• Di tempo in casa ne abbiamo passato tutti parecchio, negli ultimi due anni. Ma nel periodo delle festività invernali, anche le nostre case che ormai, dopo i vari lockdown, conosciamo a memoria, si trasformano un pochino: colori, decorazioni, magari quei profumi e quella musica che ci piace riscoprire in un pomeriggio pantofolaio, tra un pacchetto da confezionare, un pisolino e un tè con biscotti speziati.

    Ecco una mini carrellata di proposte che questa atmosfera di attesa e di festa la catturano alla grande, da sfogliare e risfogliare. Sono testi dal sapore vintage, non tutti ancora in libreria, ma rintracciabili sugli scaffali di qualche biblioteca, oppure online.

    Natale a casa con Toto e Pepe

    Illustrazione tratta da “Natale a casa con Toto e Pepe” di Holly Hobbie

    Iniziamo con Natale a casa con Toto e Pepe, albo edito da Fatatrac (2017), la cui autrice è…Holly Hobbie. Sì, se avete più di 30 anni probabilmente sapete chi è: la creatrice dell’omonima bambina dai vestitini patchwork! Anche i maialini Toot & Puddle, in italiano Toto e Pepe, nascono dalla sua fantasia e dalla sua penna.

    In questo albo ritroviamo il tratto delicato di questa illustratrice e autrice, declinato in suggestive scene invernali. Il tema è quello, classico, del ritornare a casa in tempo per Natale. Toto è in viaggio in Scozia a trovare la pro-prozia Penelope, ma ha promesso al suo amico Pepe che tornerà a casa a Boscofitto – da qualche parte nel Massachusetts – in tempo per Natale. Pepe, che lo aspetta, si dà a grandi preparativi – che comprendono decorazioni, un albero, una quantità industriale di fruitcakes – e non vede l’ora di rivederlo. Una bufera di neve ostacola il percorso di Toto, ma un aiuto inaspettato e magico permetterà a Toto di arrivare in tempo. Un libro delizioso che riesce a restituire le emozioni dell’attesadella festa, della magia natalizia, ma soprattutto di qualcuno che si ama.

    Un Natale da gatti

    Illustrazione tratta da “Un Natale da gatti” di Mararet Wise Brown

    Un Natale da gatti è un albo dal sapore vintage che ha attraversato varie trasformazioni: il testo originale di Margaret Wise Brown è del 1949, è stato rinnovato nel 1977 da Roberta Brown Rauch e le illustrazioni che accompagnano l’edizione del 1995 delle Edizioni E. Elle sono di Anne Mortimer. Le autrici ci portano a scoprire una vigilia di Natale d’altri tempi dal punto di vista della gattina di casa, Pussycat. Il ghiaccio scricchiola sotto le zampine nelle pozzanghere, l’aria fredda le drizza il pelo e porta con sè profumi di pino, arance, agrifoglio. In casa si sentono rumori delicati ma rivelatori: il fruscio della carta velina, lo scrocchiare delle noci, le forbici che tagliano. Compaiono l’albero con le palline, le calze appese al camino. Una nevicata notturna invita Pussycat ad uscire e a rotolarsi nel prato, in un silenzio ovattato nel quale, ad un certo punto, inizia a sentire il tintinnio dei campanelli delle renne. Un’affascinante immersione sensoriale nelle feste invernali attraverso lo sguardo di una felina giovane e curiosa.

    Lotje e l’albero di Natale

    Illustrazione tratta da “Lotje e l’albero di Natale” di Lieve Baeten

    Lotje e l’albero di Natale di Lieve Baeten è un albo che arriva a noi dal Belgio fiammingo attraverso l’edizione AER del 1996. Lotje, protagonista di una serie di albi, in versione originale è un’adorabile streghetta. Nell’adattamento italiano lei e le sue amiche vengono presentate come befane, forse in un tentativo di ricontestualizzare il personaggio nell’ambito delle tradizioni natalizie italiane. In ogni caso, è un 24 dicembre gelido e tempestoso e Lotje, nella sua graziosa casetta di legno abbarbicata su un albero, aspetta l’arrivo della befana Natalina, e si appresta ad addobbare l’albero. Ma una serie di visite a sorpresa si interpone tra lei e il suo piano. Natalina arriva in anticipo, per chiederle un favore: Lotje dovrebbe badare per qualche ora alla sua Piccolina, streghetta di pochi anni che non vuole saperne di fare l’albero e vuole, invece, allenarsi a volare sulla scopa di Lotje. Ad aumentare teatralmente l’entropia – e l’allegria – in casa di Lotje arrivano la befana Orsina con i suoi orsacchiotti e la befana Rapacina con i suoi amici avvoltoi. Con l’aiuto di tutti gli ospiti imprevisti, Lotje riuscirà a decorare l’albero e persino a fare i biscotti.

