta a quadri rossi, in compagnia di un fedele gatto.

    La struttura di questo albo è circolare: la storia inizia e si conclude nella camera della bambina, invitandoci nuovamente a ricominciare ad immaginare.

    Il testo, minimo ed essenziale, trova spazio nella facciata di sinistra, ed è una traccia per inventare nuovi giochi e stimolare la fantasia dei lettori.

    Curiosa, a mio avviso, la scelta della parola “mannaggia” (così lontana dal lessico infantile!). Utilizzata in questo caso per esprimere un forte disappunto e un senso di ingiustizia, mostra anche la risolutezza e la determinazione della bambina nel non volersi lasciare rovinare la giornata per un po’ di pioggia.

    Per la realizzazione di questo albo, sono state usate matite colorate e per gli sfondi la tecnica pittorica del gouache. I colori, vivaci e brillanti, rendono bello da sfogliare questo albo, che insieme a mia figlia, non mi stanco mai di leggere.

    Un albo che suggerisco dai tre anni in su, in base alle abitudini di lettura dei vostri bambini!

    Buona lettura!

    Tre Libri Alla Volta

  • Il gigante Osvaldo (2021) è il primo albo dall’illustratrice Eleonora Simeoni. Un albo che – scrive Eleonora nel biglietto di introduzione che accompagna il libro, tratta temi delicati, come la diversità, l’inclusione, il sogno. E in effetti, ammirando la potenza del segno che emerge dalle tavole di questo albo, ci sembra un po’ di sognare.

    Il gigante Osvaldo, nasce come progetto di tesi in “Fumetto e Illustrazione” (2020) all’ Accademia di Belle Arti di Bologna. Un progetto che ha trovato seguito nella pubblicazione dell’albo da parte della casa editrice Bohem Press. Un meraviglioso traguardo, il primo di una promettente carriera per Eleonora. Sono sicura sentiremo ancora parlare di lei in futuro!

    Il gigante Osvaldo (2021)

    Nel cuore di un’isola vulcanica, deserta e silenziosa, sorge la città di Bottone, conosciuta in tutto il mondo per la fama dei suoi cappelli, pregiatissimi, confezionati dalle sapienti mani dei suoi abitanti. I bottoniani, così si chiamano gli abitanti di Bottone, si dice siano i migliori artigiani al mondo e i più grandi produttori di cappelli: confezionano cappelli di qualsiasi forma e colore, cappelli a punta, a cilindro, cappelli con pietre preziose, cappelli per signore e per signori, cappelli per tutti i giorni e per tutti i gusti.

    Tutti a Bottone, lavorano sodo e incessantemente, per creare i migliori cappelli mai visti. La città di Bottone, nonostante le apparenze, è però una città che non dorme mai, una città in cui gli abitanti non sognano più. Il re di Bottone infatti è avido e obbliga i suoi cittadini a lavorare senza sosta, proibendo loro il sonno e la bellezza dei sogni.

    “ La produzione di cappelli non può fermarsi!” pensa il re dall’alto del suo trono.

    Ma un giorno, giunge a Bottone, Osvaldo, un gigante bambino, dall’aria mite e malinconica, le spalle curve e lo sguardo sognante. Osvaldo gira il mondo con il suo carillon, liberando i sogni sulle città silenziose e addormentate. Gli abitanti di Bottone lo cacciano in malo modo, ma i bambini sono affascinati dalla sua macchina dei sogni, hanno voglia di ballare e di lasciarsi cullare dalle note dolci e argentate di Osvaldo. 

    Gli uomini di Bottone spingono Osvaldo fino alle porte del regno: non c’è posto per il gigante nella loro città.

    Osvaldo trova rifugio e conforto in un bosco, sotto la luce argentea della luna, tra il silenzio degli alberi. Dal suo carillon, come mosso da brezza leggera, inizia a liberare sogni a forma di pesce dalla sua giostra. Con lo sguardo sognante e fiducioso, quello sguardo di chi coltiva ancora un barlume di speranza nonostante la delusione, attende.

    Quella notte, finalmente, gli abitanti di Bottone spengono le luci e si abbandonano ad un meraviglioso profondo sonno.

    Il gigante Osvaldo, gigante mite e sognatore

    Affascinante è la figura di Osvaldo, creatura mite, malinconica, sognatrice. Un gigante buono allontanato da tutti, che però non perde la fiducia negli uomini, e con risolutezza, sceglie di donare loro il regalo più bello, il sogno. Osvaldo è anche uno straniero a Bottone, e viene scacciato per il suo essere diverso: la sua è una diversità fisica, ma anche di pensiero.

    In questo albo, l’unica presenza di testo si ha nelle prime pagine, in cui la Simeoni ci conduce fino alla soglia della storia, lasciandoci scoprire da soli cosa accade.

    Meravigliose le illustrazioni, dalla forte carica onirica. Per realizzare le tavole, Eleonora ha fatto un uso predominante dell’acrilico, con dettagli e sezioni realizzate a china. Lo sfondo, invece, è stato creato con una tecnica a rullo, che conferisce alle tavole un effetto materico.

    Il gigante Osvaldo è un libro per bambini e per adulti, con uno sguardo profondo sull’appartenenza e sulla fiducia negli uomini. Consigliato a qualsiasi età.

    Ringrazio Eleonora per avermi mandato il suo libro!

    Se ti è piaciuto, lasciami un commento e raccontami le tue impressioni,

    Tre Libri Alla Volta

  • Mollan un giorno con la nonna (2021), dopo oltre vent’anni dalla prima pubblicazione in Svezia, è finalmente arrivato in Italia grazie ai tipi di Lupoguido e alla traduzione di Laura Cangemi. Oltre a questo titolo anche Mollan in cucina (2021). Scritto e illustrato da Lena Anderson, autrice svedese, già nota per TempeStina e Linnea nel giardino di Monet.

    Una storia, quella di Mollan, adatta ai lettori più piccoli, per i meccanismi narrativi semplici che vedono il susseguirsi di sequenze di azioni, conosciute dai bambini, e la sua struttura circolare.

