E’ uscito a gennaio in libreria un libro finora inedito in Italia: si tratta di Ellen e il leone (Ellen’s lion è il titolo nell’edizione originale) di Crockett Johnson, pubblicato per la prima volta negli Stati Uniti nel 1959, e ora tradotto da Sara Saorin e pubblicato da Camelozampa (2022) per la collana I Peli di Gatto.
Vi ricordate di Harold e la matita viola? Ecco, Ellen e il leone è un libro scritto dallo stesso autore e in effetti la somiglianza tra Harold e Ellen è piuttosto evidente, così come lo sono i colori utilizzati: qui non c’è il viola, ma ricorrente e tratto distintivo dell’autore, è l’uso di una palette di pochi colori (il nero, il giallo-arancio e il grigio), con le figure contornate dalla famosa linea nera.
Ellen e il leone è un libro a capitoli dedicato a tutti i lettori che hanno amato Harold e ora cercano storie più articolate, come lettura ad alta voce o prima lettura autonoma, grazie al carattere ad alta leggibilità (che contraddistingue tutta la collana) e i capitoli brevi.
Ellen e il leone, Camelozampa (2022)
Ellen e il leone è una raccolta di 12 racconti brevi, che vedono come protagonisti una bambina piena di immaginazione e il suo animale di pezza. Ellen e il suo leone ci accolgono nei loro momenti di gioco e dialogo e nelle loro avventure immaginarie all’interno della cameretta della bambina.

Come quando fanno un viaggio in treno in Arabia passando per la Groenlandia, o quando Ellen gioca alla dottoressa e intima al suo caro animale di pezza, che è giunto il momento di smettere di fumare! O come quando Ellen chiede al leone se ha già pensato a cosa farà da grande, o quando lo porta a scalare una montagna altissima, la cui vetta corrisponde alla testiera della poltrona del salotto.
Ellen si sedette sul poggiapiedi e osservò pensierosa il leone, steso a terra a pancia in giù.
«Ogni volta che noi due facciamo conversazione, parlo sempre io, vero?» gli disse.
Il leone rimase in silenzio.
«Non ti lascio mai dire una parola» disse Ellen.
Il leone non disse una parola.
«Il mio problema è che parlo troppo» continuò Ellen. «Immagino di non essere stata molto educata. Ti chiedo scusa».
«Oh, non ti preoccupare, Ellen» disse il leone.
Ellen balzò in piedi e cominciò a fare i salti di gioia. «Hai parlato!» esclamò. «Hai detto qualcosa!»
Ellen e il leone: tra immaginazione e realtà
In Ellen e il leone, i dialoghi sono scanditi dalla fervida immaginazione di Ellen e dalla lucida razionalità del suo amico di pezza. Le conversazioni sono leggere ma profonde, giocose ma al tempo stesso serissime.
Una raccolta di racconti dal sapore passato e a tratti nostalgico, in cui siamo testimoni di come il gioco e l’immaginazione siano senza tempo, così come il tono umoristico di Crockett Johnson, che a distanza di oltre sessant’anni appare più attuale che mai.

Ellen e il leone ricorderà, ai bambini più grandi e agli adulti, i giochi dell’infanzia, quando si giocava a far finta che, pretendendo che un qualcosa (un oggetto, un peluche, un divano…) fosse in realtà qualcos’altro (una spada, un dottore, una montagna da attraversare).
Un gioco simbolico, come quello di Ellen e il suo leone di pezza, in cui l’animale senza vita, si anima, grazie alla fantasia della bambina, che lo fa parlare, camminare, ragionare, scalare montagne e far deragliare i vagoni di un treno.
Se ti è piaciuto, lo puoi trovare qui.
Rispondi