    Snow in the garden

    Concludo questo giretto tra le pagine con una proposta…ibrida: si tratta di Snow in the Garden, una raccolta di brevi racconti, ricette, poesie e suggerimenti di attività natalizie per bambini, deliziosamente illustrate con tavole di Shirley Hughes. Il volume è uscito nel 2018, ma raccoglie contenuti pubblicati per la prima volta nei primi anni Novanta. Uno stile, quello di Hughes, classico e allo stesso tempo capace di ricreare atmosfere molto calde, intimeheartwarming, direbbero gli anglofoni. Tra una ricetta di biscotti al burro e una di tortini salati e le istruzioni per realizzare con i più piccoli semplici e divertenti decorazioni e bigliettini, troviamo poesie e racconti che celebrano le gioie e i divertimenti dell’inverno e delle feste.

    Baeten, L.. Lotje e l’albero di Natale. AER Edizioni, 1996

    Hobbie, H. Natale a casa con Toto e Pepe. Fatatrac , 2017

    Hughes, S. Snow in the Garden. Walker Books Ltd, 2018

    Wise Brown, M., Mortimer, A. Un Natale da gatti. Edizioni E. Elle, 1995

    Chi è Polly (Elena Poletti)?
    Sono una lettrice appassionata di letteratura per bambini e ragazzi, sulla quale continuo a formarmi e di cui scrivo nel mio blog Immaginarie (https://immaginarie.net/). Nella vita fuori dalle pagine, ho studiato nell'ambito delle scienze sociali e lavoro nella comunicazione nel non profit. 'Da grande' vorrei cambiare (un pochino) il mondo e, alla fine, diventare una brillante vecchia eccentrica.
  • Dicembre è un mese ricco di magia e narrazioni che ci riportano all’infanzia e quella della Natività è tra i racconti più noti dopo la storia della creazione. Per vivere pienamente questo periodo, ho preparato una selezione di letture dedicate alla tradizione cristiana del Natale.

    Ecco le mie 3 proposte di lettura sulla Natività.

    Natale, notte di meraviglia, di Lara Hawthorne, Silvia Vecchini – Lapis 2020

    Nell’edizione originale di Natale notte di meraviglia, le illustrazioni di Lara Hawthorne erano accompagnate dal testo della canzone Astro del ciel (Silent Night). Per l’edizione italiana si è invece scelto di procedere diversamente, dando alle immagini parole nuove, quelle di Silvia Vecchini, poetessa ed autrice per bambini e ragazzi.

    Natale notte di meraviglia è un albo che incanta per la bellezza delle sue tavole illustrate e per la poesia e l’essenzialità del testo.

    La storia è quella della natività che tutti conoscono, ma ciò che cambia è il punto di vista di chi narra la storia. E’ Giuseppe qui a narrarla, raccontando i passi che lo portano a compiere un lungo cammino con la sua sposa, un cammino che lo fa diventare padre. Giuseppe, sempre rappresentato come poco partecipe alla nascita del suo bambino, qui viene invece celebrato nel suo ruolo di padre e marito, che al fianco della sua sposa è impegnato nel lavoro di amore e di cura per il nuovo nato.

    «Al centro di questo abbraccio c’è un bambino che ancora non parla e già chiama tutti. 

    Domani scriverò il suo nome accanto al mio. Inizia una storia nuova. Questa notte, nel mio villaggio, sono nato un’altra volta. 

    Sono diventato papà.»

    Se gli eventi raccontati da Giuseppe hanno del prodigioso, le sue emozioni sono profondamente umane, e arrivano dritte al cuore dei lettori. Il testo di Silvia Vecchini è scritto con un linguaggio al tempo stesso poetico e musicale, accessibile ai bambini, ma anche ricco di metafore e di sinestesie, di rimandi alle illustrazioni e alla simbologia cristiana.

    Le illustrazioni di Lara Hawthorne, equilibrate ed eleganti, contengono moltissimi elementi che possono fungere da stimolo per avviare una conversazione con i bambini sulla vita del tempo: abiti, oggetti, usanze. 

