Da qualche settimana a questa parte, piccoli e grandi lettori sono passati in libreria chiedendomi di poter sfogliare l’ultimo albo illustrato di Beatrice Alemagna.
“Manco per sogno” (dal titolo originale francese Même pas en rêve – per la casa editrice parigina école des loisirs) è il suo ultimo lavoro, tanto atteso dal pubblico e uscito in Italia con Topipittori (2021) grazie alla traduzione di Lisa Topi. Un libro pubblicato a pochi giorni dall’inizio del nuovo anno scolastico, che parla di scuola e di nuovi inizi, ma che di tematico non ha proprio nulla, confermando ancora una volta la freschezza e l’originalità del segno dell’autrice.
Una storia che si ispira all’esperienza personale di Beatrice con la figlia più piccola, e che ha preso forma in questo albo illustrato, dedicato a bambini e genitori che si trovano a dover affrontare l’inizio di un nuovo percorso scolastico.
Manco per sogno! (Topipittori, 2021)

Pasqualina: tre anni, due ali pelose e le idee molto chiare: niente scuola. Mai. Manco per sogno. Così si apre il nuovo straordinario albo di Beatrice Alemagna dedicato a tutti i piccoli che si apprestano ad affrontare il primo giorno di scuola. Con acutezza e umorismo Beatrice, a sorpresa, ribalta la situazione. Sarà Pasqualina a dover prendersi cura dei suoi genitori diventati piccolissimi e timorosi dell’avventura scolastica che li aspetta. In questo modo si troverà a trascorrere il primo giorno di scuola dimenticando capricci e paure, e vivendo tutte le grandi novità della strana giornata.

Pasqualina è la protagonista di questa storia. Curiosa, la scelta di raffigurarla come un pipistrello: in un’ intervista rilasciata all’editore francese école des loisirs, Beatrice racconta infatti di come la scelta del pipistrello sia stata ben precisa: “è un animale ambiguo, portatore di una doppia anima, è simpatico, buffo, ma odioso e difficile allo stesso tempo, si pensa di conoscerlo, ma ha una forte personalità..”, un po’ come Pasqualina, che incarna i modi di fare e le caratteristiche tipiche dell’infanzia.
Uno dei passaggi che mi ha colpito maggiormente e che stravolge la storia rendendola assolutamente imprevedibile da quel momento in poi, è quando Pasqualina arriva ad urlare talmente forte da far rimpicciolire i genitori. Mi ha ricordato per certi versi, seppur al contrario, il pinguino che va in mille pezzi dopo l’urlo della mamma in “Urlo di mamma” di Jutta Richter). Questo momento di rottura e di cambiamento che non ti aspetti, trovo sia stata una scelta geniale da parte dell’Alemagna, capace di rappresentare in maniera inaspettata, la rottura di un equilibrio.
Ed è forse il rovesciamento dei ruoli che rende questa storia geniale, ben riuscita e lontana dall’essere un libro a tema sulla scuola: i timori di Pasqualina per il nuovo inizio, si trasformano in una buffa avventura in cui deve badare a mamma e papà che la accompagnano nel suo primo giorno a scuola. I genitori, però, ben presto si rivelano complicati da gestire, comportandosi esattamente come bambini.
Emerge allora un altro tema su cui riflettere: quello della scuola come spazio in cui è bello stare da soli, lontano dalla famiglia, uno spazio in cui scoprire chi siamo, un momento necessario di libertà e indipendenza dalla famiglia per poter crescere.
Un albo più narrativo rispetto alle pubblicazioni precedenti, ma che anche questa volta ha saputo conquistare i piccoli e grandi lettori.
Una storia deliziosa e sapiente, che con la tenerezza e il sorriso centra i sentimenti e le contraddizioni dell’infanzia, età di grandi scoperte e cambiamenti. Consigliato e dedicato a tutti i grandi e bambini di 3,4,5 anni che iniziano un nuovo percorso.
Per chi parla francese: qui il link al video con l‘intervista a Beatrice Alemagna!
Buona lettura!
Tre Libri Alla Volta
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