Sono arrivate le prime giornate di freddo. Ora di sorseggiare di nuovo cioccolate bollenti e di rispolverare i giochi in scatola, certo. Ma è anche un tempo nel quale si possono fare belle passeggiate e giocare all’aperto, quando il meteo non è apocalittico, almeno. Vestiti “a cipolla”, scarpe che non soffrano troppo l’incontro con il fango, e via. Perché gironzolare nella natura (che sia un parchetto urbano o un grande spazio aperto) fa sempre bene alla mente e al corpo. Oggi vi propongo, una carrellata di albi che celebrano la bellezza dell’esplorazione e del vivere all’aperto, nelle loro tante sfaccettature.
Iniziamo con un classico dal fascino senza tempo. Tutti a spasso, dell’autrice e illustratrice britannica Shirley Hughes, è arrivato sui nostri scaffali grazie a Pulce edizioni un paio d’anni fa, anche se è stato pubblicato originariamente negli anni ’80. Un albo illustrato che ci accompagna in un appassionato viaggio – quasi liberatorio visto con la lente del mondo post- pandemia – attraverso le stagioni, per finire con l’inverno e il periodo natalizio. Tra le sue pagine gioiose, i suoi versi e le sue tavole a volo d’uccello, un vero piacere per gli occhi, troviamo bambini intenti a scoprire tutte le trasformazioni della natura. Tutti i mesi dell’anno sono perfetti per esplorare il mondo fuori casa. Quattro stagioni, un quartiere brulicante di vita e di relazioni calde, dei bambini fortunati perché viene loro permesso di “andare a spasso”, di sperimentare il gioco libero all’aperto. Il fango, l’acqua, il vento, sono elementi amici da scoprire. E insieme alle stagioni, alla natura che cambia, vengono i riti, i momenti speciali del calendario, illustrati con tutta la magia del tratto inconfondibile di Shirley Hughes.

Del diritto al gioco all’aperto, ma anche di rabbia e incomprensione tra mondo bambino e adulto parla La buca dell’autrice svedese Emma AdBåge, edito in Italia da Camelozampa (2020). Un albo delizioso e provocatorio. Nel giardino della scuola c’è una grande buca un po’ fangosa, sorprendente regalo di un precedente cantiere. I bambini la chiamano La Buca. E la vivono intensamente, inventandosi mille giochi che chi lavora in educazione chiamerebbe destrutturati. Arrampicandosi sulle radici di un albero abbattuto, scivolando, correndo, scavando, raccogliendo rami e sassi. Tutte attività irregolari e sospette agli occhi di un piccolo ma preoccupato manipolo di insegnanti che li osservano dai bordi del magico cratere. Gli adulti vedono la buca come una minaccia alla sicurezza collettiva e fanno di tutto per impedire ai bambini di giocarvi dentro.

Sono pagine scanzonate, lucidissime, liberatorie quelle de La buca, rese vive dallo stile realisticamente fumettoso, ricco di dettagli esilaranti. Pagine che mettono in evidenza, da una parte, quella fissazione per la sicurezza che ci accompagna sempre più in questi anni. Un atteggiamento che rischia di contaminare sempre di più anche le vite dei bambini contemporanei. Dall’altra parte, da queste tavole emerge – e viene implicitamente denunciata – una visione piatta e miope dell’infanzia; quella di chi vorrebbe che i bambini fossero, appunto, sempre prevedibili e controllabili. Che non uscissero dalle righe, dagli schemi dei manuali e dai recinti superattrezzati costruiti per loro. Come se il potere dell’immaginazione, la capacità di vedere e toccare e divertirsi con ciò che non c’è o di trasfigurare il reale non fosse la sostanza stessa di cui è fatta l’infanzia. Come se il rischio (relativo), la sperimentazione, lo sporcarsi non fossero ingredienti importanti nell’avventura di crescere.
E di avventure guidate dal potere dell’immaginazione ne troviamo a bizzeffe nel capolavoro di Sven Nordqvist Passeggiata col cane, portato in Italia lo scorso anno sempre da Camelozampa (2020). Tutti durante i lockdown dell’ultimo anno e mezzo avrebbero voluto avere un cane da portare a fare pipì. Ma questo, fidatevi, batte ogni aspettativa! Passeggiata col cane è un silent book al quale sta a pennello la definizione di “senza parole”: perchè lascia senza fiato e perchè è difficile descriverlo, rendergli giustizia, lasciando al lettore il completamento di senso della storia.
Rientra nella categoria degli albi “brulicanti” con le sue grandi, spettacolari tavole che ricreano ognuna una sorta di mondo parallelo, ricchissime di dettagli infiniti, di vita, di pura meraviglia.