    Animali di ogni specie e una vegetazione ricca e abbondante popolano le pagine accompagnando e celebrando uno dei più grandi misteri.

    Frutto del tuo seno, di Fabian Negrin – Donzelli 2020

    Si può raccontare la natività attraverso pennellate materiche di colore? Quello che gli artisti hanno fatto per secoli sulle volte di chiese e tele di grandi dimensioni, Fabian Negrin lo ha realizzato in Frutto del tuo seno, uno straordinario racconto per immagini della natività. Un albo senza parole, dove la forza delle illustrazioni ci racconta una storia antica, che da duemila anni si mantiene accesa e che da sempre è stata raffigurata da artisti di tutto il mondo e di tutte le epoche.

    In un libro opera d’arte, Fabian Negrin ha dato vita a una Vergine Maria che ha la sembianze delle donne di Paul Gauguin. Come scrive la giornalista Nadia Terranova in un articolo de La Stampa “L’Annunciazione che apre Il frutto del tuo seno di Fabian Negrin mostra una donna dai tratti irregolari, di una bellezza severa e selvatica insieme, che, ricevuta la notizia, ha l’istinto di toccarsi il seno: allatterà un bambino senza aver mai toccato un uomo”.

    L’annunciazione dell’angelo, l’arrivo a Betlemme per il censimento e poi la nascita di Gesù in una grotta. Uno sguardo intimo e assoluto, come il primo piano, profondissimo, di Maria in seguito alla visita dell’angelo, o il cenno di incoraggiamento che fugge rapido da Maria a Giuseppe quando entrano insieme nella grotta, come per rassicurarsi a vicenda e dirsi che tutto andrà come deve andare.

    La tavola di chiusura è forse quella più eloquente, e che vi invito a scoprire leggendo questo albo.

    La grande stella di Natale, di Roberto Piumini, Simona Mulazzani – La Coccinella 2021

    Anche in La grande stella di Natale, assistiamo alla rappresentazione di Giuseppe come figura paterna presente che assiste Maria al momento della nascita di Gesù. I testi sono di Roberto Piumini, giocosi e leggeri, rigorosamente in rima. Il tratto è quello riconoscibile di Simona Mulazzani, grande illustratrice di talento a cui sono particolarmente affezionata.

    Maria, Giuseppe e un’asinella vagano nel deserto alla ricerca di un posto in cui trovare riparo e dare alla luce il bambino. La strada è lunga e il cammino impervio, e quando il cielo stellato viene ricoperto da una coltre nera che impedisce alla piccola famiglia di proseguire, il loro destino si intreccia con la vita di gente comune, che con una fiammella li aiuta ad attraversare il buio della notte.

    Un albo che si recita piacevolmente ad alta voce, adatto anche ai bambini più piccoli per abituarli al suono della rima e della poesia.

  • Manca meno di un mese a Natale, è il momento giusto per iniziare a cercare un bel libro da leggere sotto le feste. Ecco 5 proposte di lettura da cui prendere spunto!

    Un’avvventura di Natale, di Davide Morosinotto, ill. Fabio Visintin (Einaudi, 2020)

    Anche se era quasi Natale, a Trapani pareva di stare in primavera: il cielo era azzurrissimo e il mare calmo a parte qualche ricamo di spuma. Un liutello lungo e stretto veleggiava diritto verso i moli e al timone si vedeva lo zio Toto con i capelli bianchi arricciati dal vento”.

    Un’avventura di Natale è una storia dal sapore di altri tempi che mi ha affascinato per la sua ambientazione. In questo romanzo non troviamo i riferimenti al Natale a cui siamo abituati dalla tradizione letteraria e cinematografica contemporanea. La storia infatti si svolge nella Sicilia del 1600. Il protagonista è Nicola detto Cola, giovanotto pigro ed egoista a cui viene affidato dallo zio il compito di consegnare al principe di Palermo, un preziosissimo presepe di corallo.

    Un tragitto lungo e pieno di insidie quello da Trapani a Palermo, in sella al suo fedele asino Palinuro tra briganti, inseguimenti e furti. L’amicizia con Lilla, il coraggio che salva il brigante Tonno dalla forca, ma anche la fatica per recuperare le statuine rubate del presepe…

    Un viaggio a piedi, ma sopratutto un viaggio di formazione, perchè quando Cola arriva a Palermo ci arriva diverso, cambiato. Se prima non credeva in nulla, nemmeno in sè stesso, ora inizia a capire cosa significa avere fiducia negli altri. E nel Natale.