    Lena Anderson nasce a Kungsholmen a Stoccolma, il 27 maggio 1939. Intraprende ancora giovanissima la sua carriera di illustratrice. Dal 1954 al 1956 frequenta i corsi serali della scuola superiore d’arte, artigianato e design. Entra nel mondo giornalistico nel 1955 e impara la grafica “per la strada lunga”, diventando art director nel 1964. Nel 1971 passa all’attività freelance e nel 1972 esordisce con C’era una volta una bambina di nome Amanda. Da più di quarant’anni lavora come illustratrice e scrittrice, creando personaggi noti come Linnea, Maja, TempeStina, Pignolino e Mollan.

    Mollan è una bambina come tante, che a volte si ferma a dormire a casa della nonna. Cosa fanno le due tutto il giorno insieme? Quello che farebbero tante nonne e nipoti. Né più né meno. Si alzano, fanno colazione, escono a passeggiare, cucinano, lavano i piatti, leggono una storia. In questo albo, assistiamo ad un racconto per immagini del quotidiano, a quei gesti semplici e spontanei, che per i bambini assumono l’importanza e le sembianze di un rituale.

    Mollan come tutti i bambini, ha piccoli oggetti personali fatti a sua misura, che mostra orgogliosamente a noi lettori: una tazza (rossa a pois), un piccolo asciugamano, una seggiolina, un piatto tutto suo: qui la Anderson ce lo racconta come se a puntualizzarlo fosse la stessa protagonista, che sempre paragona i suoi oggetti con quelli della nonna.

    Il testo è minimo, e accompagna le illustrazioni come se fosse un’etichetta. Affascinante la scelta del doppio font, stampato e corsivo. Il testo in stampato, presente nella pagina in alto, dà movimento alla narrazione, scandendo i momenti della giornata. Il testo in corsivo funge da nomenclatura, con eccezione della prima e dell’ultima pagina in cui viene usato per dare il buongiorno e la buonanotte alle due protagoniste.

    Una narrazione che procede per sequenze di azioni ben definite, comprensibili anche dai lettori più piccoli, come tutte le protostorie (storie in cui c’è un unico protagonista che compie delle azioni). La struttura è circolare: la storia si apre con Mollan e la nonna che si alzano dal letto, e si chiude con le due protagoniste che vanno a dormire.

    Un albo dal formato quadrato, di piccole dimensioni, in cui le illustrazioni si stagliano su foglio bianco, come se fossero dei piccoli camei. Le illustrazioni, realizzate con tratto fine e pulito, e i colori tenui, rassicurano e accolgono il lettore nella storia.

    Un personaggio, quello di Mollan, in cui è facile identificarsi, per il suo modo spontaneo di essere bambina, per farci entrare nel suo universo infantile, con simpatia e leggerezza.

    Se ti è piaciuto e vuoi sostenere una libreria indipendente online, compralo su Mammachilegge! a questo link.

    Non dimenticarti di lasciami un commento qui sotto per raccontarmi se questo albo ti è piaciuto,

    Tre Libri Alla Volta

  • Recentemente ho iniziato a studiare e ad interessarmi alla letteratura per l’infanzia straniera, a quei libri per bambini e ragazzi, che magari in Italia non sono ancora arrivati, e a quegli autori di cui non si è mai sentito parlare nel nostro Paese, ma che meriterebbero tutto lo spazio e l’attenzione possibili.

    Durante le mie ricerche, mi sono imbattuta in un autore e illustratore colombiano, considerato il pioniere dell’albo illustrato in Colombia: Ivar Da Coll. Un autore contemporaneo, classe 1962, che con i suoi albi e la sua produzione letteraria, viene ad oggi considerato uno dei rappresentanti colombiani più autorevoli per quel vasto genere letterario che è la letteratura per l’infanzia.

    La letteratura per l’infanzia colombiana, occorre dirlo, è stata per molti anni in fase di costruzione e di definizione, e forse solo oggi, si può riconoscere come un genere affermato. Se Ivar Da Coll ne è il precursore dagli anni ‘80 a questa parte, altri nomi compaiono accanto al suo, come quello del famoso poeta Rafael Pombo, Jairo Buitrago, Jairo Aníbal Niño, Triunfo Arciniegas, Yolanda Reyes y María Fornaguera, per citarne alcuni.

    La letteratura infantile colombiana, nonostante una sua prima affermazione negli anni ‘80, ha visto un rallentamento negli anni ‘90, a causa di un’offerta editoriale scarsa e scadente, che privilegiava la commercializzazione di libri di testo scolastici e libri per bambini, provenienti da Spagna e Stati Uniti, e che non ha permesso ad autori e illustratori di emergere.

    Solo nei primi anni 2000, hanno trovato spazio le prime iniziative editoriali indipendenti, grazie all’impulso pubblico e privato come il Plan Nacional de Lectura y Bibliotecas e la prima Fiera del Libro per Bambini, nel 2007 a Bogotà. Importante da menzionare, anche la partecipazione alla Bologna Children’s Book Fair e la vincita del premio come Best Children’s Publisher of the Year – BOP nel 2017 per la casa editrice Babel Libros, e la nomina per lo stesso premio, nel 2020 per la casa editrice Tragaluz.

    Attualmente, il lavoro di IBBY International, che in Colombia ha preso vita con il nome di Fundalectura, è ad oggi il più grande progetto di promozione della lettura e della letteratura per l’infanzia nel Paese.

    Con questa premessa, mi è sembrato dunque interessante potervi raccontare di Ivar Da Coll, un autore a tutto tondo, relativamente recente, che però ha segnato un importante cambio di passo nella letteratura colombiana; la presa di distanza dal didascalismo e dal moralismo, presenti in tanti libri per bambini, e l’abbandono di una visione conservatrice nelle sue storie, è ciò che hanno reso Da Coll, un autore che scrive per bambini così apprezzato.