Un piccolo umano (una bambina, ma potrebbe essere anche un maschietto, tratti e abbigliamento lo lasciano decidere a noi), nelle prime tavole saluta la nonna e si avvia a portare a spasso un esuberante cagnone. Da una stazione in stile vittoriano inizia un viaggio mirabolante (e spesso faticoso) in una serie di universi incantati, che noi vediamo dall’alto, in grandi tavole panoramiche nelle quali si fondono scenari naturali e architetture fantastiche e sfrenate.
Ogni tappa della passeggiata ci porta in un ambiente diverso, e anche ciò che può sembrare familiare a prima vista – un parco, un salotto, uno zoo – si trasfigura in una miriade di particolari totalmente surreali che sovvertono, a tratti, l’idea che abbiamo di quei luoghi. Cagnone e bambina si immergono negli ambienti e si mescolano agli altri personaggi, curiosi e perfettamente a loro agio. Fanno quello che farebbero un cane e una bambina durante un pomeriggio fuori: mangiano un gelato (tutti e due), il cane insegue un uccello in un lago, si ferma ad annusare naso contro naso le creature più bizzarre, galoppa trascinandosi dietro la bambina, si rinfresca in un ruscello per socializzare con delle rane, gira in tondo in un prato con un gruppo di amici estemporanei, eccetera. Un libro nel quale perdersi e poi perdersi ancora. Di recente è uscito in Italia un altro albo dello stesso autore, Dov’è mia sorella?. Anche questo decisamente degno di essere scoperto.
Visto che ci avviciniamo all’inverno, ecco due bellissimi albi che hanno come co-protagonista la neve, ormai sempre più rara nelle nostre città e forse, per questo, ancora più magica: La prima neve di Bomi Park, edito da Lupoguido (2018) e Peter nella neve di Ezra Jack Keats, pubblicato in Italia da Terre di Mezzo (2019).

Il primo si gioca tutto sui toni del bianco, del grigio e del nero con alcuni dettagli in rosso. Onirico e assolutamente incantevole, ci porta a seguire una bimba che si risveglia di notte, scoprendo che nevica. In silenzio la piccola protagonista esce di casa e comincia a giocare con la neve, seguita da un minuscolo cucciolo di cane. I due piccolissimi si avventurano nel mondo ovattato al di là del giardino di casa, facendo rotolare una palla di neve. Attraversano una città e un bosco, sotto la luna e i fiocchi di neve, fino ad arrivare ad una radura dove sono arrivati, da luoghi vicini e lontani, tanti altri bambini con le loro palle giganti di neve.
Peter nella neve è un grande classico dell’illustrazione, pubblicato per la prima volta negli Stati Uniti nel 1962. All’epoca fu un’opera innovativa sia per la scelta di avere per protagonista un bimbo afroamericano, sia per l’adozione di una varietà di tecniche, tra cui il collage, nelle sue tavole. Anche in questo caso seguiamo un bimbo nella sua scoperta della neve e di tutte le entusiasmanti possibilità che una giornata nella neve può offrire: dalle impronte ai pupazzi, dagli “angeli nella neve” alle discese lungo cui ruzzolare spericolati. Se l’avventura della bimba de La prima neve si svolge in un’atmosfera onirica, Peter è un bambino reale degli anni ’60 che gode di una libertà sconosciuta alla maggior parte dei bambini della nostra società contemporanea. Lo scenario nel quale si muove è urbano, ma la neve lo trasfigura in una paesaggio incantato, dall’enorme potenziale in termini di gioco e scoperta. E Peter può esplorarlo in piena autonomia.
Concludiamo questa carrellata con un tocco di magia e con una guida molto speciale. Si chiama Hazel ed è la protagonista del nuovo albo illustrato di Phoebe Wahl. Little Witch Hazel. A year in the forest, edizione Tundra (Penguin Random House) raccoglie quattro racconti, uno per ogni stagione, ambientati nella Mosswood forest – un nome dal sapore, appunto, di muschio, legno e bosco.

Hazel è una piccola strega, ci dice l’autrice, anche se a noi potrebbe ricordare una gnoma. Non la vediamo usare strumenti magici, né compiere incantesimi. Intuiamo che è una guaritrice, che si prende cura con grande dedizione ed energia degli animali e delle creature del bosco. Per ogni stagione ci viene raccontato un episodio della sua vita quotidiana. Ciò che è affascinante di questo libro illustrato è, prima di tutto, l’atmosfera nella quale le storie vengono dipanate. Tavole dai colori terrosi ci accompagnano ad immergerci nell’esperienza visiva del bosco, nella sua bellezza intensa, cangiante, ipnotica. Hazel si muove con sicurezza nell’ambiente naturale. Da una parte, conosce il bosco come le sue tasche, dall’altra è ancora capace di provare meraviglia di fronte alle sue tante sfaccettature, piccola rispetto all’immensità e alle forze della natura. Il piccolo mondo ricreato da Wahl con dovizia di squisiti particolari, è una comunità vivace e attiva, che comprende uno gnomo che gestisce l’ufficio postale, una goblin calzolaia, animaletti di ogni genere, folletti e fatine e questo tessuto sociale è tenuto insieme da un forte collante. Si intuisce che ciò che muove Hazel nel profondo e che dà significato alla sua vita quotidiana è proprio il suo stare nel tessuto comunitario del bosco, occuparsi degli altri usando le sue capacità, il saper fare e la sua conoscenza della natura.
E a voi quali libri fanno venire immediatamente voglia di respirare aria fresca e vagabondare nei prati o tra i boschi?
Emma AdBåge, La buca. Camelozampa, 2020
Shirley Hughes, Tutti a spasso. Pulce edizioni, 2019
Ezra Jack Keats, Peter nella neve. Terre di mezzo editore, 2019
Sven Nordqvist, Passeggiata col cane. Camelozampa, 2020
Bomi Park, La prima neve. Lupoguido, 2018
Phoebe Wahl, Little Witch Hazel. A year in the forest. Tundra (Penguin Random House), 2021
Chi è Polly (Elena Poletti)?
Sono una lettrice appassionata di letteratura per bambini e ragazzi, sulla quale continuo a formarmi e di cui scrivo nel mio blog Immaginarie (https://immaginarie.net/). Nella vita fuori dalle pagine, ho studiato nell'ambito delle scienze sociali e lavoro nella comunicazione nel non profit. 'Da grande' vorrei cambiare (un pochino) il mondo e, alla fine, diventare una brillante vecchia eccentrica.
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