    Allumette, di Tomi Ungerer (Camelozampa, 2019)

    È la vigilia di Natale. La piccola Allumette, eroina della storia e chiaro omaggio alla piccola fiammiferaia di Andersen, è stanca, affamata, mezza congelata nei suoi stracci. Le vetrine dei negozi sono colme di ogni meraviglia, le strade piene di gente alle prese con gli ultimi acquisti, ma nessuno vuole comprare i suoi fiammiferi. Il suo destino sembra segnato.

    A mezzanotte, ormai stremata, Allumette esprime un desiderio. Ed ecco, dal cielo cominciano a piovere torte, salsicce, giocattoli e ogni ben di Dio! Ce n’è per tutti e Allumette è pronta a condividere: la piccola fiammiferaia fonderà un’organizzazione per aiutare i poveri di tutto il mondo.

    Quella di Allumette è una storia nata nel 1965, quando appare in una prima versione per la rivista inglese Queen. Riadattato e ampliato, il manoscritto viene rifiutato dall’editore americano Harper, che ritiene il testo non adatto ai bambini. Solo nel 1974 verrà finalmente pubblicato. In foto trovate l’edizione uscita nel 2019 con Camelozampa e la traduzione di Sara Saorin. Imperdibile!

    Orme nella neve, di Beatrice Masini, ill. Angelo Ruta (Einaudi Ragazzi, 2018)

    “Il bosco gocciolava, c’era un silenzio pieno. Ogni tanto il nonno si fermava e mi faceva notare una cosa: un arbusto con le bacche bianche e uno con le bacche rosse, un fossile addormentato dietro una roccia, un albero grandissimo, che aveva la sua età.

    – “Non avevo mai guardato con interesse le cacche degli animali”
    – “Sono come le orme – ha detto lui. Se le osservi capisci le loro abitudini, dove vanno, quando sono passati”.

    Orme nella neve, di Beatrice Masini è un’avventura intima e miracolosa, com’è possibile solo a Natale, di un bambino e del suo nonno.

    La mamma e il papà devono partire per trascorrere le vacanze di Natale ai Caraibi e per il bambino protagonista non c’è niente di più noioso che passare le feste in città, in compagnia del nonno materno, così taciturno. Ma le cose prendono una piega inaspettata e il nonno decide di fare ritorno nella sua casa in collina, un posto magico, circondata da un fitto bosco ai piedi delle montagne. Tra neve, passeggiate e silenzi, il rapporto tra l’anziano e il bambino diventerà profondo e ricco.

    Una passeggiata delicata alla scoperta di un mondo così lontano dalla città, ma capace di risvegliare sensazioni nuove: la vista di un tasso, la conoscenza degli alberi, l’incontro ravvicinato con una volpe.

    Canto di Natale, di Charles Dickens (Rizzoli, 2020)

    Canto di Natale (A Christmas Carol, in Prose. Being a Ghost-Story of Christmas nell’edizione originale inglese) è uno di quei classici che puntualmente vengono riproposti ogni anno tra le letture natalizie. Pubblicato per la prima volta nel 1843, è considerato uno dei libri più celebri dell’autore, e qui ve ne parlo presentandovi questa bellissima edizione da collezione uscita per Rizzoli (2020).

    Il romanzo è uno degli esempi di critica di Dickens alla società ed è anche una delle più famose e commoventi storie sul Natale nel mondo. Narra della conversione del vecchio e tirchio Ebenezer Scrooge, visitato nella notte di Natale da tre spiriti (il Natale del passato, del presente e del futuro), preceduti da un’ammonizione dello spettro del defunto amico e collega Jacob Marley.

    Il testo, con la traduzione di Beatrice Masini, è accompagnato dalle illustrazioni di Iacopo Bruno, che impreziosiscono e donano un’aura di mistero e magia alla nota storia. Il testo in questa edizione si alterna tra un’impaginazione classica e la distribuzione su due colonne, pensata per rendere la lettura più fluida e scorrevole (ultimamente molte pubblicazioni seguono questo stile). Personalmente consiglio questa edizione ad un lettore avanzato o adulto, per i ragazzi trovo di gran lunga più facile da seguire la storia con l’impaginazione classica.

    L’incredibile storia di Lavinia, di Bianca Pitzorno (Einaudi, 2014)

    La piccola fiammiferaia Lavinia, indimenticabile personaggio della letteratura per l’infanzia uscì per la prima volta nel 1985. Una storia ispirata al personaggio della piccola fiammiferaia dei fratelli Andersen, è stata insignita del Premio Andersen come miglior libro 6/9 anni nel 1986.