    Ivar Da Coll nasce a Medellin, il 13 marzo del 1962, da padre italiano e madre di origini svedesi. La sua carriera lavorativa comincia nel teatro, dove lavora come burattinaio: è grazie a questa professione che inizia ad avvicinarsi all’universo dell’infanzia. Dopo alcune esperienze in televisione, esordisce come illustratore nel 1985 con la casa editrice Norma, con la sua prima serie di albi illustrati Chigüiro , che lo rendono celebre in Colombia e in America Latina.

    I temi ricorrenti nei suoi albi sono l’amicizia, il gioco, lo humor. Davanti ad un mondo rigido e pieno di convenzioni, i suoi personaggi si comportano come farebbe un bambino, con spontaneità e sguardo limpido, lontano dai preconcetti degli adulti. Nelle sue storie, prevale il racconto del quotidiano, la relazione tra bambini e adulti, le esperienze di vita che fanno tutti i bambini, le conquiste, i traguardi, le prime indipendenze. I protagonisti delle sue storie sono quasi sempre animali, che incarnano qualità umane, in cui i bambini si immedesimano e si riconoscono.

    Nelle sue opere il conflitto, il momento di tensione, viene messo in atto ed è risolto nello stesso scenario, come se si trattasse di una opera teatrale, in una vera e propria drammaturgia dei conflitti quotidiani dell’infanzia.

    Tra le sue opere maggiori, c’è sicuramente quella di Chigüiro. Le sequenze di questi albi, sono di sole immagini, e mostrano annedoti, brevi storie, situazioni quotidiane, emozioni e comportamenti in cui i bambini si identificano.

    Dal piccolo formato e realizzati a china e acquerello, sono stati recentemente ripubblicati in formato cartonato, per venire incontro alle esigenze dei piccolissimi lettori e dei loro genitori. Se Chiguiro racconta l’universo quotidiano dei bambini, senza bisogno di parole, in “Torta de cumpleanos” (1989), “Garabato” (1990) e “Tengo Medio” (1989), il testo accompagna le illustrazioni, nel perfetto equilibrio dell’albo illustrato. Questi tre albi, pubblicati anche in lingua inglese, raccontano momenti di vita infantile come, compiere gli anni, giocare all’aperto e la paura del buio, avvalendosi di meccanismi di accumulo e ripetizione.

    In “Tengo miedo” (2000), Da Coll mette in scena con una grande padronanza del segno, la paura del buio e della solitudine del gatto Eusebio. In questo albo illustrato, l’uso del rapidografo e della china nera, i contorni ben definiti delle illustrazioni e le sottili linee discontinue, pongono lo sguardo sui personaggi e le loro espressioni. Il testo, ricco di ripetizioni, è in perfetta armonia con le illustrazioni.

    Tra gli altri albi dell’autore “Hamamelis y Miosotis”, “No, no fui yo!”, “Carlos: una familia de monstruos muy humanos”, “A un hombre de gran nariz”.

    Ivar Da Coll è sicuramente un autore di cui si potrebbe parlare a lungo. Chissà se un giorno lo vedremo anche tra gli scaffali delle nostre librerie.

    Segnalo inoltre a chi se la cava con lo spagnolo, un articolo approfondito sulla poetica dell’autore, scritto da una delle maggiori studiose ed esperte di letteratura per l’infanzia colombiane, Beatriz Helena Robledo, riportato nella rivista online Imaginaria.

    Se vi è piaciuto questo articolo, se avete osservazioni o suggerimenti, ditemelo nei commenti qui sotto. Sarà un piacere potervi leggere!

    Tre Libri Alla Volta

  • Dopo il grande successo de “Il viaggio di Piedino”, libro premiato dalla Giuria di Nati Per Leggere come Miglior Libro 6-18 mesi nel 2018, Elisa Mazzoli e Marianna Balducci, hanno esordito nello stesso anno, con una seconda uscita, che parla lo stesso linguaggio grafico e narrativo della prima.

    Parliamo de “Il sogno di Ditino”, un libro leggero (ottimo da portare in borsa o da trascinare per casa!) di piccolo formato, nato dalla penna di Elisa Mazzoli, autrice e narratrice romagnola, e dall’illustratrice Marianna Balducci, classe 1985, anche lei romagnola, riminese, che ama giocare con la grafica per fondere realtà e illustrazione.

    Il sogno di Ditino (Bacchilega Junior)

    Il sogno di Ditino, ci racconta di un Ditino che fa un sacco di cose prima di andare a dormire: vola, esplora, colora, si nasconde e fa cucù, legge una storia e poi va a nanna. E il bacino alla mamma? Anche quello c’è.

    Un cammino, quello verso l’autonomia, che Ditino sceglie di percorrere a partire da ciò che lo circonda: il gioco, il bagnetto, i colori, la nanna. Un percorso che comincia con i primi passi, e con la voglia di conoscere ciò che sta intorno, che aumenta giorno dopo giorno. Lui non lo sa ancora, ma quel cammino è solo l’inizio di grandi grandissime avventure.

    La scelta azzeccatissima di unire fotografia e illustrazione, rende questo libro, un prodotto editoriale a mio avviso ben riuscito, dotato di grande chiarezza comunicativa, immediatezza e capacità di affascinare i bambini nella lettura.

    L’utilizzo di immagini vere come le fotografie, infatti, rende più facile per i bambini piccoli, collocare e riconoscere gli oggetti nello spazio. Anche l’utilizzo del bianco e del nero per i dettagli di fondo, contribuisce a mantenere l’attenzione dei bimbi tutta focalizzata sull’azione di Ditino.

    Come leggere questo libro? Come più vi piace. Vedrete che i vostri bambini inizieranno ad appoggiare le loro manine sulle pagine del libro, cercando di copiare la posizione delle dita che vedono. Potete usarlo per indicare ai bambini le cose della vita quotidiana, per mostrare loro persone, oggetti o renderli partecipi di una cosa che sta accadendo.

    Una lettura molto tenera, che accompagna i bambini alla scoperta del mondo che li circonda. Consigliatissimo.

    Buona lettura!

    Tre Libri Alla Volta

  • Jeanne Ashbé, autrice e illustratrice di “A più tardi!” (2007), versione tradotta dall’originale francese Á ce soir (Ecole des Loisirs, 1995), ci rende spettatori di un rito di passaggio, importante e vissuto inizialmente con grande timore da mamme e papà: il distacco tra genitori e figli, dovuto all’inizio del nido d’infanzia o della scuola materna.

    A più tardi! è un bel cartonato, compatto e dagli angoli arrotondati, pubblicato in Italia da Babalibri, che ci racconta con grande tenerezza, la giornata al nido di due bambini, Milo e Anna.

    I due bambini fanno il loro ingresso in una dimensione nuova, diversa: un vero e proprio rito di passaggio dalla dimensione domestica a quella della scuola. Una dimensione lontana da mamma e papà ma una tappa necessaria, che in questo albo viene descritta con grande positività e spontaneità.

    Mamma e papà accompagnano i due bambini a scuola. Si appendono le giacche, ci si abbraccia, ci si saluta, ci si dà un bacio con la promessa di rivedersi presto. E’ questo che i bambini imparano giorno dopo giorno: il tempo trascorso lontani è solo momentaneo.

    L’autrice allora ci offre uno spaccato di vita quotidiana, come se ci volesse rassicurare, facendoci assistere a cosa fanno tutto il giorno i bambini senza di noi. Vediamo dunque Anna e Milo immersi in una routine tutta nuova, fatta di relazione con gli altri, di momenti di gioco, i compagni, la pittura, la pappa, le pipì, il sonnellino, i litigi, le coccole, la stanchezza della sera e..l’arrivo di mamma e papà!

    La narrazione è leggera, soffusa, fatta di brevi frasi in rima che accompagnano le immagini. La circolarità del tempo del racconto che lo vede aprirsi e chiudersi allo stesso modo, serve a rassicurare i piccoli lettori di questa storia, e può aiutarci a spiegar loro come si svolge la giornata fuori di casa.

    Sfogliando questo albo, si ha l’impressione di entrare in un tempo lento e dilatato scandito dalle illustrazioni che raccontano la giornata al nido dall’inizio alla fine. La raccontano senza fretta, in quel modo capace di rassicurare e infondere coraggio, complice anche uno sfondo color crema e le tinte pastello che rendono questo albo una lettura piacevole e distensiva.

    Un albo consigliato a tutte le mamme e papà che tra poco manderanno i loro piccoli all’asilo per la prima volta: un racconto fatto di dolcezza che rassicura, raccontandoci cosa fanno i nostri bambini quando non sono con noi.

    Buona lettura!
    Tre Libri Alla Volta

  • Di recente mi sono imbattuta in Sai fischiare, Johanna?, libro per bambini e ragazzi dell’autore svedese pluripremiato Ulf Stark. Pubblicato per la prima volta nel 1992, ricordo di averlo visto da bambina tra gli scaffali della biblioteca nell’edizione pubblicata da Piemme nella collana Il Battello a Vapore. Nel 2017 Iperborea – casa editrice specializzata in letteratura nord europea, lo ha riproposto nella collana I Miniborei, in una nuova veste grafica accattivante, accompagnato dalle illustrazioni di Olof Landström e con la traduzione di Laura Cangemi.

    Sai fischiare, Johanna? è una storia a capitoli, delicata e divertente, di due bambini alla ricerca di un nonno, e del forte legame di amicizia che li unisce. Una storia da leggere tutta d’un fiato, narrata con leggerezza e grande profondità, una lettura che suscita riflessioni sul rapporto prezioso tra nonni e nipoti.

    Sai fischiare, Johanna? ha vinto nel 2018 il Premio Andersen come miglior libro 6/9 anni.

    Ulf Stark – Sai fischiare, Johanna?

    Ulf e Berra hanno sette anni e sono amici per la pelle. Ma Ulf ha un nonno che gli fa sempre fare un sacco di cose divertenti e gli dà perfino una paghetta. Come si fa ad avere un nonno? Anche Berra vorrebbe tanto averne uno. Non c’è problema, gli dice Ulf, lui sa dove può trovarlo, e lo accompagna in un posto pieno di vecchietti, una casa di riposo. Qui Berra incontra subito il signor Nils, che se ne sta tutto solo nella sua stanza ed è felicissimo di poter adottare un nipotino. Cominciano così le avventure di Ulf, Berra e nonno Nils, che ha sempre in serbo per loro qualche sorpresa o qualcosa di meraviglioso da imparare, come costruire un grande aquilone con uno scialle di seta e una cravatta.

    Ma chi è Johanna? E perchè il nonno ama fischiettare questo motivetto? I due bambini scoprono presto che Johanna era la moglie di Nils, e Berra decide di sorprendere il suo nonno adottivo imparando a fischiare come lui. Ma come accade nella vita reale, non sempre le cose vanno come desideriamo, e Nils un giorno muore, abbandonando il suo nuovo nipotino.

    “Cerchiamo il nonno”.

    La signora si alza dalla sedia. Si pulisce con il tovagliolo. Poi gli mette una mano sulla spalla.

    “Non è più qui”, dice. “Ci ha lasciato”

    “Si sarà perso”, dice Berra. “Lo fa sempre”.

    Tora circonda il collo di Berra con le braccia. Poi gli dice che adesso suo nonno è in cielo. E che gli daranno l’ultimo saluto nella cappella, sabato

    Berra si arrabbia al punto che gli vengono le lacrime agli occhi. Si svincola dall’abbraccio della signora Tora.

    “E io che avevo imparato a fischiare e tutto quanto!” strilla.

    Poi non dice una parola per tutta la strada. Molla solo dei calci ai sassi.

    Ulf Stark, un autore pluripremiato

    Ulf Stark (1944-2017) è stato uno dei più importanti scrittori svedesi per l’infanzia e tra i più amati dai giovani lettori. Pubblicato con successo in tutto il mondo, ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui l’Astrid Lindgren Prize, l’Augustpris, il Nordic Children’s Book Prize. Nel 1994, ha vinto il Deutsche Jugendliteraturpreis (il Premio tedesco per la Letteratura d’infanzia) con il libro Sai fischiare, Johanna?