    Un Natale freddissimo a Milano, ai giorni nostri. Lavinia, sette anni, è una piccola fiammiferaia sola al mondo che, sta per morire di fame e di freddo. Ma a salvarla arriva in taxi una fata che le regala un anello magico, grazie al quale la bambina risolve alla grande tutti i suoi problemi di sopravvivenza: ruotandolo intorno al dito in senso orario, è in grado di trasformare ciò che si sta guardando in escrementi, per poi farlo ritornare al suo aspetto originale ruotandolo in senso opposto. Lavinia, dopo una iniziale frustrazione, accetta il dono e comprende che, se usato con astuzia, può esserle molto utile e risolvere tutti i suoi problemi.

    Che aspettate? Fate un giro in biblioteca e buona lettura!

  • Esplorare la natura è un’esperienza fondamentale per tutti, grandi e bambini. Odorare, toccare, osservare, afferrare: tutte azioni che svolgiamo spontaneamente senza che nessuno ce lo debba insegnare o mostrare per forza.

    Buonanotte bosco di Karen Jameson e Marc Boutavant per Terre di Mezzo, è una pubblicazione uscita questo autunno che ha saputo cogliere alla perfezione la poesia silenziosa della natura che cambia, resa attraverso la preziosa traduzione di Chiara Carminati e le illustrazioni del francese Boutavant. Un albo che offre ai suoi lettori un paesaggio variopinto pieno di colori e dettagli a forma di foglia, albero, ghianda, castagna e che fa venire voglia di trovarci anche noi nel mezzo di una foresta autunnale. Una storia dalla narrazione ritmata ma pacata, quasi una ninna nanna, che accompagna e invita tutti – animali e bambini – ad abbandonarsi al sonno, ciascuno nel suo caldo rifugio.

    Una bambina e il suo cane nero mentre passeggiano nel bosco incontrano alcuni animali che si stanno preparando ad un lungo riposo. Ad ogni animale che incontrano, la protagonista regala parole dolci e un invito a rientrare nella propria tana. La notte è vicina, il giorno sta per finire, torna nella tua tana calda e sicura, ricorda a ciascuno degli animali.

    «Torna a casa, Soffice Coda.
    Salti, volteggi e fai scorribande
    Per rifornire la tana di ghiande
    Vedi però che la notte è vicina:
    mettiti al caldo fin quando è mattina.

    Torna a casa, Becco Robusto.
    Da un tronco all’altro al volo ti affretti
    Trivelli il legno a caccia di insetti
    ma quando il giorno sta per finire
    l’ultimo volo ti porta a dormire».

    Un albo illustrato ideale per prepararsi la sera ad un lungo e profondo sonno. Ma anche una lettura per conoscere meglio gli animali del bosco, giocando ad indovinare chi sono Naso Velluto e Passi Leggeri.

    Se siete curiosi, qui trovate l’intervista all’illustratore con le bozze della copertina di questo libro!

    Chi è Anna Gottardi?
    Mi chiamo Anna, ho quasi 31 anni e sono insegnante in una scuola dell'infanzia modenese. Sono anche mamma di una bimba di due anni e da diverso tempo sono appassionata di letteratura per bambini e ragazzi, che amo proporre all'interno dei miei progetti scolastici.

  • Ogni volta che qualcuno mi racconta di un viaggio o ripenso a un viaggio che ho fatto, mi viene in mente questo albo, scritto e illustrato dal grande illustratore francese Barroux, edito da Edizioni Clichy (2021) con la traduzione di Maria Pia Secciani.

    Quella mattina sono partito racconta la storia di un bambino che una mattina sente il desiderio di lasciare tutto e partire per un viaggio. Così, da solo. Senza una meta precisa. Un viaggio da fare per il semplice gusto di partire, per cambiare aria. Prepara così una grande valigia, una valigia più grande di lui che riempie di oggetti – a suo parere indispensabili per affrontare ogni evenienza: un coltellino multiuso, una scatola di fiammiferi, un kit di pronto soccorso, una grossa tenda ingombrante, delle pinne, una macchina fotografica, degli occhiali da sole…

    Ho messo la chiave sotto lo zerbino e, senza voltarmi, sono partito, guardando sempre dritto davanti a me.

    Il bambino cammina a lungo e durante questo suo vagare inizia a fare una serie di esperienze e di incontri, che in un modo o nell’altro, gli allegeriscono la valigia.