    Sai fischiare, Johanna? – un libro per grandi e bambini

    sai fischiare, johanna? ulf stark

    Sai fischiare, Johanna? è un libro strutturato a capitoli, facilmente leggibile, e consigliato per lettori dai 6 anni in su.

    E’ una storia piuttosto breve (64 pp.) che lascia la possibilità ai bambini che leggono da poco in autonomia, di fare pause tra un capitolo e l’altro, soffermandosi anche sulle illustrazioni. Una lettura che può essere anche condivisa, in cui adulto e bambino possono ricucire insieme il senso della storia, a partire dal loro vissuto personale e dalla propria esperienza.

    Un libro che parla di amicizia, in cui si mescola “alto e basso, ordinario e straoridinario, irriverenza e humor delicato con cui sdrammatizzare i piccoli guai della vita quotidiana di un bambino“, affrontando argomenti delicati e complessi – come quello della morte, con sguardo limpido e sensibile.

  • Come dovrebbe essere fatto un libro per un bambino di pochi mesi? Che caratteristiche deve possedere?

    Tra le proposte di lettura che possono essere fatte ad un bambino molto piccolo, ci sono i libri ad alto contrasto, libri pensati e realizzati per lettori di pochi mesi, da pochi anni arrivati anche in Italia grazie ad editori come Camelozampa e Editoriale Scienza.

    Libri in bianco e nero per neonati: come sono fatti?

    I libri ad alto contrasto sono libri realizzati principalmente in due colori: il bianco e il nero.

    Alla nascita e durante le prime settimane di vita, i bambini riescono a distinguere oggetti e forme solo da una distanza ravvicinata (circa 20-25 cm dal loro volto). E’ per questo motivo, che le immagini in bianco e nero, in virtù del loro forte contrasto di luminosità e per i contorni netti e ben definiti delle figure, riescono ad essere meglio percepite dai neonati.

    I libri ad alto contrasto per neonati possono essere di diversi materiali e tipologie: di cartone o cartoncino, di stoffa, con apertura classica o a leporello.

    Bianco e Nero, Tana Hoban (Editoriale Scienza, 2021)

    Bianco e Nero di Tana Hoban è un libro ad alto contrasto per neonati con apertura a fisarmonica. Gli oggetti raffigurati sono oggetti di uso comune ed elementi naturali, che si stagliano sullo sfondo bianco o nero, a seconda di come si gira il verso del libro.

    Il formato scelto è il leporello, detto anche “a fisarmonica”: questo consente di appoggiare il libro a terra o nella culla, in modo che il bebè possa osservarlo facilmente da disteso. Da un lato, gli oggetti neri emergono dal fondo bianco, dall’altro gli oggetti bianchi spiccano sul fondo nero. Realismo ed essenzialità sono le caratteristiche fondamentali di ciò che viene mostrato in queste pagine cartonate, che stimolano i bambini di pochi mesi con efficacia e tenendo conto della loro competenza.

    Che cos’è?, Tana Hoban (Camelozampa, 2021)

    In questo albo in bianco e nero, che rispecchia la modalità di percezione infantile nei primi mesi di vita, Tana Hoban rappresenta con il suo stile inconfondibile, oggetti che fanno parte del vivere dei piccoli, come il ciuccio, la sedia, il tavolo, il passeggino, la paperella. Una serie di immagini altamente comprensibili per il bambino, aiutandolo a leggere la realtà che lo circonda.

    Che cos’è? Tana Hoban (Camelozampa, 2021)

    Bubalibrino: libro di stoffa ad alto contrasto

    Tra i libri di stoffa ad alto contrasto che più mi piacciono e reputo di qualità, c’è il Bubalibrino realizzato da Silvia – artigiana creativa, che durante la seconda gravidanza riscopre l’amore per il cucito e realizza il suo primo libro sensoriale. Nel 2018 fonda l’azienda BuBaBeBi, caratterizzata da passione, attenzione e cura dei materiali, e produzione realizzata in Italia.

    Il Bubalibrino è un libro morbido e dagli angoli arrotondati, con forme geometriche in bianco nero e rosso, che stimolano la concentrazione e la messa a fuoco del bambino sui dettagli delle pagine. Un libro sensoriale, che accompagna il bambino nelle fasi di crescita del suo primo anno di vita.

    Quando e come leggere un libro ad alto contrasto?

    I libri ad alto contrasto sono proposte di lettura che possono essere fatte sin dai primi mesi di vita. Non c’è un’età precisa in cui cominciare, ma generalmente sono i libri in bianco e nero sono ben fruibili da bambini di 0-12 mesi.

    Generalmente di piccolo formato, possono essere proposti ai neonati che già stanno sulla pancia, appoggiandoli sul letto davanti a loro, mostrarglieli quando sono sulla sdraietta, oppure possono essere mostrati da uno dei due genitori, mentre l’altro ha in braccio il bambino.

    Nei primi mesi di vita il bambino ancora non è in grado di afferrare con le mani o con la bocca il libro e si limiterà ad osservare chi legge e le pagine del libro.

    Anche qui lo scopo del leggere insieme questi libri è quello di passare un bel momento insieme, non certo imparare a distinguere un orsetto di peluche nero sullo sfondo bianco.

  • Il bosco offre tanti stimoli naturali attraverso i quali i bambini imparano a prendere consapevolezza del proprio corpo e della loro forza. E’ per questo motivo che mi piace offrire la possibilità ai miei figli di passare del tempo a contatto con la natura: dal parco, ai giardini cittadini, da una camminata in collina a una gita nel bosco.

    Nel mese di agosto, grazie al blog Viaggia Piccoli, abbiamo scoperto l’esistenza del Sentiero degli Gnomi a Bagno di Romagna (FC), nel cuore del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi.

    Il Sentiero degli Gnomi è un percorso in mezzo al bosco per bambini e famiglie, facilmente raggiungibile dal centro del paese, l’ideale per una passeggiata immersi nella natura, alla scoperta di un vero villaggio di gnomi, fate e abitanti del bosco.

    A Bagno di Romagna c’è un bosco incantato accanto all’antico borgo. A 100 metri dalla stupenda piazza del paese passando sotto un portale magico si accede al mondo incantato del paese degli Gnomi dove Fate, natura incontaminata e piccoli tesori del bosco ti raccontano ogni volta storie che fanno volare.

    il sentiero degli gnomi

    Una passeggiata nel bosco con caccia al tesoro

    Il Sentiero degli Gnomi è un sentiero ad anello nel cuore del Bosco dell’Armina lungo circa 2 km e percorribile solo a piedi. Noi lo abbiamo percorso con una bambina di tre anni e un piccolino in fascia senza troppi problemi. Dopo le prime incertezze della bimba più grande legate a qualche pezzo di salita leggermente accidentato, o a qualche momento di stanchezza, è stata una camminata piacevole e ricca di scoperte.

    All’ingresso viene fornita una mappa del sentiero e i bambini vengono invitati a compiere una caccia al tesoro. Qua e là troviamo sparse piccole casette di legno dipinte – sono le case degli gnomi! – in cui troviamo il timbro da apporre sulla mappa: è il segno del nostro passaggio!

    Entriamo in un bosco di latifoglie, conifere e aghifoglie.

    Tra sentieri in salita e discesa, proviamo a fare silenzio e a tendere l’orecchio verso i rumori del bosco, in cerca del verso di qualche uccello. Cerchiamo alberi conosciuti, guardiamo le foglie, tocchiamo sassi e legnetti. Il bosco è fresco e il cammino è piacevole.

    Ogni tanto soppraggiunge la stanchezza e allora rallentiamo il passo.

    Quando arriva l’ora di pranzo ci fermiamo nell’area picnic e ci riposiamo su un’amaca. E’ possibile anche prenotare un cestino preparato dalla dispensa di Fata Foglina: noi l’abbiamo fatto e oltre al pranzo ci è arrivata anche una borsa di tela da colorare con stampi e acquerelli!

    Il bello di stare in natura: 5 buoni motivi per portare i bambini a camminare nel bosco

    Il sentiero degli Gnomi è sicuramente un luogo in cui torneremo, magari in autunno, per godere dei colori, della quiete e del fermento del bosco autunnale.

    Passare una giornata in natura ci ha permesso di trascorrere una bella giornata in famiglia all’insegna della scoperta e della condivisione. Oltre a questo, che valore ha lo stare in natura?

    • Conoscere la fatica e i propri limiti fisici e mentali
    • Imparare ad osservare e allenarsi al silenzio
    • Sperimentare la gentilezza verso sè stessi e gli altri
    • Conoscere il bosco e i suoi abitanti, ponendo le basi per il rispetto dell’ambiente
    • Imparare ad orientarsi nello spazio e conoscere com’è fatta una mappa
    il sentiero degli gnomi: stare con i bambini nel bosco

    Se siete curiosi,qui il link alla pagina ufficiale: https://www.ilsentierodeglignomi.com/

  • L’autunno, dopo la primavera, è decisamente la mia stagione preferita. Settembre è il mese degli inizi e sento sempre una nuova energia fluire con l’arrivo del fresco. Per godervi l’inizio di questa stagione al meglio (oltre a qualche camminata nel bosco, un tè caldo e andare a raccogliere castagne) ecco tre libri che vi faranno immergere in un’atmosfera autunnale fatata, insieme agli abitanti del sottobosco. Sono libri che difficilmente reperirete – due edizioni straniere e un fuori produzione, ma che riusciranno a darvi la giusta ispirazione e mood autunnale!

    The fairies’ cook, Shirley Barber (1995)

    Il primo è The Fairies’ Cook, dell’autrice australiana Shirley Barber. L’edizione che ho letto è quella rumena, in una traduzione che conserva il fascino del testo in lingua originale, e che fa parte della serie di Martha B Rabbit. La maggior parte delle storie dell’autrice sono ambientate nei boschi e ha come protagonisti gnomi e fate. In The Fairies’ Cook, letteralmente “la cuoca delle fate”, la coniglia Martha prepara conserve e scorte di cibo per il rigido inverno, in una cucina che emana calore e profumi deliziosi di marmellata di more e farina di noci per tutto il bosco. Una notte un trio di topi malvagi le ruba le provviste accuratamente conservate. Coraggiosamente, la coniglia si mette in cammino alla ricerca di una soluzione ai suoi problemi.

    shirley barber martha rabbit
    The fairies cook: Martha e Tabitha alla festa delle fate

    Dopo un terribile incontro con una volpe, arriva alla pensione del signor Gnomo, dove insieme alla gatta Tabitha, cucinerà per la festa di fate e folletti che si tiene ogni notte alla pensione dello Gnomo. I colori del bosco, il profumo di erbe selvatiche e la legna che arde nel camino a casa di Martha, mi hanno trasportata in un piccolo mondo nascosto dal sapore autunnale.

    Il libro segreto degli Gnomi, De Agostini (1986)

    Il libro segreto degli gnomi
    Il libro segreto degli gnomi (1986)

    Ne Il libro segreto degli Gnomi, non troviamo paesaggi autunnali, ma conosciamo più da vicino il curioso mondo degli gnomi, piccoli abitanti dei boschi dal cappello a punta. Abbiamo ricevuto in eredità alcuni volumi di questa serie uscita con De Agostini negli anni ’80. La serie in realtà si ispirò a un cartone animato spagnolo trasmesso anche in Italia” David Gnomo amico mio“, ispirato a sua volta dalle illustrazioni dell’olandese Rien Poortvliet (se non lo conoscete andate a recuperare anche il mega albo illustrato ll grande libro degli Gnomi uscito per Rizzoli nel 2020!).

    Il libro segreto degli gnomi - un identikit
    Il libro segreto degli gnomi – un identikit

    La serie di libri, che usciva come settimanale in edicola, vede descritta in maniera pseudoscientifica l’esistenza del piccolo popolo degli Gnomi, con spiegazioni sugli animali, la scienza, il lavoro, la fisica e così via. Scopriamo così che le anatre selvatiche offrono spesso passaggi agli gnomi per i loro lunghi viaggi, e che gli gnomi aiutano gli animali del bosco come merli e scoiattoli nel momento del bisogno.