    Come la sua amata tenda, per esempio, che regala ad un signore con cui ha condiviso del tempo e una fetta di anguria. O come il fucile, utile per proteggersi dagli sconosciuti e dagli animali feroci, lasciato nella foresta vicino ad un orso. Dopotutto l’animale non era poi così feroce! E poi ancora, il cellulare, la sveglia e il kit di pronto soccorso, scambiati per un grappolo d’uva.

    Man mano che il bambino viaggia e fa esperienze nuove, la sua valigia inizia ad alleggerirsi, facendogli scoprire la bellezza del viaggiare senza un peso superfluo da trascinarsi dietro. Un viaggio senza valigie ingombranti che è una metafora del viaggiare liberi da schemi e da preoccupazioni, diventando più consapevole della leggerezza delle cose utili e la pesantezza delle cose superflue.

    Dopo un lungo camminare, il bambino sente che è giunto il momento di fare ritorno a casa. Una volta tornato si accorge però di quanto fosse circondato da cose inutili e ingombranti, pesanti come la valigia con cui era partito. E così, esattamente come aveva fatto durante il suo viaggio, decide di liberarsi di tutto ciò che era inutile iniziando una nuova vita con una borsa piccola ma con tutto il necessario dentro. Una volta tornato, scambia con i suoi vicini i ricordi del viaggio e pianta i semi ricevuti con i suoi piccoli amici, che ben presto faranno vivere la città immersa nel verde e nei fiori.

    Chi è Ilaria Pasini?
    Una maestra innamorata degli albi illustrati, dei bambini e della sua libertà. Su instagram la trovate come @maestratralefiabe.

  • Settembre 2020. Finalmente si rientrava in classe: mascherati, distanziati, completamente stravolti da mesi di paura e lockdown. I miei piccoli alunni di seconda primaria, con gli occhi scintillanti di felicità, ritornavano a sedersi tra i banchi di scuola, guardando la maestra fiduciosi che tutto sarebbe tornato come prima.

    Come accoglierli? Come rassicurarli?

    Decido di leggere ogni giorno. La lettura, in fondo, è sempre la risposta. L’idea è semplice: apro un libro e leggo loro ad alta voce, 10, 20 minuti, mezz’ora. Ma quale libro? Quale storia? Non di certo l’ennesima storia di coronello, il virus c’è, basta ricordarcelo sempre (e stare a scuola come essere in una sezione distaccata di un ospedale ce lo ricorda quotidianamente).

    Ho pensato che la storia da scegliere avrebbe dovuto riallacciare fili lasciati in sospeso, portarci in viaggi immaginari ma tanto reali, riportarci a volare mantenendoci ben piantati per terra, con le radici nella natura, tanto desiderata e amata durante i mesi di chiusura.

    Abbiamo iniziato la prima elementare paragonandoci a dei semini, con il bellissimo albo Chissadove (Cristiana Valentini – Philip Giordano – Zoolibri editore). Ora i semini hanno preso strade del tutto inaspettate, corrono veloci alla ricerca di nuove avventure.

    Cipì è stata la mia risposta.

    Un libro del grande maestro e pedagogista Mario Lodi e dei suoi ragazzi. Non un maestro, ma il maestro. Esponente del Movimento di Cooperazione educativa, un’associazione professionale di insegnanti nata in Italia negli anni ’50 e ispirata a Freinet, Lodi è stato portavoce di una didattica laboratoriale, una scuola del fare, esperienziale. Ho amato i suoi libri, ho visto molti suoi documentari, apprezzato la corrispondenza con don Lorenzo Milani. Proprio da don Milani e dalla scuola di Barbiana nasce lo spunto della scrittura collettiva e Cipì è uno dei risultati di questa metodologia didattica applicata con alunni di scuola primaria.

    “Questa storia è nata nella piccola scuola di Vho di Piadena. I ragazzi scopersero dalla finestra della classe una intensa e drammatica vita che annotarono. Diedero così vita alla favola vera di Cipì”.

    Il libro si snoda in 28 capitoli, brevi, brevissimi, ognuno sorprendente.  

    Nell’edizione Einaudi Ragazzi del 1992 che ho letto in classe, i capitoli si alternano a pochissime illustrazioni, anche queste realizzate dai ragazzi di Vho di Piadena.

    Il libro segue la vita di Cipì un uccellino come gli altri, molto coraggioso: le sue disavventure, le sue scoperte, le amicizie, anche un mistero da svelare. La natura non fa da sfondo ma è protagonista, perché Cipì è natura. Le stagioni sono accettate anche quando creano problemi, il sole o palla di fuoco è loro amico, così come il vento, le farfallette bianche (cioè la neve), i nuvoloni brontoloni portatori di pioggia. L’uomo è l’unico elemento negativo perché cattivo, subdolo, costruisce trappole e tranelli, caccia, uccide. Tutto fa parte del misterioso gioco della natura, va accettato e rispettato, affrontato con coraggio.

    Nel libro si parla sopratutto del protagonista Cipì ma anche di Mamì, Passerì, Beccodolce, Chiccolaggiù e tanti altri passeri; e poi c’è anche un gatto con gli artigli, Margherì poetessa, il sole, il vento e le nuvole, tutte le stagioni e la natura come protagonista.

    Dice Lodi in un’intervista poi pubblicata sul libro “Mario Lodi, il maestro” (a cura di Carla Ida Salvati, Giunti Editori 2016): “Cipì è stato pubblicato nel ’61, cinquanta anni fa. Oggi con le sue ventidue ristampe è uno dei libri più venduti per ragazzi. Piace ai bambini perché è metafora della loro vita: scoprono il mondo reale nel quale sono immersi”.

    I bambini delle mie classi hanno seguito tutta la storia nei vari capitoli con vivo interesse e sincera partecipazione. Hanno avuto un sussulto quando Cipì è caduto nel camino, fatto il tifo per l’uccellino quando stava per finire negli artigli dell’animale baffuto. E hanno asserito che non sempre disubbidire ha dei vantaggi. Si sono messi le mani negli occhi quando stava per essere colpito dal cacciatore. Hanno odiato i cacciatori che uccidono gli uccellini e creano temibili trappole e hanno fatto sermoni a zii e nonni che praticano la caccia.

    Hanno pianto quando è morta Margherì, ma hanno capito il dolore provato paragonandolo al dolore per la perdita di nonni o familiari. Cipì nello stesso giorno aveva da celebrare la vita dei suoi primi 3 figli, era a metà tra esplosione della felicità e tristezza assoluta. Si va avanti. Hanno sofferto il freddo come gli uccellini che disperavano per la mancanza di cibo e mi guardavano con i loro occhietti disperati che mi chiedevano: ma quando arriva la primavera? Si è potuto così riflettere su come gli animali siano penalizzati ad affrontare l’inverno. Hanno esultato per Cipì e per la fine del signore della notte.

    Che bella esperienza di lettura ad alta voce!

    La lettura di questo libretto ha contagiato i bambini, di conseguenza ha contagiato i genitori e per forza i colleghi. Si è deciso di inserire Cipì al centro del nostro percorso di educazione civica, arte, scienze, inglese, storia, geografia.. un percorso multidisciplinare che ha appassionato tutti.

    La lettura ad alta voce giorno dopo giorno ha innescato emozioni e sensazioni particolari.

    E’ stato necessario la rilettura una seconda volta dell’intero libro per apprezzarne la grande portata. In arte e tecnologia si è anche realizzato un lapbook finale (prendendo spunto Aprendo Apprendo – laboratorio interattivo manuale) in cui si è ripercorsa l’intera trama e sono state rivissute tutte le emozioni.

    Dai bambini di Vho di Piadena i miei alunni hanno raccolto il testimone, tanti hanno chiesto questo libro come regalo di Natale o del compleanno ed è stato anche regalato ad amici e parenti.

    I fili lasciati in sospeso dal lockdown si sono legati forte forte al cuore e sono sicura che varcheranno altri confini. E Cipì entrerà in altre classi e si intreccerà con altre storie.

    Chi è Simona Tondo?
    Sono Simona Tondo, insegnante nella scuola primaria a Lizzanello, provincia di Lecce e mamma di due gemelline di 7 anni.
    Laureata in Scienze Pedagogiche e Scienze della Formazione Primaria. Da circa 10 anni mi occupo di letteratura per l'infanzia e promozione della lettura a scuola e fuori dalla scuola. Ho frequentato corsi con Nati per Leggere, AIB, Hamelin, Artebambini e Accademia Drosselmeier. 
  • Di recente mi sono imbattuta nella serie di libri di Peter Newell dedicati al personaggio di Polly, usciti in Italia nel 2003 per Orecchio Acerbo. Una collana di libri umoristici e irriverenti, nati dal genio di Peter Newell come fumetti dedicati al divertimento domenicale dei bambini americani.