    Little Witch Hazel. A year in the forest, Phoebe Wahl (2021)

    little witch hazel di phoebe wahl copertina

    Little Witch Hazel. A year in the forest, raccoglie quattro racconti, uno per ogni stagione, ambientati nella Mosswood forest – un nome dal sapore, appunto, di muschio, legno e bosco. Un albo di cui vi aveva già parlato Elena, contributor qui sul blog, e che trovate anche sul suo blog Immaginarie.

    Hazel è una piccola strega, ci dice l’autrice, anche se a noi potrebbe ricordare una gnoma. Non la vediamo usare strumenti magici, né compiere incantesimi. Intuiamo che è una guaritrice, che si prende cura con grande dedizione ed energia degli animali e delle creature del bosco.

    Il piccolo mondo ricreato da Wahl con dovizia di squisiti particolari, è una comunità vivace e attiva, che comprende uno gnomo che gestisce l’ufficio postale, una goblin calzolaia, animaletti di ogni genere, folletti e fatine e questo tessuto sociale è tenuto insieme da un forte collante.

    Per ogni stagione ci viene raccontato un episodio della sua vita quotidiana. Ciò che è affascinante di questo libro illustrato è, prima di tutto, l’atmosfera nella quale le storie vengono dipanate. Tavole dai colori terrosi ci accompagnano ad immergerci nell’esperienza visiva del bosco, nella sua bellezza intensa, cangiante, ipnotica. Hazel si muove con sicurezza nell’ambiente naturale. Da una parte, conosce il bosco come le sue tasche, dall’altra è ancora capace di provare meraviglia di fronte alle sue tante sfaccettature, piccola rispetto all’immensità e alle forze della natura.

    Quali sono le letture che vi trasportano nell’atmosfera autunnale? Lasciate un commento qui sotto.

    Buona lettura!

    Manuela

  • L’inizio di un nuovo anno scolastico è alle porte, e come tutti gli inizi porta con sè una buona dose di aspettative, emozioni di ogni tipo, speranze, paure. E’ un nuovo anno di scuola per bambini e ragazzi, ma anche per i loro genitori, insegnanti, e per tutte le persone che gravitano nel mondo della scuola. E’ un ricominciare dopo una lunga pausa estiva in cui tutti, almeno un pochino, siamo cambiati. Abbiamo fatto nuove esperienze, sperimentato routine diverse (e chi non lo farebbe in tre mesi di vacanze?!), qualcuno ha cambiato taglio di capelli, i bambini sono diventati grandi, sono nate nuove amicizie e la voglia di vedersi di nuovo in classe è tanta.

    In questo articolo vorrei parlare di emozioni, un tema che talvolta può sembrare inflazionato o scontato, soprattutto se lo si fa alla scuola primaria. Perchè è così importante parlare di emozioni a scuola? Che relazione c’è tra apprendimento ed emozioni?

    Emozioni e apprendimento

    Checchè se ne dica, parlare di emozioni è necessario, non solo per i bambini, ma anche per gli adulti. Come gestire altrimenti le emozioni quando non le sappiamo riconoscere? Come fare affinchè i bambini coltivino l’intelligenza emotiva e siano in grado di esprimere come si sentono? E che impatto ha tutto ciò sullo stare in classe e sui processi di apprendimento?

    La didattica emozionale o intelligenza emotiva deve essere una priorità. 

    Daniela Lucangeli scrive: “Le emozioni accompagnano ogni esperienza di apprendimento. Se vogliamo che i bambini apprendano ottenendo il meglio da sé, dobbiamo farli apprendere con il sorriso”. La Lucangeli, docente di Psicologia dello sviluppo all’Università di Padova, ha sviluppato il concetto di cortocircuito emozionale per descrivere quelle situazioni di difficoltà emotiva, paura, dolore che rendono difficile l’apprendimento.

    Tutto dipende da come si considerano i bambini: sono vasi da riempire o fuochi da accendere? Sono alunni da istruire o bambini da educare?

    Tutto parte dal tempo della cura, dell’attenzione e da quanto ci dedichiamo a loro. Si parla di cose semplici: chiedere come stanno, cosa hanno fatto di bello nel fine settimana, raccontare, raccontarsi.  

    Il colore delle emozioni: un percorso interdisciplinare sulle emozioni a scuola

    Queste riflessioni hanno accompagnato me e le mie colleghe all’inizio dell’anno scolastico, quando eravamo alla ricerca di un tema di educazione civica interdisciplinare connesso con tutte le materie, per le classi terze della scuola primaria in cui insegno.

    E siccome dalla lettura ad alta voce nascono sempre i progetti più belli, ci siamo affidate al libro Il colore delle emozioni di Anna Llenas (Gribaudo, 2012) o Colour Monster nell’edizione inglese.

    Il mostro dei colori è un mostro confuso, ha un nodo nel petto e tante emozioni a cui non sa dare un nome. Le emozioni sono mischiate e gli creano grandi difficoltà. Ma una bambina lo aiuta: prende dei barattoli e assegna ad ogni barattolo un’emozione. Si crea un po’ di ordine: si individua la calma, la tristezza, la felicità, la rabbia, la paura: le emozioni vengono spiegate e accolte.

    Il libro è stato letto anche nella sua edizione inglese ed è stato apprezzato dai bambini che hanno imparato a leggerlo nella lingua straniera. Oltre alla lettura, si è passati poi alla costruzione di un termomentro delle emozioni a cui dedicare ogni giorno qualche minuto. 

    Il termometro delle emozioni costruito in classe

    Il termometro delle emozioni si è rivelato essere uno strumento utile per conoscersi, per parlare di sè, per spiegare perché si è calmi, arrabbiati, felici, pensierosi, imbarazzati…dove attraverso il racconto di episodi della vita personale e familiare, i bambini si aprono e provano a dare un nome alle emozioni che sentono. Parlando di emozioni e raccontandosi, spesso sono uscite problematiche relazionali interne alla classe, piccole incomprensioni che in questo modo si sono risolte.