    In pochissime pagine vengono narrate le avventure di Polly – una bambina di inizio ‘900 fuori dalle righe, dispettosa e a tratti grottesca. La serie, realizzata tra il 1900 e il 1910 porta il titolo originale di The Naps of Polly Sleepyhead, reso in italiano con I pisolini di Polly.

    Debutta nel 1905 come striscia della domenica sul New York Herald e narra di Polly e dei suoi pisolini da incubo: la bambina disturba o danneggia cose o animali, e durante i suoi sonnellini prendono vita strane avventure, come in Polly e la bambola prepotente, dove la bambola prende il posto di Polly e la trascina con la forza a giocare, a mangiare le more e inavvertitamente la fa cadere…

    Newell, scrittore e artista americano (1862-1924) iniziò a lavorare da giovanissimo in un piccolo studio fotografico a Jacksonville, dove ritoccava con matite a pastello i foto-ritratti. Proveniente da una famiglia dedita all’agricoltura, Newell non mostrò mai inclinazioni particolari per il lavoro manuale e nel 1883 si trasferì a New York per seguire gli studi d’arte. Nell’arco della sua carriera ha lavorato per importanti testate come il New York Graphic e Harper’s Bazaar, diventando in pochi anni uno dei più grandi nomi del periodismo umoristico e dell’illustrazione.

    Nell’edizione italiana, la scelta interessante di pubblicarli in un piccolo formato quadrato di venti pagine per 11×11,5 centimetri. Tra i titoli che vi consiglio di cercare ci sono Polly e la macchina fotografica, Polly gioca alla mamma e Polly e la scatola magica.

    Illustrazione tratta da Polly gioca a fare la mamma
    Illustrazione tratta da Polly e la bambola prepotente

    Se siete curiosi di conoscere le illustrazioni e le riproduzioni digitali delle bellissime opere originali di Peter Newell, le trovate a libero accesso, nella collezione di Risorse Open di MLOL cliccando qui.

  • Chi è il lettore? E’ solo colui che sa leggere? Quanti tipi di lettori esistono? E ancora, un bambino molto piccolo può essere considerato un lettore a tutti gli effetti?

    Questa riflessione nasce da un anneddoto che mi è stato riferito. Ora ve lo racconto.

    Un signore e una signora entrano in libreria e chiedono aiuto alla libraia per un libro da regalare al loro nipotino di 15 mesi.

    “Che cosa piace leggere a questo bimbo?” – la domanda della libraia.

    …Ma signora, mica legge, ha solo 15 mesi!” la risposta incredula dei due signori.

    Questa risposta mi ha fatto pensare: quali sono le aspettative di un adulto che offre un libro a un bambino piccolo? Perchè l’adulto propone un libro al bambino pur non considerandolo un lettore? Che tipo di esperienza vuole offrire al bambino mettendogli un libro tra le mani?

    E’ probabile a questo punto che l’adulto sia cosciente degli effetti positivi che derivano dall’esposizione alla lettura sin dall’infanzia. E forse è anche un adulto a cui venivano lette fiabe e favole da bambino, e che quindi vorrebbe fare lo stesso con le generazioni di figli o nipoti, perchè riconosce un valore aggiunto nel leggere insieme.

    Ma allora…perchè non considerare come lettore competente il bambino piccolo?

    E se esistessero tanti modi di leggere?

    Il lettore non è solo chi sa leggere. La lettura nella primissima infanzia è un qualcosa di corporale, che va ben oltre il processo di decifrare simboli e lettere che formano frasi di senso compiuto. Il libro è dotato di una ricchezza e di una pluralità di linguaggi che vanno oltre le parole.

    Il bambino piccolo legge con i sensi. Legge con la vista quando osserva le prime illustrazioni, i contorni delle prime figure che gli mostriamo sulla pagina bianca; legge con il gusto quando inizia a fare esperienza del libro a partire dalle sue qualità fisiche mettendoselo in bocca; legge attraverso l’udito quando la sua attenzione viene catturata dalla nostra voce ritmata e sillabata. La lettura comincia proprio dall’ascolto.

    Ora ditemi, cosa avreste risposto ai due nonni in libreria?

    (P.S Che poi se leggere fosse una prerogativa di chi leggere lo sa fare per davvero, come ci spiegheremmo intere sezioni delle biblioteche pubbliche e delle librerie specializzate, dedicate proprio ai bambini da 0 a 6 anni?)