    In italiano, abbiamo utilizzato il kamishibai per la lettura dell’albo illustrato, e i bambini hanno realizzato un grande cartellone che occupa buona parte della parete della biblioteca.

    In arte si è proposto ai bambini di abbinare ad ogni emozione un’opera famosa. E così alla paura si è associato “L’urlo” di Munch, alla tristezza “Il ritratto del dottor Gachet” di Van Gogh, alla rabbia “L’anima dannata” Di Bernini, alla gioia “La passeggiata” di Marc Chagall e così via.

    Molto importante è stato l’ausilio di altri testi per completare l’esplorazione delle emozioni come Un mare di tristezza ed. Minibombo, Rime di Rabbia di Bruno Tognolini, La paura che diventa coraggio di Luca Mazzucchelli e Giulia Telli.

    Ogni emozione è complessa, sfaccettata, ricca di sfumature.

    Parlare di emozioni e confrontarci su di esse, ci ha dato la possibilità di trovare strategie per poterle tirare fuori e accoglierle nel giusto modo nella nostra vita.

    Chi è Simona Tondo?
    Sono insegnante nella scuola primaria a Lizzanello, provincia di Lecce e mamma di due gemelline di 7 anni.
    Laureata in Scienze Pedagogiche e Scienze della Formazione Primaria. Da circa 10 anni mi occupo di letteratura per l'infanzia e promozione della lettura a scuola e fuori dalla scuola. Ho frequentato corsi con Nati per Leggere, AIB, Hamelin, Artebambini e Accademia Drosselmeier. 
  • Negli ultimi dieci anni si è parlato molto del ritorno alla terra, ovvero della tendenza di molti giovani nel voler lasciare la città per scommettere sulla campagna. Non solo figli di agricoltori, ma anche ragazzi e ragazze provenienti da altri settori ed esperienze. Alle spalle, spesso c’è una laurea, conseguita in una città diversa dalla propria, le prime esperienze in azienda, fino al desiderio di tornare a casa e fare qualcosa nella propria comunità. Un po’ come ha fatto Mino, che dopo un master in food&wine sogna di tornare all’uliveto di famiglia a produrre olio e miele. Oppure come Lorenza, che dopo un lavoro come dipendente, ha deciso di rilevare i terreni abbandonati di famiglia e ha creato una piccola fattoria didattica con vendita diretta dei prodotti coltivati.

    Sono stata quindi felice di sapere che Slow Food ha pubblicato in Italia (2020) un albo come questo, capace di mostrare ai bambini com’è la vita all’interno di una fattoria biologica.

    Da dove arriva il cibo che mangiamo tutti i giorni? Com’è la vita di un agricoltore? Cosa si fa in una fattoria? Quando si raccoglie il miele? Cos’è una mietitrebbia? Perchè si tosano le pecore?

    Un anno in fattoria: un viaggio illustrato alla scoperta di una fattoria biologica

    Un anno in fattoria di Nancy Castaldo e Ginnie Hsu è un viaggio illustrato alla scoperta di una fattoria biologica attraverso le stagioni: dai tipi di fattorie esistenti, alle razze di galline più diffuse, dai frutteti agli alveari, dalla manutenzione dei macchinari alla tosatura delle pecore.

    In primavera, quando le giornate si allungano e all’alba gli uccelli cominciano a cantare, scopriamo quali sono le attività del contadino e visitiamo il pollaio, imparando cosa mangiano le galline e quando avviene la schiusa delle uova. Conosciamo i macchinari e gli attrezzi agricoli che vengono usati, e poi…tutti al mercato!

    Un anno in fattoria: primavera

    In estate, i rami degli alberi sono coperti da foglie e frutti: scopriamo cos’è la fotosintesi, conosciamo le varietà di mais e le più diffuse razze bovine che si trovano in Italia. Ne conoscete qualcuna?

    Un anno in fattoria: estate

    Siamo in autunno: le giornate sono più corte e l’aria è più fredda. Assistiamo alla raccolta delle mele, conoscendo alcune delle varietà più conosciute (come la fuji e la golden), lavoriamo in un campo di zucche scoprendo che ne esistono di tutti i tipi da quelle di forma allungata a quelle più tonde e arancioni come le new england sugar pie. E’ il momento di fare le conserve e di preparare i campi per l’inverno.

    Un anno in fattoria: autunno

    In inverno, accompagnamo l’agricoltore nelle sue attività principali: si pulisce il pollaio, si prepara la legna, si potano gli alberi, si comprano le sementi e si fa il pane in casa (in fondo all’articolo vi lascio la ricetta!)

    Un anno in fattoria: inverno

    La scansione temporale è chiara e permette ai bambini di immaginare come viene distribuito il lavoro in fattoria nel corso dell’anno, e a quali attività è chiamato il contadino. Certo, le illustrazioni di Ginnie Hsu mostrano una realtà quasi naïf, idealizzata, che forse è rappresentativa di poche, pochissime piccole realtà. Nonostante questo, è un utile punto di partenza per conoscere meglio la fattoria e avere un’affascinante visione d’insieme del lavoro del contadino!

    Un anno in fattoria è una lettura appassionante e ricca di spunti per parlare di benessere animale, allevamento, sostenibilità e tutela dell’ambiente con i bambini più grandi, e per imparare a riconoscere gli animali (come mucche o galline) che si sono visti durante una gita fuori porta.

    Sono tante le aziende agricole che hanno aperto le porte ai visitatori: dalla didattica ai laboratori, dall’educazione ambientale a quella del gusto. E tante sono le opportunità per visitarle con i bambini, che dall’ambiente naturale, a cui sono sempre meno esposti, possono trarre benessere e sviluppare sensibilità nuove.

    Consigliato dai 4/5 anni, ma può essere letto anche prima, con la mediazione di un adulto.

    E per i più golosi, ecco la ricetta del pane da fare in casa!